«Italiani mata burros» ed altre storie di migranti in Venezuela

Il libro sab 07 dicembre 2019
Attualità di La Redazione
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«Italiani mata burros» ed altre storie di migranti in Venezuela ©Termolionline.it
«Italiani mata burros» ed altre storie di migranti in Venezuela ©Termolionline.it

SANTA CROCE DI MAGLIANO. "Italiani mata burros" ed altre storie di migranti in Venezuela, uno degli ultimi libri di Michele Castelli, brillantemente fa "scuola" tra i banchi di scuola. Il testo affronta, attraverso i suoi protagonisti, diverse tematiche sui migranti italiani che, dopo il 1945, hanno raggiunto la terra venezuelana. Tante storie, legate a piccole e grandi fatti, ricostruiscono uno spaccato che l'autore ha vissuto in prima persona. Non mancano le emozioni ed una carica narrativa che appassionano il lettore. Via via la "vis espressiva" anima voci e volti di un mondo che oggi ha ancora tanto da dire. Chi abbandona per necessità la propria terra alla ricerca di un mondo migliore ha bisogno di viverlo come si deve per abbracciare i suoi valori. E respingere tutte quelle tentazioni che portano alla declino dell'uomo. Sulle tematiche della lontananza, della nostalgia, della generosità e del rispetto della terra che ti adotta, Michele Castelli sa tenere sempre alto il livello di attenzione del lettore. In ogni capitolo il divenire dell'uomo consente di percepire non poche attese che soddisfano la condizione del migrante. La nostalgia è forte. Ma è anche vigoroso il desiderio di affermarsi, con tutti i valori della cultura delle proprie radici, in un contesto ambientale non facile, dove il pregiudizio ti mette da parte. Il titolo contiene chiaramente la gravità delle umiliazioni subite dagli italiani in terra straniera. "Italiani mata burros" sta per "Italiani ammazza asini".

Un'espressione offensiva, un transfert lessicale per prendere le distanze dalla diversità. La narrazione luminosa dei costumi e degli ambienti tropicali colora l'io narrante dando vita a spaccati geografici, ambientali ed umani, indimenticabili. Le mete etiche e i sentimenti, poi, lampeggiano a tutto campo, quando il cuore unisce due realtà lontane e contrapposte: quella italiana e quella venezuelana. Qui cresce la sintassi poetica ed ideale con una liricita' favolosa. "L'emigrante, in fondo, non é solo uno con una doppia appartenenza. E' anche uomo di convergenza. Attraverso il cambiamento sperimenta l'incontro. L'emigrante - afferma Fabrizio Colaceci, console italiano in Venezuela, che ha curato la prefazione - è un uomo che, nella solitudine di una intera vita, avvicina mondi lontanissimi e nel mistero della propria singola vita, li fa toccare. E forse incontrare". A scuola, i ragazzi della Media, classe 3A, dopo aver adottato questo libro, si sono sforzati di capire la sua filosofia. "In ogni capitolo c'è tanta poesia. Ogni personaggio - viene precisato dai ragazzi - racconta, tra gioia e dolore la propria esperienza di vita. Michele Castelli, scrittore sensibilissimo, riempie d'orgoglio la comunità di Santa Croce di Magliano. Lo scrittore, fortemente legato alle radici della propria terra, canta e porta dentro di sé il profumo dell'erba, del grano e i tanti sussurri delle tradizioni santacrocesi.

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