In Molise affiora la nostalgia per la vecchia Dc

Balena bianca lun 17 febbraio 2020
Attualità di Claudio de Luca
3min
In Molise affiora la nostalgia per la vecchia Dc ©Molise Network
In Molise affiora la nostalgia per la vecchia Dc ©Molise Network

LARINO. Da giovane non ho mai indugiato in acquiescenze verso il marxismo. Come allora, ancora oggi, la mia inclinazione culturale (non
la mia inclinazione partitica) tende a conservare quanto di meglio possa essere socialmente utile. Più avanti negli anni, il rapporto costante con un grande Amico (di un’altra sponda) mi aiutò a capire chi fossero i Comunisti (seppure debba riconoscere che, come lui, ce n’era veramente
pochi). Naturalmente mi riferisco a quelli ‘d’antan’.

Non mi ha mai solleticato alcuna tentazione di lotta, ma mi sono sempre difeso perché venissero rispettati certi principi. E questo diventa cosa doverosa soprattutto per chi lavori – con funzioni dirigenziali - nei Comuni, dove spesso sindaci e assessori occupano la ‘cadrega’, calzando la coppola (del potere), ignorando, per la gran parte, che non possono dare ordini quanto solo direttive generali.

Ad un certo punto, negli Anni ’90 (e solo per una volta), votai a sinistra, sia per la Regione che per il Senato, perché avevo in uggia la gestione di certe guide e non volevo più vederle montare in arcione. Ma, se avessi anche lontanamente capito a cosa (ed a chi) saremmo arrivati nel 2018, m’accorgo della verità indotta da uno dei sintomi dell’invecchiamento: l’incontenibile affiorare della nostalgia per la Democrazia cristiana; e, quando la mente mi corre ai tanti personaggi di allora, nazionali e regionali, micoglie un sentimento di perdita per l’Italia ed il Molise e mi si insinua nel cuore una nostalgia di certe tipologie umane capaci – all’occorrenza – di cucire tra le parti, di riuscire comunque a tenere insieme un contenitore in cui c’era di tutto.

Ma veniamo ad oggi. La tendenza a ricercare analogie, parallelismi e sincronismi tra la Germania e l’Italia odierne è piuttosto forte e fa capolino persino nei ‘media’. A Berlino sono alle prese con la crisi del paradigma centrista e devono fare i conti con gli ammiccamenti della Cdu con la destra AfD. Anche Mattarella, a Roma, ha il suo bel daffare per evitare elezioni, l'affermazione delle destre ed il loro conseguente radicamento nel ‘sancta sanctorum’ del potere: il Quirinale.

Però Giorgia Meloni viene accolta nei cenacoli conservatori angloamericani, apprezzata per il suo sforzo di volere superare - definitivamente - la matrice post-missina del suo partito. La tedesca AfD rimane, di contro, politicamente un ‘pariah’ intoccabile. La ragione dei raffronti ha a che fare con il processo storico delle due Nazioni nel corso degli ultimi 150 anni. Si pensi all'unificazione tardiva di entrambe le Nazioni nella 2^ metà del XIX sec., come pure alla rovinosa sconfitta nel 2° conflitto mondiale e alla disarticolazione delle rispettive identità nel 2° dopoguerra.

Al netto delle notevoli differenze, vi è dunque l'idea che Berlino e Roma abbiano un comune destino che non è toccato al Giappone. Di quest'ultimo, potenza dell'Asse sconfitta e bombardata con ordigni nucleari), gli Americani hanno avuto cura di non smantellare del tutto l'architettura istituzionale e simbolica. Tuttavia la simmetria tra Italia e Germania sconta un limite: la scomparsa della Democrazia cristiana che, in Italia, non esiste più come attore politico unitario da quasi tre decenni, mentre in Germania resta il principale protagonista della scena politica, ma versa in gravi difficoltà e la
Merkel rischia di esserne il Commissario liquidatore.

La rabbia in corso non riguarda solo l'Italia ma l'intero mondo. E’ influenzabile da niente in particolare, ma è generalizzata ed attende solo un gancio, un appiglio, quale che sia, per manifestare tutta la sua virulenza. Un tempo, l'invidia (e la rabbia che ne è la più evidente manifestazione) erano contenute dalle religioni oppure dalle ideologie. Le prime hanno tenuto più a lungo perché promettevano un risarcimento in un aldilà, sperato ma non verificabile. Ad incanalare queste pulsioni hanno successivamente pensato, sul versante laico, anche le moderne ideologie e, in particolare, il Comunismo.

Ma «i sòli che nasceranno» non sono sorti e la gente adesso chiede il conto di un risarcimento che non c'è stato anche perché, purtroppo, non può esserci. Da qui la rabbia che non sarà facilmente controllabile né incanalabile.

Claudio de Luca

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