​Vincoli e burocrazia: i negozi si spengono mano a mano

L'osservatorio gio 23 gennaio 2020
Attualità di Claudio de Luca
3min
Saracinesca abbassata ©Termolionline.it
Saracinesca abbassata ©Termolionline.it

CAMPOBASSO. L'altra sera il vostro cronista pensava ai centri storici. Ma non a quelli di lusso delle città, che reggeranno sempre perché la ricchezza più è esagerata più si mantiene. Meditava sui centri piccoli, quelli dei 5mila campanili tipo-Larino, scrigni sempre più esangui, orfani di negozi, di vetrine festose, mortificati da una demenziale resa al vittimismo, da una mutazione tracotante e violenta, stravolti nell'irresponsabilità generale. I centri dell'Italia vera hanno retto bene (ed anche molto) fino a tutti gli Anni ‘80. Poi l'Unione europea, l'euro, hanno cominciato a minarli e non hanno più smesso.

Dall'Europa sempre più vincoli, burocrazia, prelievi; e i negozi, che erano il sistema linfatico del paese, si sono spenti mano a mano, come per il corto circuito di un immenso albero di Natale: dalle Alpi a Capo Passero. Oggi i centri storici sembrano scenari di bombardamenti di pace, crollati sotto una strana guerra che nessuno ha dichiarato ma che tutti stanno patendo. Un tempo i negozi erano parte di un quartiere. Era così bello vivere in periferia, servirsi nelle botteghe dei cui titolari si diventava amici, fermarsi a scambiare confidenze spicciole, battute sulle squadre del cuore, sentirsi coccolati quasi che fossimo stati gli unici clienti o almeno i più cari (quelli che godevano di un occhio di riguardo). Lì c'era una vita strana, un impasto di eterno e di moderno che incantava il mondo; cosicché chi scrive ricordava, rimpiangeva e si disperava.

Nell’ultimo trentennio sono volate ‘mazzate’ da orbi anche in Molise; gli operatori si sono sottoposti a sacrifici inutili o assurdi, sono stati sottoposti a politiche sciagurate (di sudditanza ad una Unione europea senza anima), penetrate nel corpo sano del Paese fino ad ammalarlo, a consumarlo e ad ucciderlo. Oggi chi ha meno di 25-30 anni non può capire di cosa stiamo parlando; ma gli altri lettori comprenderanno bene. Sanno che una città (grande o piccola, metropolitana o provinciale che sia) è fatta di quartieri e che questi sono fatti di negozi. Questi ultimi compongono atmosfere che animano le strade, i quartieri, le città. Ma oggi non c'è animazione, c'è solo rassegnazione, estraneità e distacco. C'è il vuoto del silenzio, e il silenzio è quello dell'attesa vana. Chi resiste, lo fa in apnea ma è sempre più convinto di dovere mollare:«Come faccio con questa nuova ondata di balzelli? Non ho più voglia di capire le follie di una burocrazia che non mi fa lavorare. Non ce li ho altri 700 euro per il nuovo registratore di cassa, perché dev'essere come dicono loro, con la connessione ad internet più gli annessi ed i connessi. Io lascio, smetto, chiudo, mi arrendo».

Ecco, ormai l'Italia, il Molise (coi suoi ‘Lupacchioli’), è tutta così. I dialetti sono diversi, le cadenze sono tante ma la disperazione è la stessa. La Patria dei 5mila campanili, del contante ostinato, dei negozi di quartiere era diventata una trave a pieno carico. Bastava che si posasse un uccellino per far crollare la volta. Ma altro che uccellino. Continue manovre da manicomio si sono affastellate l’una sull’altra fino a scaricarsi, con la forza di un rinoceronte, sinché le ultime spietate ottusità hanno dato il colpo finale. Non se ne poteva più di sentire le fregnacce del Vauro di turno secondo cui la Sinistra perde perché non è più la vera sinistra». Ma quale sarebbe quella vera? Lo stesso Landini non si stanca di pretendere patrimoniali, ultra-tasse, nuove punizioni per chiunque, operaio o statale, come se tutti gli autonomi, i commercianti, le partite Iva occultassero i redditi dei gioielleri. Un atteggiamento razzista, stupido e decrepito, una volontà di galera e di rieducazione che la Sinistra rosso-rossa non ha saputo più tenere a freno. E perciò viene bastonata all’occorrenza. Non sono tanto gli scandali ad avere deciso, ma la distruzione di un Paese in cui - fino a 25 anni fa - si viveva bene mentre adesso non si vive più. Ma non lo si può dire perché i padroni europei si offendono e i servitori italiani subito pensano alla rieducazione per via poliziesca.

Claudio de Luca


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