Fca, protesta e sciopero Usb: «Disobbediamo allo straordinario comandato»

Impuntano i piedi sab 30 novembre 2019
Attualità di La Redazione
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Usb Molise ©Termolionline.it
Usb Molise ©Termolionline.it

TERMOLI. Come nei precedenti tre sabati di novembre, nei due turni odierni, dalle 6 alle 14 e dalle 14 alle 22, per le aree del T4 e i servizi a esso collegati sciopero da parte della Rsa Usb di Termoli, con il supporto del coordinamento nazionale Fca-Cnh e l’Usb privato Molise.

La protesta riguarda il progetto di integrazione automotive Psa-Fca: «Non poteva essere e non sarà una fusione alla pari»

«Come nei migliori matrimoni d'interesse, chi porta in dote le risorse più importanti comanda, ed è esattamente ciò che sta avvenendo nella fusione tra Fca e Psa.

Psa si è presentata con 15 anni di lavoro di ricerca e sviluppo sulle motorizzazioni elettriche alle spalle e ben quattrovetture nella top ten delle auto elettriche più vendute al mondo, attuando politiche di crescita, attraverso acquisizioni e potenziamento del settore. Fca è quel poco che rimane dell’auto, dopo una operazione finanziaria che voleva ed ha ottenuto di far crescere un capitale azionario. puntando su altri settori (ad esempio banche, giornali), scorporando, dismettendo e monetizzando tutto ciò che fosse ancora appetibile.

Ed il punto è che il settore auto, soprattutto utilitarie, è quello che rappresentiamo noi, coi nostri posti di lavoro!

Siamo all’ultimo passaggio, il matrimonio è fatto!L’ultima figlia, quella vecchia e racchia è sistemata!!!.... ma quella figlia siamo noi!

Ed immediatamente i mercati Fca hanno subito un’impennata poiché “si sono levati il guaio”!! Per questo Psa ha dettato le sue regole a Fca.

Il gruppo francese ha chiesto e ottenuto di mettere un suo uomo al comando della nuova società, e la maggioranza al consiglio di amministrazione (5 su 6!),

mentre all'azienda italiana andrà la presidenza, che in termini decisionali vale più o meno quanto il due di coppe a briscola, quando comanda bastoni! L'enorme ritardo sulle motorizzazioni elettriche da parte di Fca rispetto a quasi tutte le altre case costruttrici aveva creato un gap incolmabile nel mercato dell'auto ecosostenibile , ed è questo ritardo che ha spinto l'azienda italo-americana a cercare forsennatamente un partner che potesse venirle in soccorso.

Fca ci aveva provato con altri gruppi, l'ultimo in ordine di tempo Renault, senza successo. Dopo tanto girovagare, finalmente sembra essere riuscita a trovare un alleato, ma a che prezzo? e soprattutto chi ne pagherà le conseguenze?.

In una lettera congiunta Psa Fca ribadiscono la volontà di tenere aperti tutti i siti di produzione, che non significa assolutamente piena occupazione; nella stessa lettera, all'ultimo punto, scrivono che non possono garantire gli impegni presi nei punti precedenti, come dire " qui lo dico e qui lo nego", se queste sono le premesse iniziamo malissimo!

Quando due grandi aziende si fondono, la prima cosa che si fa per “ottimizzare” le risorse è tagliare i settori doppione, ed è esattamente ciò che Psa e Fca faranno, quando si parla di case automobilistiche i doppioni sono interi stabilimenti.

Considerando che Fca in questi anni ha portato gli stabilimenti italiani in uno stato di crisi strutturale, mentre quelli Psa sono produttivi , è chiaro che i primi a pagare il prezzo di questa “ottimizzazione” di risorse saranno i lavoratori italiani.

Usb denuncia il comportamento di Fca, che prima di allearsi ha pensato bene di approvare con gli azionisti un dividendo di circa 5 miliardi, di cui 1,7 alla famiglia Agnelli, pensando “bene” di dividersi il malloppo prima di doverlo spartire con altri nuovi alleati.

Usb prende atto delle differenti prese di posizione dei governi interessati: se dalla parte francese, le massime istituzioni sono parte attiva e decisionale del settore auto (e quindi in questa alleanza), da quella italiana, invece c’è la solita incondizionata fiducia nei padroni, in questo caso Fca, e distanza dalle preoccupazioni dei Lavoratori.

Governi italiani che, a differenza di quelli francesi, nella lunga storia dell’auto hanno sempre e soltanto assecondato le sciagurate strategie del padrone, arrivando a finanziare interi impianti produttivi, ammortizzatori sociali per tempi infiniti e rottamazioni su rottamazioni, senza mai chiederne il conto, lasciando i lavoratori Fca in condizioni di sfruttamento lavorativo ed economico inaccettabili, governi che nemmeno di fronte ai morti in fabbrica e ai suicidi per disperazione si sono messi dalla parte degli sfruttati.

A Termoli, in totale continuità con quel che accade su tutto il territorio Nazionale, ai falsi proclami di grandi prospettive, continuano a far seguito cassa integrazione e progressivo ed inarrestabile ridimensionamento dell’organico, anche attraverso incentivi.

E contestualmente beneficiamo della cassa integrazione mentre ci chiedono o ci obbligano allo straordinario.

Questa fusione rappresenta quindi per noi, un ulteriore elemento che avvalora e che dà continuità alla preoccupazione che manifestiamo da anni, riguardo alle scelte e alle intenzioni di Fca, e dell’impatto che queste stanno determinando sui nostri posti di lavoro!

Per questo riteniamo necessario continuare a disobbedire allo straordinario comandato, indicendo sciopero».

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