Crisi industriale, 80 le piccole e medie aziende metalmeccaniche in cassa integrazione

L'emergenza Coronavirus sab 04 aprile 2020
Attualità di La Redazione
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Il direttivo Fim-Cisl in streaming ©TermoliOnLine
Il direttivo Fim-Cisl in streaming ©TermoliOnLine

TERMOLI. Nel pomeriggio del primo aprile si è riunito in video conferenza il gruppo direttivo Fim-Cisl del Molise per confrontarsi sull’incontro tenutosi il 31 marzo tra le segreterie nazionali e i vertici Fca in merito ai programmi futuri del gruppo. «Come Fim eravamo preoccupati precedentemente all’incontro in quando l’azienda a causa dell’attuale crisi, non potesse più rispettare i programmi industriali precedentemente annunciati – riepiloga lo stesso Mascolo - dubbi legittimi da parte nostra perché l’importanza della realizzazione del piano industriale per l’Italia, della Joint Venture con la Peugeot, rappresentano il futuro dei Siti sul territorio nazionale.

La Fim durante il vertice nazionale ha chiesto garanzie che alla ripresa produttiva ci siano condizioni di sicurezza e di continuare a garantire il lavoro tenendo in considerazione le esigenze di ogni singolo lavoratore. A tal proposito bene hanno fatto le segreterie nazionali, a proporre un tavolo di regia di vertice per condividere tutte le iniziative da mettere in campo a garanzia degli standard di sicurezza negli stabilimenti. Siamo soddisfatti che la Fca insieme alla Ferrari intraprendono iniziative per produrre apparecchiature compatibili alla ventilazione polmonare, ed a convertire uno stabilimento asiatico per produrre mascherine. Durante la discussione si è parlato anche dell’entità della crisi epidemiologica che ha colpito la nostra Regione, dai numeri risulta che anche questa volta il Molise sarà una delle Regioni più penalizzate. Infatti in questi giorni di fermo produttivo oltre alle due più grandi aziende metalmeccaniche (Fca e Proma) a fare richiesta della Cigo per Covid-19 ci sono state altre circa 80 aziende metalmeccaniche di piccola e media dimensione con una media di lavoratori coinvolti pari a 3.500.

La riflessione fatta è, che, con questi numeri, se l’emergenza dovesse durare, metterebbe seriamente a rischio il sistema produttivo di tutta la Regione. Questa crisi, come sta accadendo sul territorio nazionale, anche in Molise sta creando ulteriori difficoltà sulla collettività in termini di un aumento di povertà con un concreto rischio di chiusura di tante piccole e medie attività produttive. Qualora fosse necessario continuare il fermo produttivo per la salvaguardia di tutti, la Fim concorda con tale iniziativa.L’auspicio nostro è quello di un ritorno alla normalità al più presto consapevoli però che quella tanto desiderata quotidianità potrebbe non far più parte della nostra vita futura».

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