«Disertiamo anche il Consiglio regionale, per noi c'è solo l'elemosina»

Zucchero amaro mar 21 gennaio 2020
Attualità di Emanuele Bracone
1min
Il comitato ex lavoratori dello Zuccherificio in riunione ©Termolionline.it
Il comitato ex lavoratori dello Zuccherificio in riunione ©Termolionline.it

TERMOLI. Orientamento del pubblico sostegno e aspettative degli ex lavoratori dello Zuccherificio del Molise viaggiano su binari paralleli. «Oggi non saremo alla seduta del Consiglio regionale, perché la gente è sfiduciata. La classica montagna che partorisce il topolino. Il famigerato bando Lpu o come si chiama adesso, che è stato approvato, non è neanche più un palliativo, ma un’elemosina. Le ex maestranze – si afferma nell’ambito del comitato che raduna gli ex dipendenti dello stabilimento saccarifero - sono convinte che andare al Consiglio e cercare di parlare, con il Governatore, non serve a nulla, tranne che essere presi ancora in giro. Altre aziende, non perché si voglia fare la guerra tra poveri, hanno avuto l'approvazione dell'area di crisi complessa, quindi cassa in deroga o mobilità in deroga, perché situate in quel territorio ed a noi l'elemosina per sei mesi o forse un anno. Elemosina perché si tratterebbe di prendere scarsi 600 euro netti al mese, con un part-time sui comuni. Si è deciso di aspettare il tavolo ministeriale, per avere un po' di più le idee chiare, ma il futuro lo vediamo sempre più nero».

Ma qual è la critica che viene mossa al nuovo impianto messo a punto dalla giunta Toma?

«Coi progetti a utilità diffusa, praticamente, un disoccupato residente in questa regione può accedere ad un lavoro pubblico, alle condizioni riferite prima, con un periodo lavorativo da sei mesi a un anni. Il famoso palliativo. Ora i comuni interessati dovranno istituire il bando. Questa non è la risoluzione dei nostri problemi, anzi, è solo un'elemosina. Noi esistiamo ancora, cercheremo cercare di instaurare un discorso con la politica regionale che ci porti su ben altri lidi, non i contentini che ci propongono, cioè vorremmo spronarli a partecipare e obbligarli alpiù presto al tavolo ministeriale, promesso dal Sottosegretario in quella sede».

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