Parla un rianimatore: "Non bisogna avere paura ma è bene stare a casa"

precauzioni mar 25 febbraio 2020
Attualità di La Redazione
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Parla un rianimatore: "Non bisogna avere paura ma è bene stare a casa" ©La provincia pavese
Parla un rianimatore: "Non bisogna avere paura ma è bene stare a casa" ©La provincia pavese

TERMOLI. Nel bel mezzo della crisi sanitaria e della psicosi collettiva legata alla diffusione del Coronavirus, un rianimatore ci spiega nel dettaglio come funziona il CoVid19, cosa sta succedendo in Italia e nel mondo, cosa è bene fare e non fare.

"Sono un medico rianimatore ed è per questo che mi permetto di spiegarvi come mai lo Stato stia prendendo delle decisioni così drastiche. Il problema del Coronavirus è solo in parte legato alla sua gravità, dal momento che è solo 10, o forse 20, volte più serio dell’influenza. Per quali motivi è più serio dell’influenza? È diverso, quindi non siamo molto abituati. Gli anziani non sono vaccinati. Quindi chi è più a rischio? Gli anziani. Come sempre. I bambini molto meno, non sono segnalati casi gravi pediatrici per il momento. Allora, come mai ci preoccupa così tanto? Perché è molto più infettivo dell’influenza, ciò vuol dire che si trasmette con enorme facilità. A questo punto facciamo qualche calcolo così da capire meglio quale è il problema".

INFLUENZA
"Di norma l’influenza colpisce nell’arco di una stagione, supponiamo in 5 mesi, circa il 10% della popolazione. Quindi colpisce circa 5 milioni di italiani nell’arco di 5 mesi, cioè di 150 giorni. La mortalità è dello 0,1%, quindi abbiamo circa 5000 morti (quasi tutti anziani) ogni anno in 150 giorni. Per ogni morto supponiamo di avere circa 4-5 pazienti in rianimazione, per tenerci larghi, e che tutti vadano messi in terapia intensiva. Mettiamo quindi 25.000 persone in terapia intensiva in 150 giorni, con degenza media di 7 giorni, ciò significa 1000-2000 pazienti al giorno in terapia intensiva in Italia durante l’inverno.
Riassumiamo:
Infettività: 10% potenziale (dati reali) = 50 milioni * 10% = 5 milioni di infetti, molti dei quali inconsapevoli.
Mortalità: 0,1% stimata = 5000 persone in 150 giorni.
Critici: 5*0,1% = 25.000 persone in 150 giorni. quindi circa 1000-2000 persone in terapia intensiva al giorno per influenza.
I posti letto in terapia intensiva sono, per la provincia di Venezia, dove io abito, circa 60 su 1 milione di abitanti, quindi potrebbero essere circa 4000 in tutta Italia. Questo significa che nella peggiore delle ipotesi i pazienti con influenza e le sue complicazioni, ovvero la polmonite, occupano tra il 25 e il 50% al massimo delle terapie intensive d’Italia nel massimo del picco".

CORONAVIRUS
"Vediamo ora cosa può accadere con il Coronavirus. Ricordiamoci che la grande differenza è che il Coronavirus è estremamente più infettivo e potrebbe infettarci, anziché in 150 giorni, in 30-60 giorni. Supponiamo 60 giorni. Ricordiamo che può colpire fino al 60% della popolazione, dati stimati, quindi facciamo qualche calcolo:
Infettività: 60% potenziale (dati stimati) = 50 milioni * 60% = 30 milioni di infetti, di cui la stragrande maggioranza inconsapevoli.
Mortalità: 1-2% stimata = tra 500.000 e 1.000.000 milione di persone.
Pazienti critici: 5% = 1.500.000 persone in 60 giorni. quindi circa 300.000 persone in terapia intensiva.
Ma in Italia abbiamo solo 4000 posti letto di terapia intensiva! Come possiamo mettere 300.000 persone in terapia intensiva quando abbiamo solo 4000 letti?
Adesso si capisce perché occorre stare a casa!
Se si resta a casa, la gente si infetta poco alla volta. Molti non se ne accorgono. Gli altri, specialmente gli anziani, ma anche qualche giovane, noi medici e infermieri li prendiamo, li mettiamo in terapia intensiva, li curiamo e ve li restituiamo. Un poco alla volta.
Se invece tutti escono di casa il rischio è che si infettino tutti insieme e che quindi non si riesca più a gestirli, con un aumento importante della mortalità.
Non bisogna andare nel panico, ma prendere la cosa seriamente e restare a casa il più possibile".

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