Reddito di cittadinanza, stangata sulle caldaie e bollette idriche prescritte

Tris in Comune mer 15 gennaio 2020
Attualità di Claudio de Luca
3min
Caldaie ©Luceraweb
Caldaie ©Luceraweb

TERMOLI. Solitamente non avviene, ma stavolta sono stati ben tre gli argomenti focalizzati dalla pubblica opinione molisana. Perciò, qui di seguito, ne tratteremo partitamente. Potranno spazzare le strade, dare una sistemata al verde urbano ed una mano a chi si occupa di assistenza agli anziani.

Chi ha una preparazione scolastica superiore potrebbe andare casa per casa per spiegare correttamente la raccolta differenziata. In buona sostanza, chi percepisce il reddito di cittadinanza ora va incontro alla fase in cui diventano obbligatori i lavori socialmente utili nel proprio comune di residenza. I progetti utili per la collettività non devono superare le otto ore settimanali, verranno svolti in ambiti culturale, sociali, artistici, ambientali, formativo e di tutela dei beni in genere. In proposito ha disposto l’8 gennaio scorso un decreto del Ministero del Lavoro che impone ai beneficiari di dare la propria disponibilità per partecipare ai Progetti di pubblica utilità prefissati dal Comune.

Chi rifiuta perde il sussidio, il cui percettore potrà scegliere se svolgere le otto ore settimanali in un solo giorno o se spalmarle su più giornate, sempre con l'obbligo di completare quelle previste nel mese, con la possibilità di recuperare, entro certi limiti, le ore perse. E così i Comuni non dovranno più preoccuparsi di ricercare personale per i piccoli lavori quotidiani, evitando di spendere tanti soldi pubblici. Ma passiamo al secondo argomento.

Le testate locali hanno segnalato che la Regione Molise sta emettendo migliaia di ‘multe’ a carico dei cittadini che hanno omesso di far controllare le caldaie. “Se non siete in regola – a tale proposito si sono attivati gli M5s - potreste essere ispezionati dalla Società prescelta per i controlli ed assoggettati ad una sanzione che raggruppa: 78 euro (per le spese di ispezione),1.000 di penalità (se si paghi entro 60 gg. dalla notifica), 15 per il procedimento attivato a carico di ciascuno”. Nel dicembre del 2017, l’Ente-Regione aveva affidato le ispezioni ad una Società esterna alla P.a. La procedura è quella nota: ogni anno i cittadini devono provvedere, attraverso un caldaista di fiducia, a far controllare l’apparecchiatura di dotazione. Se questo non avviene, la Regione può inviare una ispezione tramite questa Società che si è aggiudicata l’appalto per una stima, di oltre 2,5 milioni di euro. Il sistema prevede che le ‘multe’ vadano nelle Casse regionali, mentre i soldi dovuti per gli accertamenti andranno a finire nelle casse della Società. In pratica al Palazzo torneranno solo 40.000 euro l’anno, mentre la società incasserà – in totale - oltre 2,5 milioni di euro e 160.000 torneranno nelle Casse regionali. È chiaro che tutto questo poteva essere evitato, per esempio affidando la verifica e le ispezioni sulle caldaie ad un ente strumentale della Regione stessa.

L’ultima notizia, che pure si è diffusa a macchia d’olio, ha preso ad inondare i ‘social’ e le varie testate. La questione concerne il pagamento dei consumi d’acqua per gli anni pregressi. La norma da prendere in considerazione è quella dell’art. 3 della deliberazione Arera n. 547/2019/R/IDR del 17 dicembre scorso che fonda sull’art. 1, cc. 4>10, della legge n. 205/2017, secondo cui sono da considerare prescritti gli importi fatturati se riferiti a consumi idrici risalenti a più di due anni. La disposizione in esame si applica alle fatture la cui scadenza è successiva al 1° gennaio 2020! Tra l’altro, per tali fatture (punto 3.2 della succitata deliberazione), ammesso che siano comunque notificate, il Comune è tenuto ad informare l’utente finale - con apposito avviso – in ordine alla possibilità di eccepire la suddetta prescrizione biennale e di non pagare gli importi per consumi risalenti a più di due anni. Ciò posto, appare chiaro che gli Esecutivi comunali ‘debbano’ farsi parte diligente nel disporre l’annullamento di tutte le bollette, ove emesse in violazione della disposizione sopra esposta, essendosi maturata la prescrizione biennale.

Claudio de Luca

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