Solo la rivolta popolare può abbattere il triangolo della morte del San Timoteo

Storia & Amarcord dom 16 febbraio 2020
Attualità di Luigi De Gregorio
6min
Il triangolo del pericolo al San Timoteo ©Il triangolo del pericolo al San Timoteo
Il triangolo del pericolo al San Timoteo ©Il triangolo del pericolo al San Timoteo

TERMOLI. Per il moribondo la morte è sicura, quando il medico ne ha firmato il certificato. Per il San Timoteo la fine sembrerebbe certificata in anticipo da un triangolo. Appunto il triangolo della morte.

Molti diranno: ma che triangolo e triangolo, noi lo abbiamo capito da tanto tempo che il San Timoteo prima o poi sarà chiuso

Spiegazione. Molti cittadini sono arrivati alla suddetta conclusione funerea per intuito, per esperienza, perché essendo in loco hanno vissuto a più riprese le varie pugnalate inferte alla sanità di Termoli e del Basso Molise.

Il sottoscritto che ha fatto ritorno (virtuale) a Termoli soltanto da meno di due anni siavvale invece della geometria ed in particolare di un triangolo.Ai tre vertici di esso mettiamo tre fatti veri non discutibili che non ammettono incertezze. Facciamo delle considerazioni e purtroppo alla fine arriviamo alla stessa conclusione data dalla realtà quotidiana ai cittadini termolesi. Una verità amica della certezza. E purtroppo funesta:il San Timoteo è vicino alla sua fine. A meno che…

Avidità della sanità privata.

Entrate in un’azienda piccola, media, grande. Nazionale o multinazionale. Cosa respirate? Aria naturalmente. Con l’aggiunta di nuvolette in cui c’è scritto profitto.

Di quest’ultimo non si parla affatto. Non sarebbe politically correct. Censurato comeuna bestemmia in chiesa. Ma indirettamente è un festival continuo in suo onore: aumento delle vendite, diminuzione dei costi, riduzione di personale, aumento dell’efficienza produttiva etc… E lui, il profitto, come un Dio, seduto in alto giganteggia su tutto e su tutti.

Ho parlato di aziende private in generale. Ma voi pensate forse che per un’azienda privata, se pur appartenente al settore della sanità, il clima aziendale sia diverso? No, assolutamente. E’ identico! E qui vale la pena ricordare il motto latino pecunia non olet che in sostanza vuol dire importante è fare soldi non importa il come. Anche sulla pelle delle persone.

Infatti, se il profitto è al centro della testa dei manager di una società sanitaria privata, quanto può interessare loro che i cittadini per fare una semplice analisi debbano fare alcune decine, se non oltre un centinaio di chilometri?

Infatti,se il profitto è la musica super gradita alla sanità privata quanto può interessare che in un’emergenza un parente debba arrivare a Campobasso o a Vasto,ma forse fuori tempo utile (ossia morto)?

Infatti, se il profitto è congenito negli azionisti (anche di società sanitarie), con quanta parsimonia ( braccino corto) verranno fatti gli investimenti in apparecchiature più costose,ma più moderne ed efficaci per la cura dei malati?

MIOPIA DI QUELLI DI CAMPOBASSO

Quelli di Campobasso (la gran parte dei politici e della classe dirigente della Regione) da alcuni lustri portano avanti una miope strategia di blocco e ridimensionamento di Termoli una miope strategia di blocco e ridimensionamento di Termoli attraverso: trasferimento di facoltà universitarie da Termoli ad Isernia o Campobasso, eliminazione dell’unico treno che collegava la costa a Campobasso, spostamento (progetto) della stazione di Piazza Garibaldi in zona Biferno, abbandono (in termini di investimenti) del porto, ed infine la chiusura progressiva dell’ospedale San Timoteo.

Come ampiamente ho scritto domenica scorsa, essi stanno realizzando da alcuni lustri la strategia insita nel motto romano mors tua (di Termoli) vita mea (di CB) senza una visione globale del futuro del Molise. Una strategia che si ritorce come un boomerang , procurando al Molise la morte per annessione ed a Campobasso,la prospettiva di diventare una provincia periferica di una delle regioni confinanti del Molise.

