Operatori telefonia low cost: quali sono e cosa offrono

Diamo i numeri mer 22 gennaio 2020

Termoli Gli operatori di telefonia low cost, gli MVNO, stanno rivoluzionando il mercato italiano: come possono offrire tariffe tanto basse?

Attualità di La Redazione
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Operatori telefonia low cost: quali sono e cosa offrono ©Gamesoul.it
Operatori telefonia low cost: quali sono e cosa offrono ©Gamesoul.it

TERMOLI. Vi sarà capitato di chiedervi come mai, da qualche tempo a questa parte, le compagnie telefoniche stiano proliferando rispetto a qualche anno fa. Prima del boom degli Mvno eravamo abituati ai soliti tre o quattro operatori che si spartivano più o meno equamente il mercato; adesso, fra concorrenza straniere e nuove realtà locali il numero dei contendenti in campo sta crescendo esponenzialmente e la “guerra all’utenza” diventa sempre più spietata. Abbiamo parlato di Mvno, ovvero operatori virtuali di rete mobile; non tutti sanno di cosa si tratta anche se – data le massicce campagne pubblicitarie da essi intraprese – è difficile che non li abbiate incrociati almeno una volta. Gli MVNO sono provider mobili a basso costo, allineati con il trend del momento di snellire le strutture, il personale ed i servizi accessori per offrire all’utenza contratti estremamente vantaggiosi; in parole povere, sono l’equivalente delle compagnie aeree low cost. L’acronimo sta per Mobile Virtual Network Operator; si tratta di provider di telefonia che non hanno un’infrastruttura fisica proprietaria, ma si appoggiano a quella di una compagnia standard. Con “infrastruttura fisica” intendiamo, naturalmente, quello che serve per generare, trasmettere e gestire un segnale: ripetitori, cavi, fili, personale addetto, sedi logistiche ecc. Se realtà quali Vodafone, Tim o Wind/Tre detengono una rete concreta e tutto ciò che serve per costruirla, gli MVNO si avvalgono della rete altrui, indennizzando con un canone di affitto il proprietario della banda. I principali MVNO attivi in Italia sono Poste Mobile, Coop Voce, Kena Mobile, Lycamobile e Ho. A differenza di quello che si potrebbe immaginare, il tanto discusso Iliad non è invece un MVNO, o almeno non del tutto, poiché parzialmente possiede un’infrastruttura fisica privata.

Gli stessi Mvno si dividono in due principali tipologie, Full Mvno ed Esp Mvno, a seconda che stampino le loro sim (i primi) o utilizzino le sim della compagnia “ospitante” (i secondi). Per l’utente finale non esiste grossa differenza nello scegliere l’uno o l’altro, salvo i disagi che comporterebbe lo spostamento del proprio provider virtuale su un’infrastruttura diversa: in tal caso chi possiede un Esp Mvno dovrebbe cambiare scheda, sperimentando non pochi disagi. Per fortuna questa eventualità non è particolarmente probabile.

Come potrete immaginare, nonostante l’affitto della banda, gli operatori virtuali hanno pochissime spese se confrontati con gli Mno (sigla indicante i provider canonici): niente manutenzione, niente supervisione, niente installazioni, niente personale specializzato, nessun comparto ingegneristico; gli MVNO devono allestire soltanto un ottimo reparto vendita e assistenza clienti, il resto è appannaggio della compagnia “ospitante”. È quindi chiaro già da subito in che modo riescano ad offrire tariffe tanto convenienti, al netto magari di qualche rinuncia.
Benché il mercato italiano sia ancora appannaggio delle compagnie telefoniche classiche, nell’ultimo periodo si sta registrando una certa impennata degli MVNO, che riescono a persuadere il consumatore con la promessa di contratti estremamente economici e trasparenti. Per correre ai ripari le compagnie telefoniche canoniche hanno adottato un’interessante strategia, ovvero la diversificazione: sia Tim – con Kena Mobile – che Vodafone – con Ho – si sono in prima persona gettate nella mischia low cost creando marchi separati con cui concorrere. Prendiamo ad esempio Ho mobile(leggi qui le recensioni di HO.): Ho, appoggiandosi alla rete Vodafone, dispone di una delle migliori coperture in Italia; al contempo, i contratti Ho sono più leggeri e meno dispendiosi di quelli Vodafone. Vodafone ha attirato una diversa fetta di mercato ed ha evitato che precipitasse verso la concorrenza.
Le sim totali attive in Italia, secondo gli ultimi dati, hanno raggiunto i 104 milioni. La battaglia tra provider per accaparrarsi clienti è piuttosto normale, se consideriamo la salute e l’esuberanza del settore. L’arrivo del 5g scuoterà ulteriormente la situazione e forse sconvolgerà ancora gli equilibri attuali.
In definitiva, è conveniente sottoscrivere un contratto con un operatore virtuale o si rischia qualche disagio? In linea di massima, non esistono né rischi né sorprese nel passaggio ad un MVNO. I costi sono quelli dichiarati, la funzionalità mobile risulta mediamente ottima. Le carenze più consistenti si registrano nello streaming di grosse quantità di dati (in ingresso e in uscita) e nel servizio clienti; alcuni MVNO non offrono, ad esempio, servizi aggiuntivi quali la segreteria ed il trasferimento di chiamata.
Al di là di queste piccole pecche (giustificate dal bassissimo prezzo), il giudizio risulta senz’altro positivo.

Per maggiori informazioni sugli MVNO, potete consultare la pagina wikipedia.

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