Giochi di ruolo psicologici ai tempi del Coronavirus

#iorestoacasa gio 26 marzo 2020
Attualità di Aurora Cinelli
3min
Giochi psicologici ai tempi del Coronavirus ©https://lamenteemeravigliosa.it/
Giochi psicologici ai tempi del Coronavirus ©https://lamenteemeravigliosa.it/

TERMOLI. La permanenza forzata tra le mura domestiche durante questa primavera 2020, causa pandemia da covid-19, può essere occasione di cimentarsi in un gioco psicologico di ruolo.

Al pari dei celebri e storici giochi di ruolo come Dungeons & Drangons, i partecipanti dovranno “essere altri da sé” scegliendo uno tra i possibili personaggi che nella versione qui proposta vanno scelti tra quelli dei componenti familiari: il padre, la madre, il nonno, il figlio, il nipote etc.

A differenza dei classici giochi di ruolo in cui si crea uno spazio immaginario con storie di fantasia, in questo caso l'attività ludica consiste in un concreto cambio di prospettiva. Come? “vestendo i panni dell'altro” attraverso l'inversione libera dei ruoli marito-moglie, genitori-figli sempre e solo tra adulti.Sono categoricamente esclusi dal gioco i minorenni che sono psicologicamente più vulnerabili.

Quindi ogni giocatore (adulto o maggiorenne) può impersonare un qualunque ruolo familiare già esistente. I più piccoli, se presenti, faranno da spettatori silenziosi, se possibile, e racconteranno al termine la loro personale versione di questo “strano”e forse divertente pomeriggio in casa.

Una raccomandazione iniziale importante: il gioco è totalmente inadeguato alle famiglie con media ed alta conflittualità per cui sarebbe non indicato ed eventualmente imprescindibile la conduzione da parte di uno psicologo, mentre è attuabile in quelle mediamente armoniche con conflittualità occasionale.

La durata dello stesso è dipendente dai fattori riuscita e divertimento: se si verificassero conflitti già nei primi minuti va interrotto immediatamente un po' come si fa per i farmaci con effetti indesiderati. Se andasse tutto liscio allora sarebbe possibile protrarlo ad oltranza poiché probabilmente si sarà innescata nei partecipanti la curiosità ed anche il divertimento.

L'obiettivo psicologico generale di questo gioco di ruolo è il miglioramento dell'empatia e dunque un accrescimento dell'armonia familiare.Nello specifico i giocatori affinano le capacità di comprensione delle emozioni provocate dal vissuto degli altri, ma anche degli aspetti più cognitivi come i loro pensieri e non ultime alcune delle sensazioni fisiche provocate dall'essere “l'altro”.

Quest'ultimo aspetto spesso sottovalutato può in alcuni casi assumere aspetti rilevanti nel vissuto individuale ad esempio quando un “ruolo” prevede molta fatica fisica o presenta difficoltà fisiche soggettive.

Per “vestire i panni dell'altro” qui si intende non limitarsi ad “imitarlo” il che farebbe scaturire una parodia o una ridicolizzazione che sfocerebbe in un sicuro conflitto.

E' necessario invece rivestire interamente il ruolo dell'altro facendo ciò che l'altro fa nella quotidianità limitandosi a ciò che è fattibile, deliberando le decisioni che dovrebbe prendere l'altro, assumendosi le sue responsabilità svolgendo i compiti in vece sua. Sottinteso è che in contemporanea un altro partecipante assumerà il ruolo di chi lo ha sostituito ricalcandone anche le abitudini.

Accettando di giocare, solo alle condizioni e con i presupposti già specificati, fermandosi subito al primo accenno di incomprensione, accettate le conseguenze di dover agire al posto dell'altro e svolgere compiti indesiderati per voi ma potreste fare anche scoperte piacevoli o meno. Sta ai partecipanti al gioco la possibilità di sfruttare al meglio ogni piccolo disappunto per trasformarlo in momento di sana discussione. E non immaginate nemmeno che sorpresa sarà vedersi rispecchiati nel comportamento di chi ci impersona (se fatto in totale buona fede e senza parodie): si potrebbero fare scoperte su di sé molto interessanti migliorando la conoscenza personale.

In qualunque momento un partecipante ha facoltà di ritirarsi dal gioco con l'onere di spiegare le sue motivazioni e se ben gestito anche questo può diventare un momento di crescita familiare.

Dalla reale assunzione del “ruolo” del partner o del proprio figlio (maggiorenne) e lui quello del padre/madre, scaturirà l'atteso cambio di prospettiva: quanto più il ruolo sarà responsabilizzante tanto più la presa di coscienza di pensieri ed emozioni collegati a quel ruolo sarà grande.

Ad esempio se il figlio (maggiorenne) dovrà essere suo padre e viceversa quest'ultimo diventare figlio, il primo dovrà decidere ad es. se e come elargire soldi, consentire ad uscire in questa situazione di pandemia, condividere decisioni della famiglia etc. il figlio (padre temporaneamente spodestato) potrà reagire, pensare e sentire come un figlio.

Il risultato, se le regole del gioco di ruolo saranno seguite con buona fede, di norma è un miglioramento della comprensione reciproca.

Buon divertimento e ricordate che il fine ultimo di questa attività ludica è sì il miglioramento della comprensionereciproca, ma soprattutto creare momenti di serenità e di crescita quindi prendetelo sul serio come tutti i giochi!

Dottoressa Aurora Cinelli, Psicologa

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