Effetto Covid-19: aumenta il costo degli alimenti, ma cala quello del pesce fresco

L'emergenza Coronavirus mar 26 maggio 2020
Attualità di Valentina Cocco
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Effetto Covid-19: aumenta costo degli alimenti, ma cala quello del pesce ©TermoliOnLine
Effetto Covid-19: aumenta costo degli alimenti, ma cala quello del pesce ©TermoliOnLine
Gli effetti del Covid-19 sul pescato locale: al mercato di Termoli

TERMOLI. Effetto Covid-19: aumenta costo degli alimenti, ma cala quello del pesce fresco.

Il Covid-19, che ormai da tre mesi ci ha costretti a cambiare le nostre abitudini di vita, ha ridimensionato non solo la nostra quotidianità ma intere filiere di mercato: mentre i prezzi di frutta, verdura ed affettati crescono inesorabilmente, soprattutto nelle grandi catene di supermercati, il costo del pesce fresco e locale subisce una leggera flessione. Certo non si può parlare di una diminuzione drastica, ma «una zuppa media costa circa dieci euro a persona», confermano dal box di Gianluca Menadeo al centro della città. Un costo che, prima della pandemia, era quasi inimmaginabile.

Ad incidere in maniera determinante sul calo del prezzo è stato proprio il virus o, meglio, le conseguenze che questo ha portato nella vita di ognuno di noi: la chiusura dei ristoranti, in primis, ha fatto calare la domanda del mercato che, per una sua legge interna, si è riflessa sul costo unitario, abbassandolo. I ristoratori, infatti, rappresentano la fetta maggiore di acquirenti del settore ittico che, in seguito alla chiusura dei locali, è venuta a mancare creando un gap incolmabile. La paura di eventuali contagi, tra la popolazione residente, ha fatto il resto: «Le persone hanno avuto paura e sono rimaste più tempo a casa, preferendo acquistare alimenti in un unico punto vendita, per diminuire il rischio di contagio, preferendo quelli congelati ed a lunga conservazione», confessa un esercente del mercato ittico.

Si stima che il prezzo sia calato di circa il 20-25% al chilo, soprattutto per ciò che concerne il pescato cosiddetto di stagione. E così, il pesce fresco diventa più abbordabile, incidendo molto meno sul budget familiare, permettendo ai termolesi di riscoprire la loro indole e le antiche tradizioni popolari: triglie, totani, polipetti, gli articoli di cui il mare Adriatico è più ricco, arrivano a costare al massimo 10 euro al chilo. Prezzo che diminuisce in base alla grandezza del pescato: i totanetti, ad esempio, sfiorano i 5 euro al chilo. Cala anche il prezzo dei pesci più pregiati, quelli che prima della pandemia erano tra i più costosi come tonno e salmone.

I cittadini, ovviamente, ne approfittano subito: il pescato fresco, in una città come Termoli, è uno dei prodotti che compone il paniere dei beni irrinunciabili, presenti sulla tavola almeno una volta a settimana. Per riuscire ad acquistare il pesce fresco, però, occorre svegliarsi presto e recarsi in uno dei due mercati della città, dove la scelta di certo non manca: salmone, tonno, gamberi, scampi, cozze, vongole, spigole e razze si mettono in bella mostra sui banchetti, pronti per essere acquistate. La scelta è abbondante, così come le quantità visto che i pescherecci escono normalmente, ma il pesce fresco termina in fretta: il termine del lockdown, che va di pari passo con la diminuzione dei prezzi, sta facendo rialzare la curva della domanda e molti box vengono presi d’assalto e chiudono alle 10, dopo aver venduto tutto ciò che era esposto.

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