La crociata contro la maxi-antenna alla marina di Montenero

non ci stanno dom 24 maggio 2020

Montenero Consiglieri di minoranza e cittadini temono per la salute e lo sviluppo costiero

Attualità di Valentina Gentile
3min
La crociata contro la maxi-antenna alla marina di Montenero ©Termolionline
La crociata contro la maxi-antenna alla marina di Montenero ©Termolionline

MONTENERO DI BISACCIA. In località Costa Verde presto potrebbe sorgere un nuovo ripetitore per la telefonia mobile, ma non è ancora detta l’ultima parola. I lavori iniziati il 4 maggio per un importo di 20mila euro sono al momento fermi, complice forse l’intervento dei consiglieri di minoranza Nicola D’Ascanio e Valentina Bozzelli che hanno presentato una mozione per la sospensione e che ieri mattina hanno radunato sul cantiere una delegazione di cittadini e attivisti ambientali per discuterne più ampiamente.

In tempo di pandemia abbiamo visto riaccendersi il dibattito sui rischi per la salute connessi alle tecnologie di rete mobile – il 5G su tutti. Sebbene in merito manchino ancora dati e studi significativi che confermino o escludano correlazioni fra l’aumento di intensità dei campi elettromagnetici e l’insorgenza di malattie, quello della percezione è un fattore che andrebbe messo in conto quando si parla di economia e marketing del territorio. Ed è quanto hanno fatto i consiglieri, oltre a evidenziare la questione dello scempio paesaggistico e il tipo di scelte amministrative che interessano la zona marittima montenerese.

Si legge infatti nella mozione, sottoscritta anche dai consiglieri Palombo e Rosati, che «tali impianti comportano l'impegno di tecnologie e frequenze ad alto impatto paesistico ed ambientale» e che «la popolazione residente è fortemente allarmata per le ricadute pesanti sul piano anzitutto salutistico nonché per l’imminente stagione turistica, peraltro già ampiamente compromessa per le conseguenze della perdurante pandemia da Covid-19, oltre che dannoso per le esistenti attività ricettive e commerciali operanti».

La nuova stazione radio base – «un’antenna di 30 metri che sarà visibile dalla strada, quindi dai turisti, e non è un bel biglietto da visita» sottolinea la Bozzelli – è stata messa in posa proprio a ridosso del centro commerciale e di un terreno già destinato alla costruzione di alloggi popolari, nonché a pochi metri di distanza da un altro ripetitore dello stesso tipo. Non se ne spiega l’utilità; l’azione parrebbe anzi controproducente, soprattutto considerando che «per questo terreno, dove doveva sorgere una chiesa poi spostata in altro sito, il Comune aveva speso 100mila euro: un impianto del genere ne dimezzerà il valore e complicherà l’insediamento di abitazioni e attività economiche». Un’azione, secondo D’Ascanio, che oltre al diritto alla salute calpesta quindi gli stessi interessi comunali.

L’installazione dell’impianto, per di più, non è prevista da alcun documento amministrativo di programmazione comunale e «la pratica è scarna e ridicola, essendo passata solo attraverso lo Sportello unico e poi per la commissione comunale per l’ambiente presieduta dallo stesso tecnico che firma la concessione edilizia». Gli atti sono ancora al vaglio degli oppositori che, in caso di respingimento della mozione in Consiglio, tenteranno il ricorso al Tar.

Parlando di sviluppo costiero, D’Ascanio rimarca anche l’ennesima mancata assegnazione della Bandiera blu a Montenero: sulla scelta della Fee avrebbero pesato interventi edilizi in deroga al piano regolatore, ritardi sulla valorizzazione delle aree protette e altre criticità sulle quali però l’amministrazione non fa ammenda. «Invece di capire e affrontare i problemi la maggioranza inveisce contro altri, l’opposizione nella fattispecie, che a suo dire si sarebbe resa responsabile del mancato successo. La realtà è che in dieci anni non solo non hanno risolto i problemi ambientali ma hanno aggiunto altre scelte amministrative che hanno appesantito quelli già esistenti».

Quanto al famoso e temuto 5G, quel che al gruppo preme far sapere è che «seppure le frequenze di partenza sono più basse e rientrano nei limiti consentiti dalla legge, la potenza di questi impianti può essere in futuro rimodulata da remoto senza alcun avviso».

L’allerta dei cittadini, residenti sul litorale e non, è per un eventuale compromissione irreversibile della zona. «Tutte le amministrazioni fanno della valorizzazione costiera una bandiera della campagna elettorale e poi niente; specialmente questi amministratori: sono al potere da dieci anni e non hanno fatto nulla se non danni irreparabili che neanche chi verrà dopo potrà correggere. Danni al turismo, che dovrebbe essere l'economia portante del nostro paese, ma anche alla stessa urbanizzazione, perché con uno scempio del genere né attività commerciali né ricettive penserebbero mai di investire». Molto preoccupati sul versante della salute sono invece i più anziani, come ci confida un cittadino sulla soglia degli 80 anni che dal ‘70 abita alla Costa Verde e come tutta la sua generazione ha assistito al progressivo impoverimento del litorale.

Il consigliere Nicola D’Ascanio chiude il dibattito rassicurando con forza sulla sua posizione di vigilanza: «Aspettiamo il Consiglio e informeremo tutti, auspicando anzi partecipazione; speriamo che la maggioranza si ravveda, ma se anche così non dovesse essere non lasceremo incontrollata la situazione».

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