Chiese ancora chiuse a quasi 2 anni dal sisma, sindaci e diocesi in pressing

Ricostruzione al palo lun 25 maggio 2020
Attualità di La Redazione
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La chiesa di San Giorgio Martire a Montecilfone ©TermoliOnLine
La chiesa di San Giorgio Martire a Montecilfone ©TermoliOnLine

MONTECILFONE. Complice lo stato di emergenza Covid-19, non si muove foglia ed è tutto bloccato, salvo le proroghe disposte dal Governo. Per questo motivo, la diocesi di Termoli e comuni di Castelmauro, Acquaviva Collecroce, Montecilfone, San Felice del Molise e Montemitro hanno inviato una missiva al premier Conte, al governatore Toma, alla prefettura e tutti gli eletti a Palazzo D’Aimmo, nonché Protezione civile e Mibact, su Ricostruzione post-sisma 2018 degli Edifici di culto della Diocesi di Termoli-Larino.

«Nel costante dialogo e confronto tra la Diocesi e le amministrazioni Comunali, registriamo rammarico e un persistente disagio da parte di alcune comunità colpite in modo significativo dal sisma del 2018, per la preoccupante disattenzione nei confronti della cosiddetta Ricostruzione Pesante e in particolare nei confronti degli Edifici di Culto, disattenzione ormai non più tollerabile. In particolare citiamo i casi più rilevanti: Le Chiese attualmente chiuse nei comuni di Acquaviva Collecroce, Castelmauro, Montecilfone, San Felice del Molise, Montemitro. Anche Chiese di altri Comuni, inseriti nel cratere post-sisma 2018, hanno necessità di interventi di restauro e miglioramento statico. I molti tentativi di incontri compiuti in questi ultimi due anni non hanno sortito alcun esito positivo; tutto ci sembra bloccato.

Non sappiamo per quali motivi burocratici, amministrativi, o economici il tema della Ricostruzione post-sisma 2018 ci sembra completamente eluso o dimenticato. Continuamente le comunità, specie quelle colpite in modo più grave, insistono per conoscere lo stato della situazione e i tempi necessari per poter riutilizzare i luoghi di Culto, che nei nostri piccoli centri rivestono un ruolo sociale e culturale, oltre che religioso, essenziale per la vita dell’intera comunità civile. Sindaci e Curia vescovile intendono prendere l’iniziativa di farsi carico di queste proteste e sollecitare le pubbliche amministrazioni per avere risposte certe, in tempi ragionevoli. A questa prima nota, sottoscritta dai sindaci dei paesi maggiormente colpiti, faranno seguito altre iniziative per cercare di interloquire in modo costruttivo con chi ha responsabilità in merito. Si chiede pertanto un incontro nel più breve tempo possibile con il Presidente della Regione ed eventuali suoi collaboratori, istituzionalmente interessati al tema in oggetto. Certi di un cortese e sollecito riscontro porgiamo distinti ossequi».

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