Sebastiano Di Pardo dedica alla memoria di Giovanni Di Renzo una poesia in dialetto termolese
TERMOLI. Eravamo in piena emergenza Coronavirus, al nord Italia morivano tante, tantissime persone colpite dal contagio, la pandemia si allargava non solo in Italia, ma in tutta Europa e nel mondo. Anche nella nostra piccola realtà, intorno alla metà di marzo, proprio a causa di questo tremendo virus, veniva a mancare all'età di 84 anni, un personaggio noto in tutta la città per la sua professione di imprenditore, ma anche per la sua simpatia, la sua verve giovanile, sempre pronto a dare consigli e una buona parola per tutti: sì, questo era il mitico Giovanni Di Renzo, conosciuto con l'appellativo di "Don Giovanni", tanto che i suoi figli Franco, Nico e Davide hanno chiamato il loro ristorante proprio così in onore del loro papà, il quale ne andava giustamente fiero.
Purtroppo la dipartita di Giovanni, che era il faro guida di tutta la famiglia, ha stravolto questa armonia domestica. E cosa dire della stupidità di alcune persone? Come ben ricorderete, in piena epidemia, ci sono state parole fuori luogo e prive di decenza contro la famiglia Di Renzo: non c’è stato un briciolo di rispetto nei confronti di chi ha perso la vita e dei suoi parenti.
Eppure c'è stato anche chi Don Giovanni lo ha rispettato e onorato, come ad esempio Sebastiano Di Pardo, il giovane della “Nouvelle Vague” delle tradizioni culturali e del dialetto termolesi, che proprio a Giovanni Di Renzo, “Don Giuànne", ha dedicato una bellissima poesia in termolese che donerà alla famiglia in segno di affetto e amicizia.
Un bel ricordo dove in pochi versi viene tratteggiato, in tutta la sua interezza, il personaggio Don Giovanni: un ricordo che la famiglia da oggi custodirà gelosamente alla memoria di un grande padre che fino al giorno del suo ultimo respiro, ha pensato solo al bene dei suoi cari.
Don Giuànne,
‘Nu fatiatòre, ‘nu pädre, n’artìste,
‘nu uappòne, ‘nu nònne e pure ‘nu stilìste!
Quante cóse sì stäte, amìche mì..
Sèmpe respettúse, n’ommene dìstìnte,
da ìssè, ne séntìve mä ‘nu lamìnte!
P’ì sträde d’u pajèse tutt’ì jurne camenìve,
sèmpe areseläte e sèmpe ‘bbune te vestìve.
Marchìäte sòp’a pèlle, ‘nu bracciäle e ‘na culläne,
‘u sudòre de ‘na vìte e saggézze dint’ì mäne.
‘Nu jurne a l’ambrevvìse da ‘stu munne sì veläte,
oje sìme pòvere e c’u córe addeleräte.
Quiste ‘u poste andó te truve,
n’amiche, ‘nu cliènte,
ogne jurne é sèmpe nuve.
Se sì mìte o sì leggènde ‘nda ‘sta tèrre ne ‘nce móre,
sorrìde amìche mì,
Don Giuànne dint’u córe!
Traduzione:
"Don Giovanni"
Un lavoratore, un padre, un artista,
eccentrico, un nonno e pure uno stilista!
Quante cose sei stato amico mio...
Sempre rispettoso, un uomo distinto,
da lui, non sentivi mai un lamento!
Per le strade del paese tutti i giorni camminavi,
sempre in ordine e sempre ben vestito .
Marchiato sulla pelle, un bracciale e una collana ,
il sudore di una vita e la saggezza nelle mani.
Un giorno all'improvviso da questo mondo sei volato,
oggi siamo poveri e con il cuore addolorato.
Questo posto dove ti trovi,
un amico e un cliente,
ogni giorno è sempre nuovo.
Se sei mito o sei leggenda su questa terra non si muore,
sorridi amico mio,
Don Giovanni dentro il cuore.