«C'è una pandemia e si pensa a correre? Possiamo farne a meno!»

stiamo a casa mer 18 marzo 2020
Attualità di Valentina Gentile
1min
«C'è una pandemia e si pensa a correre? Possiamo farne a meno!» ©OASport
«C'è una pandemia e si pensa a correre? Possiamo farne a meno!» ©OASport

PETACCIATO. C'è ancora molta confusione a seguito del Dcpm emanato l'11 marzo e le conseguenti restrizioni. I cittadini a ogni latitudine continuano a chiedere dettagli e informazioni su cosa sia consentito fare e cosa no, appigliandosi più ai cavilli che alla responsabilità verso se stessi e gli altri. Anche il sindaco di Petacciato Roberto Di Pardo riferisce di star ricevendo numerose domande dai residenti del suo Comune, ed esasperato commenta «Forse non ci stiamo rendendo conto dell'emergenza sanitaria che stiamo vivendo, unica nella storia. Gli stessi scienziati faticano a comprendere cosa e come fare e noi pensiamo a correre?». Decreto e autocertificazione alla mano, Di Pardo ribadisce le uniche quattro motivazioni lecite per lasciare la propria abitazione: comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità, motivi di salute, rientro presso il proprio domicilio o residenza.

«Che domande sono “Possiamo andare a correre?” o “Lei ha fatto un'ordinanza in merito?”: no, non ho fatto nessuna ordinanza perché non posso farla, ma mi rimetto piuttosto al buonsenso di tutti voi. Dobbiamo stare a casa, io non posso obbligarvi ma invitarvi a comprendere che ne va della salute nostra, dei nostri cari e dei nostri concittadini. Chi proprio vuole correre, lo facesse per andare a lavorare, a fare la spesa o recarsi dal medico. Non è questo il momento di porre questo tipo di questioni. In quanto sindaco ho anche responsabilità nei confronti di tutti voi, e ripeto l'invito: state a casa, uscite solo se strettamente necessario. Andare a correre non è strettamente necessario e per 15-20 giorni ne possiamo fare a meno. Ci lamentiamo e critichiamo sempre le scelte dei politici, oggi siamo chiamati noi a scegliere: siamo responsabili e rispettosi e scegliamo di stare a casa».

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