Covid-19: la polemica sul Neuromed, istituto di livello nazionale

Il dibattito mer 25 marzo 2020
Attualità di Claudio de Luca
3min
Neuromed ©Ildenaro.it
Neuromed ©Ildenaro.it

POZZILLI. Lo stabilimento sanitario di Pozzilli è finito nella tempesta mediatica, accusato di volersi liberare di alcuni pazienti affetti da covid 19. La vicenda invita a capire quale sia il suo ruolo nella regione Nel 2019, tra gli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (l’acrònimo è Irccs), il “Neuromed” di Pozzilli si è collocato al vertice con riferimento alla quota percentuale di pazienti (oltre l’84%) che accorrono in Molise provenendo da altre regioni. Si tratta di un dato che sottolinea ancora una volta il livello raggiunto dalla struttura presente nella ventesima realtà territoriale italiana. Naturalmente l’exploit non è cosa da poco perché il primato costituisce il segno tangibile di una realtà che spicca in modo deciso nel panorama nazionale atteso che l’Irccs italiano n. 2 vanta una percentuale inferiore al 60%. L’acrònimo contraddistingue istituzioni di particolare interesse in cui le attività cliniche svolte procedono in sinergia con le attività di ricerca volte ad innovare i metodi di cura.

Il titolo viene riconosciuto dal Ministero della Salute ad enti altamente specializzati in diversi settori, chiamati – proprio per questo - ad essere punti di riferimento nella Penisola per la qualità delle cure erogate e per la capacità d’innovazione e di formazione del personale.

Naturalmente un centro di ricerca si misura anche rispetto ad altri indicatori, quali – ad esempio – la capacità di attrarre finanziamenti da destinare agli studi scientifici. Nel caso del ‘Neuromed’ anche questo elemento è da primato nazionale grazie alle sovvenzioni riconosciute da Istituzioni pubbliche diverse dal Ministero della Salute. “Il lavoro dei nostri ricercatori rimane dimostrato dai risultati conseguiti; e questa struttura è una risorsa per il Meridione”, parola dell’ing. Fabio Sebastiano, consigliere delegato alla ricerca. “Il loro impegno, grazie anche alla collaborazione di molti Atenei, hanno aiutato a sviluppare un Istituto di grande qualità scientifica e clinica”.

Il Direttore scientifico prof. Luigi Frati sottolinea che “Neuromed ha sviluppato un Parco scientifico-tecnologico attrattivo per ricercatori provenienti anche dall’estero, con collaborazioni estese ad Europa, Stati Uniti e Cina. Quest’ambiente è stato ed è il motore della stessa eccellenza clinica, con un’azione sinergica dei ricercatori con gli obiettivi di qualità posti dal management dell’Istituto. A vantaggio non solo delle Regioni Centro-meridionali, ma di tutto il Paese».

Nel “Rapporto ricerca corrente 2019” del Ministero della Salute vi sono dati che confermano il livello di eccellenza raggiunto dall’Istituto di Pozzilli. ‘Neuromed’ viene collocata al di sopra della media nazionale, con punte di eccellenza nel campo clinico d in quello della ricerca. Il centro molisano, pur avendo accreditato un numero di posti-letto che lo pone tra gli Irccs medio-piccoli, supera la media nazionale per numero assoluto di lavori scientifici pubblicati, collocandosi: 1) al 5° posto, per il numero di ricercatori che pubblicano almeno un lavoro nel corso di un anno; 2) al 4° posto, per ricercatori che pubblicano almeno quattro lavori in tre anni. Ma dove l’istituto eccelle è sulla qualità della ricerca. In questa classifica si colloca al vertice degli Irccs sia con riferimento alla ricerca nelle neuroscienze che in quella cardiovascolare correlata alle patologie neurologiche. L’origine degli istituti di ricerca risale agli Anni ’30 del secolo scorso (r.d. n. 1631/1938). Fin dall’inizio è chiaro l’obiettivo del Paese di dotarsi di centri specializzati nella cura e nella ricerca per malattie di particolare rilevanza sociale.

La loro nascita coincide storicamente con la creazione negli Stati Uniti dei primi ‘National Institutes of Health’. Oggi è regolata dal dlgs n. 288/2003. Il riconoscimento del carattere scientifico è la procedura attraverso cui queste realtà (che trattano particolari patologie di rilievo nazionale) vengono qualificate come Irccs. Ciò conferisce il diritto alla fruizione di un finanziamento statale (che va ad aggiungersi a quello regionale) finalizzato esclusivamente allo svolgimento della attività di ricerca relativa alle materie riconosciute. Attualmente, gli Istituti che hanno ottenuto tale riconoscimento scientifico sono in totale 51, di cui 21 pubblici e 30 privati.

Claudio de Luca

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