Forse più che di miopia bisognerebbe parlare di cecità assoluta generata da egoismi individuali, proiezioni di carriere fulminanti, autostime supportate da risultati legati al hic et nunc Ed il Molise? E chi sene frega del Molise, campanilismi regionali da provinciali potrebbe essere il pensiero – alibi di gran parte di quelli a cui abbiamo affidato il destino della nostra regione negli ultimi lustri. Cari amici diciamolo con chiarezza come non ci sono più le mezze stagioni così non ci sono più i D’Aimmo di una volta. Amen.

INERZIA DEI POLITICITERMOLESI

Per affermare che i politici termolesi degli ultimi 15/20 anni si siano caratterizzati per la loro inerzia, dovremmo entrare nella cronaca politica del periodo suddetto. Sarebbe faticoso e noioso. Invece è molto più logico e semplice guardare i risultati che dicono: “se ci stanno togliendo il San Timoteo da sotto il naso significa che le eventuali azioni di difesa dell’ospedale, da parte dei politici termolesi, non sono state adeguate nella loro forza, nella loro continuità, nel loro coraggio.

Quanto sopra è grave. Ma lo è ancor di più la mancata interpretazione del proprioruolo. Cosa intendo dire? Se si viene eletti amministratori di una qualsiasi cittadina, il primo tema da affrontare sarebbe il preoccuparsi della priorità delle priorità che è il lavoro.

Ma va di moda dire che ciò non è compito dei politici (che però contrasterebbe con l’articolo 1 dello Costituzione).Ora qui non è l’occasione di confutare suddetta tesi, nonostante gli argomenti a favore delle possibilità di sviluppo di un turismo di valore dovute alla bellezza di Termoli avente delle Unicità godibili e raramente riscontrabili a livelli nazionale ed internazionale: E con consequenziale capacità di generare posti di lavoro mediante un turismo di qualità ( in aggiunta a quello di base fatto di sole, mare, cabina ed ombrellone)

In ogni caso occorre tener presente il motto popolare ( contenente per definizione una grande saggezza e che antepone la salute al lavoro) basta che c’è la salute. Ma quando quest’ultima viene a mancare vien da dire basta che c’è l’ospedale. Edinvece i due vertici del triangolo già descritti l’avidità (della sanità privata) e la miopia intellettuale (di quelli di Campobasso) ci vogliono togliere proprio l’ospedale. E quelli, i politici di Termoliche facevano? Ammesso che qualcosa l’abbiano fatto, certamente la loro azione è stata inadeguata. Ecco perché meritatamente li vediamo appollaiati sul terzo vertice del triangolo della morte del San Timoteo.

NON CI RESTA CHE LA RIVOLTA DEL BASSO MOLISE

Per rompere il tragico triangolo del San Timoteo, abbiamo ad oggi quattro giovani moschettieri (per la precisione tre donne ed un uomo) costituenti il comitatoVoglio nascere a Termoli. Insieme ad altri comitati del Basso Molise hanno portato avanti molte iniziative (riunioni, manifestazioni a Termoli, a Campobasso e perfino a Roma al ministero della Sanità).

Il problema è che la situazione appare come quella di Davide contro Golia. E che Golia! Come abbiamo visto una terna micidiale costituita dall’Avidità ( della sanità privata), dalla Miopia Intellettuale (di quelli di Campobasso) e dall’Inerzia (dei politici termolesi). Un mix, uno shakerato (avidità + miopia + inerzia) adatto a fottere chiunque, non solo i Termolesi e tutti i cittadini dei paesi vicini.

A questo punto quali speranze ci sono per vincere? Non possiamo delegare e lasciare la croce sulle spalle dei quattro moschettieri, se pur coadiuvati da altri di Termoli e dei paesi del Basso Molise. Come abbiamo visto, il Drago, divoratore mai sazio di profitti e supportato dal collaborazionismo delle meschinità individualistiche, è difficile da abbattere.

Pertanto occorre una rivolta una partecipazione generale dei cittadini di Termoli e di tutti i paesi del Basso Molise.

Cittadini tutti, aventi noi la consapevolezza che prima o poi direttamente o indirettamente abbiamo necessità di utilizzo dei sevizi sanitarie la coscienza sociale del valore del San Timoteo.

Un Bene Comune che va difeso attraverso tutte le componenti sociali del Paese:insegnanti, alunni, pensionati, commercianti, artisti, avvocati etc…

Ed attraverso tutti gli strumenti della comunicazione: il verbale, il cartaceo l’artistico, il tecnologico.

Tutti insieme avanti, gridando e parafrasando il famoso motto garibaldino o il San Timoteo o Morte.

Luigi De Gregorio

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