Anziani positivi Covid-19 trasferiti a Venafro: polemiche e trambusto al Santissimo Rosario

L'emergenza Coronavirus mar 07 aprile 2020
Attualità di Annamaria Ricci
3min
Le ambulanze a Venafro ©TermoliOnLine
Le ambulanze a Venafro ©TermoliOnLine

VENAFRO. Polemiche, tante le polemiche che dalla serata di ieri hanno accompagnato l’arrivo, al “SS. Rosario” di Venafro, dei “nonnini” di Agnone e Cercemaggiore.

La loro unica pecca è quella di essere positivi al Coronavirus, benché assolutamente asintomatici. Sui social numerose le contestazioni al riguardo, dalla mancanza della terapia intensiva alla preoccupazione che il Covid-19 si espanda in città con la sola presenza di queste persone anziane, peraltro in isolamento in apposite camere, all’interno del presidio ospedaliero. Si è parlato di mancanza di operatori sanitari appositamente dedicati al nuovo reparto. Molti hanno sostenuto che il trasferimento in ore serali sia stato fatto “alla chetichella”, come si suol dire. Forse è stato fatto il primo possibile. Considerando che la decisione di trasformare il “Santissimo Rosario” di Venafro e anche il “Vietri” di Larino in centri Covid-19 per soggetti monosintomatici è stata presa nel Consiglio regionale tenutosi ieri mattina, e che gli anziani ospiti della casa di riposo “Tavola Osca” di Agnone ieri erano senza assistenza e senza pasti, che poi sono stati forniti dalla Protezione Civile e dall’Asrem.

Il sindaco Alfredo Ricci è intervenuto in mattinata con un lunga nota, cercando soprattutto di placare l’animo dei venafrani e far emergere lo spirito di solidarietà e di umana pietà che li caratterizza. E poi ha cercato di fare chiarezza su alcuni punti. Primo tra questi l’aver contrastato questo provvedimento di riapertura e trasformazione del nosocomio venafrano, ma la decisione era già stata presa. E poi ricorda ai più che “siamo sempre in una situazione di emergenza, che le decisioni per quanto concerne la gestione della sanità pubblica vengono prese dall’Asrem sentito il parere dei comitati scientifici e degli organi tecnici. Pertanto, benché sia una decisione impopolare e che ai più non piaccia, bisogna fidarsi di coloro che hanno fatto questa scelta altrimenti non ha senso nulla di quello che stiamo facendo da settimane”.

Il consigliere regionale Vittorio Nola, invece, che insieme ad Aida Romagnuolo ha votato contro la proposta del Consiglio regionale di adibire gli ospedali di Larino e Venafro quali centri Covid-19 per soggetti monosintomatici, non ci sta. Da giorni sta sostenendo la sua personale battaglia contro questa trasformazione del Santissimo Rosario. Teme soprattutto che una eventuale emergenza nell’emergenza, possa trovare impreparati i presidi ospedalieri regionali perché in tutti sono presenti soggetti Covid-19.

Vittorio Nola, ha spiegato la sua posizione e le motivazioni che la supportano.

“In Consiglio Regionale nella seduta di ieri, è accaduta una cosa veramente grave.

Nonostante le comunicazioni inviate direttamente al Direttore dell'Asrem Florenzano e le mie ripetute interviste pubbliche e uscite sui social (tese a revisionare l'organizzazione dell'emergenza corona virus, presso i nostri Ospedali Pubblici e Presidi territoriali, invitando i decisori Istituzionali ad evitare i flussi di pazienti Covid e non-Covid) la maggioranza si è compattata sull'emendamento presentato da Michele Iorio, andando ad individuare centro Covid il presidio di base Larino e poi quello di Venafro. Presidio, quest'ultimo, dove, in questo momento, stanno trasferendo i pazienti asintomatici dalla casa di riposo di Agnone.

Quindi, altro che ampliare i servizi minimi al Santissimo Rosario (come raccontano i miei colleghi Consiglieri Regionali di Venafro), al Vietri e al Caracciolo!

Non solo, si è anche persa traccia dei contratti e delle convenzioni con i privati convenzionati.

In questa confusione, anche Donato Toma, sta ora cercando di addossare le responsabilità di queste scelte al Commissario ad acta Angelo Giustini, trascurando il fatto che i responsabili Asrem e Dga Salute, che ha chiamato alle riunioni del Tavolo Tecnico dell'Unità di crisi, sono nostri dipendenti.

Alla fine della discussione, dopo essere intervenuto per censurare procedure e modalità organizzative per affrontare l'emergenza sanitaria, ho votato no a rendere centri Covid Venafro (senza rianimazione e con uffici amministrativi aperti al pubblico all'interno dello stesso presidio ospedaliero) e Larino.

In ogni caso, auguro lunga vita agli anziani trasferiti nottetempo nella nostra città e prego San Nicandro.

Non solo, se mi faranno entrare al Santissimo Rosario, porterò a ciascuno una colomba pasquale in dono per strappare loro un sorriso”.

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