​Dopo 18 anni di tagli alla sanità molisana è arrivato il momento di investire

Al bivio lun 24 febbraio 2020
Attualità di Pino D'Erminio
3min
L'ospedale San Timoteo ©TermoliOnLine
L'ospedale San Timoteo ©TermoliOnLine

TERMOLI. Il servizio sanitario regionale del Molise (SSRM) è stato dichiarato in dissesto economico-finanziario nel 2007 e dal 2008 è in procedura di rientro dal deficit. I presidenti della Regione, che si sono avvicendati in qualità di commissari alla sanità, hanno cercato di ottenere il riequilibrio dei conti seguendo tutti la medesima strategia: pesanti tagli al personale ed agli investimenti. A distanza di 12 anni non si può non prendere atto che la “cura” imposta al SSRM non è servita a risanare i conti, ma è stata molto efficace nel peggiorare i servizi erogati ai molisani.

Nell’assistenza ospedaliera e nella specialistica (visite ed esami) il servizio pubblico diretto è stato sostituito sempre più dai privati convenzionati e, peggio ancora, dalla “mobilità passiva”, cioè dalla erogazione da parte di strutture fuori regione dei servizi che l’ASReM non offre più in modo adeguato.

Il Molise è campione nazionale di mobilità passiva, con un tasso di fuga (percentuale di ricoveri fuori regione sul totale dei ricoveri di molisani in un anno) che nel 2018 ha raggiunto il 29%, contro la media nazionale del 9%, per un valore economico di 80 milioni “sfuggiti” alla ASReM. Oltre che un danno economico, la mobilità passiva è un danno sociale, che nel 2018 ha costretto 12.904 molisani a ricoverarsi fuori regione, su un totale di 44.814 molisani ricoverati in quell’anno.

I privati convenzionati nel 2018 hanno erogato prestazioni ospedaliere e specialistiche per 139 milioni (incluso l’extrabudget), di cui 52 milioni a residenti in Molise e 87 milioni in “mobilità attiva” (cioè a residenti in altre regioni). Nel privato convenzionato la parte del leone la fanno Neuromed e Cattolica/Gemelli, che nel 2018 hanno raccolto 108 milioni, di cui 68 milioni da fuori regione. Questi due istituti non sono gestiti dall’ASReM, ma godono di un occhio di riguardo da parte della Regione, che li gestisce tramite la cosiddetta Gestione Sanitaria Accentrata (GSA). Tra i vantaggi accordati ai due istituti in GSA c’è il pagamento a 60 giorni delle prestazioni in mobilità attiva, che il SSRM recupera dopo due anni e neanche per intero, in quanto vengono meno i costi delle prestazioni che non sono riconosciute dalle regioni di provenienza degli assistiti. Il vantaggio finanziario concesso dalla Regione ai privati in GSA è ancora più stridente se si considera che il SSRM e la Regione stessa sono in affanno nei pagamenti ai fornitori. Come se non bastasse, la Regione Molise sta trattenendo illegittimamente 30 milioni (su un totale di 90 milioni) di maggiorazioni fiscali riservate al risanamento dei conti della sanità, che i residenti e le aziende del Molise hanno pagato dal 2015 al 2018.

C’è infine la questione degli sprechi. Negli ultimi 10 anni la spesa annua per residente relativa al SSRM ha oscillato intorno a 2.100 euro, contro un analogo valore medio nazionale di circa 1.900 euro. Dovendo purtroppo escludere che i 200 euro in più all’anno per testa spesi dai molisani siano dovuti al godimento di servizi sanitari maggiori e migliori di quelli forniti in media in Italia, dobbiamo ritenere che questi soldi vadano in maggiori sprechi, rispetto agli sprechi medi nazionali. Considerato che i residenti in Molise sono 300.000, il surplus di spreco del SSRM è di 60 milioni all’anno. Si noti che i maggiori sprechi per testa non sono affatto diminuiti nell’ultimo decennio, mentre secondo logica avrebbero dovuto essere il primo bersaglio dei risanatori. Ciò non è avvenuto perché gli sprechi non si generano per caso; essi sono un danno per gran parte della comunità, ma un vantaggio per una minoranza, i cui interessi evidentemente prevalgono su quelli generali.

Che fare? Esattamente il contrario di quello che è stato fatto fino ad ora. Non tagliare ma investire!

Si potrebbe obiettare che il SSRM ha un deficit strutturale intorno ai 20 milioni all’anno e che mancano i soldi per rilanciare i servizi. Rispondo che, continuando con la politica “storica” dei tagli, l’equilibrio economico e finanziario non sarà mai raggiunto. Aggiungo che non è vero che i soldi non ci sono. Nell’immediato si pretenda dalla Regione il versamento all’ASReM dei 30 milioni che essa trattiene indebitamente. Con più gradualità, il recupero di maggiori e migliori livelli di servizio consentirà all’ASReM di riguadagnare gli spazi oggi occupati dai privati e dalla mobilità passiva. Infine, si conduca una seria lotta agli sprechi, che ha aspetti tecnici, ma che non è un fatto tecnico, bensì politico. Esiste la volontà politica di “disturbare” chi lucra sulla salute dei molisani?

Pino D'Erminio

TermoliOnline.it Testata giornalistica

Reg. Tribunale di Larino N. 02/2007 del 29/08/2007 - Num. iscrizione ROC:30703

Direttore Responsabile: Emanuele Bracone

Editore: MEDIACOMM srl
Via Martiri della Resistenza, 134 - 86039 TERMOLI(CB)
P.Iva 01785180702

© Termolionline.it. 2024 - tutti i diritti riservati.

Realizzato da Studio Weblab

Navigazione