Per i grillini l'ospedale di Termoli tra poche luci e molte ombre: «Situazione al collasso»

La stoccata sab 23 maggio 2020
Attualità di La Redazione
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Il gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle ©TermoliOnLine
Il gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle ©TermoliOnLine

TERMOLI. Per i grillini l'ospedale di Termoli tra poche luci e molte ombre: «Situazione al collasso».

«Fissiamo una data, 5 marzo 2020, tra preoccupazione e stupore, all’improvviso l’ospedale di Termoli chiude i battenti, lasciando nel disagio e basita tutta la popolazione basso molisana, inclusi i paesi del cratere che, fino a qualche anno fa avevano come punto di riferimento il Nosocomio di Larino.

Ciononostante, i cittadini, con grande compostezza e resilienza, per le urgenze si sono recati presso il più vicino nosocomio extraregionale o nel capoluogo. In tutto questo, complice il Covid 19, tutte le patologie croniche e quello tempo dipendenti (vedi interventi chirurgici programmati per patologie oncologiche, malattie autoimmuni o ematologiche meritevoli di controllo) sono state improvvisamente messe da parte, come se non fossero mai esistite o non esistessero più. Non sottolineiamo poi l’impatto emotivo di recarsi in ospedali extra-regionali e lasciare il proprio caro senza poterlo seguire o accudire, visti i rigidi protocolli anti-Covid, cosa che si verifica anche oggi che possiamo legittimamente affermare che la piena pandemia è passata.

Dopo 2 settimane l’ospedale di Termoli ha riaperto i cancelli assicurando solo le urgenze. Oggi nella fase 2 della pandemia, finita l’emergenza, ci chiediamo se l’ospedale di Termoli è pronto ad accogliere le patologie “normali”, trascurate in questo periodo o se l’emergenza non era il virus, ma la cronica carenza di personale medico, infermieristico e di personale d’assistenza?

Oggi che torniamo a curarci, chi ci curerà?

La programmazione sanitaria 2019/2020 ha ridisegnato ruoli e servizi della sanità, quindi ci chiediamo i reparti di Ortopedia, Ostetricia e Ginecologia, il Punto nascite e pediatria, solo per citarne alcune, che destino avranno?

La sanità territoriale, quella dei servizi di prossimità, quella che si è resa efficiente in passato, può contribuire alla deospedalizzazione? E a che punto si trova la sua riorganizzazione? Le liste di attesa oggi, ancora più lunghe a causa del periodo di chiusura come potranno essere smaltite?

In questi mesi abbiamo solo sentito di sanità “Affare” per pochi, ma scaricata con le tasse su tutti i contribuenti molisani.

L’ulteriore debito di 104 milioni di euro, l’abbandono della parte della regione più popolosa, senza riferimenti pubblici (solo macerie), con concentrazione di strutture private solo nel Centro e Alto Molise, senza risorse ne economiche ne umane, portano il diritto alla salute verso una inesorabile marcia verso la morte?

Si continua a chiedere e discutere sul rilancio del turismo, ma a chi avrà il coraggio e la tenacia di venire qui da noi come garantiremo le cure, come potremo assicuragli un sano soggiorno?

Chiediamo a gran voce ai vertici regionali quali piani hanno in serbo per il nostro territorio e per l’unico Ospedale del Basso Molise, e quali i progetti messi in campo per riportare le turnazioni dei vari operatori in un range di legalità così da poter garantire le tutte le prestazioni, dalle acuzie alle senilità passando per le nascite e per gli interventi programmati.

Domande che meritano risposte immediate e concrete perché il fulcro economico della regione Molise non potrà ancora a lungo vivere nelle incertezze e nella speranza che 'Tanto a me non capita nulla'».

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