Totaro: appello a Toma e Florenzano, adottare con urgenza i test sierologici

L'emergenza Coronavirus dom 05 aprile 2020
Attualità di La Redazione
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Test rapidi 2019 nCov ©TermoliOnLine
Test rapidi 2019 nCov ©TermoliOnLine

TERMOLI. Appello esortativo lo definisce il patologo clinico Giancarlo Totaro, quello che lui stesso rivolge al Governatore Toma e al direttore generale dell'Asrem Florenzano. «Si richiede di introdurre con urgenza i test sierologici per la valutazione della immunità nei confronti del Coronavirus e la siero prevalenza della popolazione molisana». «E' arrivato il momento epidemiologicamente idoneo di smettere di essere preda del virus e subirne l'attacco e partire preventivamente alla caccia del virus . I test sierologici adesso lo consentono e permettono di giocare d'anticipo per tutelare tutte le persone a rischio. Si veda i pazienti anziani che negativi al tampone quando trasferiti a Larino sono risultati positivi al secondo tampone. Si potrebbe cominciare a fare i test sierologici a tutti i sistemi sociali chiusi anziani ed operatori, come carceri, case per anziani, Rsa etc.. Test enormemente meno costosi e più veloci nella giusta valutazione clinica dello stesso test. Sono molte domande in merito agli esami che riguardano la diagnosi di laboratorio della patologia da Coronavirus COV-19 nelle sue varie forme cliniche. Mai come adesso la diagnosi è importante per la cura del singolo ma anche imprescindibilmente della intera collettività.

E' importante in questa fase della epidemia nazionale poter definire e conoscere nella interezza della popolazione: chi infetta, chi è a rischio di infezione e tra questi ultimi chi rischia la patologia definita come Sars (Sindrome acuta respiratoria severa), la più pericolosa e mortale. Il problema nasce quando scientificamente si deve definire un percorso diagnostico per queste categorie a causa della poca conoscenza a riguardo. Le conoscenze al momento sono limitate e si sta facendo riferimento a dati riferiti a patologie e virus simili sia per la diagnosi clinica, strumentale e di laboratorio. Si stanno facendo quotidianamente passi da gigante per acquisire dati sicuri da mettere al vaglio della comunità scientifica. L'epidemiologia va di pari passo con la diagnosi e la clinica. Nella prima fase della epidemia, quella ascendente, è importante fare diagnosi certa di infezione per curare il malato, mentre nella seconda fase quella discendente si possono utilizzare metodi di valutazione della immunizzazione contro il Coronavirus del singolo e del maggior numero di individui possibile al fine di conoscere la siero prevalenza e valutare il livello di 'immunità di gregge" al fine della ripresa produttiva. Però quando si tratta di applicare nella pratica quanto appena enunciato le cose si complicano. La curva epidemica in Italia è in realtà la sintesi della sommatoria di diverse curve relative alla differente tempistica della epidemia che ha riguardato prima il Nord, poi il Centro ed il Sud dove ad una fase di flesso del Nord può corrispondere una fase opposta al Centro-Sud. Questo aspetto è fondamentale per le strategie di intervento medico (terapie intensive), diagnostico e di distanziamento che sono completamente diverse nelle diverse fasi della epidemia e bisogna fare in modo di evitare le "epidemie di ritorno" definibili come ad "acqua flottante". La prima fase esponenziale dell'epidemia trova la risposta diagnostica insostituibile nell'uso esclusivo di tamponi naso-faringei con la ricerca diretta del virus con la biologia molecolare RT-PCR, così come in tutti i casi di sospetta malattia da confermare.

Nella seconda parte della curva (campana di Gauss) invece si renderebbe utile usare il test sierologico per la rilevazione degli anticorpi al fine conoscere quante persone nell'intera popolazione hanno avuto l'infezione del virus ed hanno sviluppato anticorpi per lo screening di massa della siero prevalenza e dell'"immunità di gregge". In merito al primo test di biologia molecolare ci sono certezze su tutti fronti, mentre per il test su sangue cominciano ad esserci molte sperimentazioni con buone prospettive per alcuni dei tanti test in commercio (circa 120) che a brevissimo si spera saranno convalidati e selezionati in base a solidi studi clinici. In merito ai test serici per la ricerca degli anticorpi IGG e IGM contro il Coronavirus va sottolineato con estrema chiarezza, che essi esprimono esclusivamente lo stato immunologico del paziente in merito al contatto con il virus e non lo stato protettivo dell'individuo e la durata dell'immunità e/o la certezza di non essere più contagiosi. Ci sono i presupposti di conoscenza ma vanno verificati e dimostrati con studi clinici irreprensibili attualmente in corso... finalmente. Non è al momento conosciuta l'entità della memoria immunitaria e l'efficacia della risposta secondaria. Non bisogna pensare di avere risposte certe sulla condizione di "portatore sano" e/o di "paziente immune" perché ambedue questi stati di grande interesse epidemiologico sono legati a variabili non ancora dimostrate che riguardano il virus e la fisiopatologia del singolo individuo.

Bisogna ancora verificare se questi anticorpi sono, e quanto lo sono, effettivamente protettivi e per quanto tempo dura l'efficacia della immunità e se in caso di una stato successivo di malattia, anche solo asintomatica/oligosintomatica, si possa trasmettere comunque il contagio. La presenza di comorbidità nel paziente, soprattutto le insufficienze epatiche, renali, ematiche, autoimmuni etc. e l'uso di farmaci usati per molte patologie croniche etc., modificano i termini quantitativi, qualitativi e temporali la emivita di queste immunoglobuline che è mediamente di circa 21 giorni per le IGG e 5 giorni per le IGM. Quindi avere gli anticorpi al momento indica solo il contatto del sistema immunitario con il virus e non se essi sono protettivi e per quanto tempo. I test immunologici al momento possono essere utili solo per valutare la siero prevalenza e l'eventuale raggiungimento della immunità di gregge (circa il 60-70% della popolazione) ed essere anche utili alla ricerca del vaccino. I test sierologici anche quando saranno definiti attendibili non definiscono ancora l'efficacia della risposta immunitaria perché ci sono ancora troppe domande a cui rispondere in merito alla malattia del coronavirus, paucisintomatica, oligosintomatica fino ad arrivare alla Sars (sindrome respiratoria acuta severa), malattia che è invece multifattoriale coinvolgente il virus (carica infettiva ,patogenicità, antigenicità, variabilità etc.) e l'individuo (fisiopatologia, età, sesso, le comorbilità etc.). Tutti si spera che questi anticorpi si comportino come quelli di altre malattie virali da cui ne deriva una immunità permanente, come quelle esantematiche, che aprirebbe una autostrada alla efficacia di un vaccino che debellerebbe per sempre questa malattia, ma questo è un percorso che richiede dei tempi obbligati. Ogni test sierologico se fatto a fini diagnostici diversi da quelli epidemiologici al momento va sempre confermato dal tampone per la diagnosi certa di infezione da coronavirus».

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