Lezione da Arianna: «La voglia di tornare alla vita ci porti più tolleranza»

La testimonianza dom 29 marzo 2020
Attualità di Graziella Vizzarri
4min
Arianna ©TermoliOnLine
Arianna ©TermoliOnLine

LARINO. La cittadina frentana cerca di ritrovare l’equilibrio destabilizzato dalla presenza senza tregua del Covid-19.

Le restrizioni decretate dallo Stato in via emergenziale per debellare il virus mettono a dura prova le vite, le quotidianità arginate nelle case, private degli spazi all’esterno e dei momenti sociali che erano molto presenti nella comunità.

Uno stravolgimento improvviso e globale che vede qualche incertezza sul futuro, soprattutto quello legato alla fine del periodo d’emergenza. Il costrutto quotidiano è diventato labile, vengono meno le certezze: l’attesa, la mancanza di strutture sanitarie e di un vero piano d’emergenza, in grado di rispondere adeguatamente ad una impennata del covid-19, fa il resto. La pandemia ha stravolto le vite, cambiato in maniera inverosimile tutto ciò che creava stabilità emotiva e socio-economica.

Le difficoltà sono molteplici e non sempre è semplice trovare fattibilità alternative. Ne parliamo con Arianna, studentessa universitaria, attiva nella comunità frentana. Ragazza di grande spessore, conosce da vicino la disabilità, ma che è per lei e la comunità stessa un valore aggiunto.

«Questo momento - confida Arianna - ci porta a rinunciare alle abitudini, togliendoci l’espressione di affettività degli amici e anche dei familiari se questi lavorano in strutture a contatto con il pubblico, siamo tenuti a tenere le distanze per tutelarci a vicenda. Questo induce ad una riflessione attenta e profonda che esorta a cambiare la visione del mondo e del prossimo. Quello che più avverto come studentessa è l’avvento della didattica a distanza, in realtà è una opportunità di acquisire nuove competenze sia per gli studenti che per gli insegnanti. Essa si diversifica molto dalla didattica frontale dove viene meno il contatto umano, ove l’interazione, anche solo uno sguardo di intesa che arricchisce la comunicazione non c’è, e per noi che siamo abituati a comunicare molto in maniera non verbale è un vuoto impareggiabile. Questa è sicuramente una nuova frontiera per la didattica e lo stato emergenziale l’ha resa sperimentale. Un grazie lo esprimo agli insegnanti che non permettono l’arresto dell’apprendimento seppur sperimentandosi con qualcosa di nuovo e distante dal proprio bagaglio. Ma è un’azione che permette a noi studenti di non smarrirci, di non perdere i ritmi e l’opportunità di arricchirci di cultura. Quando osservo il momento, continua Arianna, d’impeto il mio pensiero va ai disabili, a chi come me la disabilità la conosce da vicino. Siamo una categoria molto fragile, non tutti riescono a comprendere il perché dobbiamo stare in casa e non possiamo più fare ciò che facevamo prima del covid-19.

Mi colpisce fortemente - incalza Arianna - quanto si legge sul web: nella tabella delle prestazioni sanitarie vitali per il covid-19 la categoria dei disabili giunge ultima perché non efficienti per la società. Un grave pensiero questo, i disabili amano la vita come tutti gli altri e sono persone come tutti: ognuno di noi è unico e irripetibile e ha il diritto e la libertà di vivere. Nessuno può decidere per l’altro, non si può decidere chi può vivere e chi no, questa è una tragedia nella tragedia. Sarebbe la sconfitta più grande per l’umanità dover scegliere uomini da tenere e da buttar via: non possiamo farci complici di una emarginazione tale, per una apparente poca efficienza. E con tenacia Arianna sottolinea un passaggio importante: il virus ha dimostrato una grande inefficienza del sistema, è bastato poco per compromettere il tutto e la vita di tutti, eppure sembrava un sistema perfetto, in corsa verso grandi obiettivi, ma in questo step il virus ha creato altre visioni e nuove opportunità. Ebbene la disabilità, metaforicamente, potrebbe essere equiparata a questo momento e vista con altri occhi e altri obiettivi. Ed è necessario gridarlo a gran voce tutti insieme anche nella distanza dettata dal virus: non dovete rimare indifferenti, perché l’indifferenza uccide, uccide davvero».

Forti queste frasi, queste parole di Arianna che sono un appello al mondo.

«Rivolgo - continua Arianna nella sua grande voglia di comunicare - un grazie immenso a tutti i sanitari che lavorano incessantemente per fronteggiare quanto sta accadendo, anche a chi sta lavorando alla ricerca scientifica e a tutti gli operatori sul territorio che prestano servizio per ottemperare ai bisogni della collettività. È quasi un mese che stiamo a casa, evidenzia, dobbiamo imparare ad amarla, considerarla un luogo di grande opportunità:dobbiamo rivedere i valori, goderci gli affetti e coltivare le nostre passioni, fare ciò che la frenetica vita che di solito conduciamo non ci permette. Questo periodo dobbiamo considerarlo come un pit-stop della vita e cogliere l’opportunità di diventare persone migliori».

Un pensiero Arianna lo esprime per tutte le vittime, uomini e donne che il Covid-19 ha strappato ai propri cari, senza la possibilità di un saluto e con l’angoscia di quegli attimi difficili. Questo ci insegna, ci riporta la giovane studentessa, che ogni secondo va vissuto come fosse l’ultimo.

Vivere senza paura, non rinviando mai le belle occasioni al domani, ma vivere sempre il qui ed ora imparando a non sopravvivere, ma a vivere a pieno la bellezza della vita.

«Dobbiamo farci forza - chiude Arianna - da questo momento ne usciremo vincitori, ma vincitori cambiati e tutto ciò non può essere dimenticato. L’auspicio di tutti è quello di tornare presto alla nostra vita di sempre, alla socialità di cui noi tutti abbiamo nostalgia.

Un sentimento bello la nostalgia che ci riporta alla verità della vita e che auguro a tutti. Questo desiderio di tornare a condurre una vita all’esterno fatta di amici, di famiglia, di attività, di studio e tanto altro deve aiutarci a tollerare meglio la restrizione affinché si possa debellare il Covid-19. Lo dobbiamo fare per noi, per voi!»

Un messaggio profondo quello di Arianna che facciamo diventare un voce collettiva e trainante intriso di buoni auspici e di nuove certezze.

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