​Molise, c'è chi apre alla ‘corvée’ e approva il baratto amministrativo

Patti chiari e cittadinanza lunga mer 27 novembre 2019
Attualità di Claudio de Luca
3min
Il baratto amministrativo ©comitaticivici.it
Il baratto amministrativo ©comitaticivici.it

MOLISE. Con delibera consiliare n° 42 del 4 novembre 2019, Il Comune di Castelpetroso, con deliberazione n° 42/2019 ha approvato il Regolamento che disciplina il cosiddetto baratto amministrativo, un istituto che consente ai contribuenti di compensare, su base volontaria , i propri debiti tributari, svolgendo - a favore dell’Ente - lavori di pubblica utilità, su base volontaria, sempre che sussistano determinati requisiti di reddito ed acclarate difficoltà economica. In tal modo il Consiglio comunale ha stimato di dovere schierarsi al fianco dei suoi cittadini in difficoltà a causa della crisi dell’industria tessile, e dell’indotto, che un tempo alimentava copiosamente le entrate del territorio. Il "baratto amministrativo" (dlgs n. 118/2011) è un segno dei tempi; ma, a tutt’oggi, ha trovato scarsissimo spazio in terra di Molise; cosicché Castelpetroso fa da apripista. Oggi le imposte comunali possano essere pagate persino in natura, con il lavoro dei cittadini finiti in debito.

L’idea risale al Governo Monti; poi (2014) la novità fu inserita nel decreto "Sblocca Italia" perché far lievitare ancora la pressione fiscale sarebbe riuscito cosa impopolare e pure perché - un po' dovunque - si va ingrossando la fascia più debole della popolazione e forti componenti di essa non riescono ad arrivare alla fine del mese. Di qui le decisioni di consentire agli enti locali territoriali di varare Regolamenti "ad hoc", inserendo nell’ordinamento locale questa agevolazione tributaria. Nella seconda metà del secolo scorso la pretesa in questione era nota con la denominazione di "corvée". Si trattava di un’attività lavorativa prestata volontariamente dal cittadino a compensazione di un'obbligazione tributaria. Nella pratica, Pinco si sarebbe impegnato a tenere pulito il verde pubblico e non avrebbe versato l’imposta sui rifiuti; oppure si sarebbe dedicato alla ritinteggiatura delle scuole comunali ed avrebbe "coperto" il pagamento delle sanzioni amministrative.

Oggi ciascun amministratore potrebbe spremere la propria fantasia ed inventare un gran numero di varianti, occupandosene con Regolamenti comunali al fine di disporre modalità e limiti degli interventi proponibili ai cittadini od alle associazioni. A tale proposito, piace ricordare che, almeno sino alla fine degli Anni '50, quest'abitudine era viva anche in alcuni piccoli centri della 20^ regione. A Macchia Valfortore, per esempio, il Sindaco dell'epoca Domenico Spadaccino aveva realizzato la rete fognante del Paese proprio utilizzando una metodica del genere. Oggi i Regolamenti prevedono limiti che escludono l’ipotesi generalizzata del baratto. Per ammetterlo a favore di qualcuno, occorre fare riferimento innanzitutto al reddito, sia pure all'interno di una forbice variabile. Perciò c'è già stato chi ha previsto introiti d'accesso sotto gli 8.500-9.000 euro. Più permissivamente Milano è salita ai 21.000. Previsti anche dei tetti all’ammontare del tributo convertibile con ore di lavoro personale: 1.500 euro nell'ancòra una volta generoso capoluogo lombardo. Qui un’ora di lavoro vale 10 euro contro i 7 di Oristano, i 7,5 di Barzano. Altri Comuni escludono gli anziani dal cedere lavoro. Il loro rendimento lavorativo scemerebbe mentre lieviterebbero i costi da investire, necessariamente, nell’assicurazione contro gli infortuni.

Le attività più ammissibili sono quelle legate alla manutenzione ed all’abbellimento di strade, di piazze, di aree verdi o di edifici di interesse pubblico. Nella sostanza le esigenze poste alla base di questa "nuova corvée" hanno pur sempre un che di concreto ed appaiono collegate per lo più alla presa d'atto dell'impoverimento di una porzione del ceto medio. Purtroppo sono ancora tanti i Comuni molisani che si disinteressano all’applicazione di questa ‘corvée’d’altri tempi, soprattutto perché gli Amministratori risultano poco assistiti dalle loro pigre strutture burocratiche. D'altronde, quei pochi Enti che si sono già mossi, l'han fatto in maniera estremamente prudente nell'intesa che - soltanto ove i riscontri dovessero rivelarsi positivi per i Palazzi e per i contribuenti o le associazioni - ne sortirebbero ulteriormente allargate le norme regolamentari.

Claudio de Luca


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