Ecco perché a Santa Croce di Magliano sono fortemente contrari alle pale eoliche

L'osservatorio ven 29 maggio 2020
Attualità di Claudio de Luca
3min
Un parco eolico ©Termolionline.it
Un parco eolico ©Termolionline.it

SANTA CROCE DI MAGLIANO. Bene spesso, in Molise, i Consigli comunali non hanno approvato Regolamenti per l'installazione del fotovoltaico (e per le altre fonti di energia rinnovabile), permettendo abusi ed affari. In passato 13 associazioni ambientalistiche ebbero a rivolgere un’istanza al Governo per fermare l’emanazione dell'ennesimo decreto con cui si elargivano nuovi incentivi ai produttori di energia rinnovabile elettrica. A tale proposito i succitati sodalizi si chiedevano quali fossero i motivi per cui si intendeva apprestarne di ulteriori quando l'Italia aveva già raggiunto gli obiettivi europei con molti anni di anticipo e proprio nel momento in cui l'Esecutivo riconosceva che l’eccesso in questione era stato un errore. Eppure, curiosamente, con lo stesso decreto, si spalmavano le provvidenze già somministrate al fine di alleggerire le bollette e con un altro se ne inferivano di nuove aggravando gli importi delle stesse.

Negli anni scorsi le rinnovabili elettriche avevano contribuito al 38% del fabbisogno nazionale, conseguendo obiettivi superiori a quelli previsti dal Piano 2020 di "Strategia energetica nazionale". Addirittura l’apporto era stato, già nel 2013, del 4,5%, pari a circa l’1,3% del fabbisogno complessivo italiano; percentuale irrisoria ove paragonata all’aggressione imposta dalle migliaia di torri mortificanti paesaggio e storia locale, danneggiando fauna e biodiversità. Se i risultati sono questi, le associazioni si chiedono, ancora oggi, quali siano i motivi per cui non venga adottato alcun decreto per il buon uso delle risorse pubbliche, impiegando le residue disponibilità nella direzione di azioni di lotta ai gas-serra nel comparto: del trasporto pubblico e della mobilità sostenibile; dell’efficienza e del risparmio energetico; delle rinnovabili termiche; nella manutenzione degli impianti idroelettrici a bacino già esistenti, attraverso impianti solari, termici e fotovoltaici, da realizzare esclusivamente su superfici già urbanizzate. In altri termini, domandano che siano privilegiate azioni non invasive sul piano paesaggistico e ambientale. Ma, in effetti, quanto hanno incassato veramente i proprietari dei terreni e quanto hanno versato allo Stato?

Alcuni esempi possono metterci al corrente. Pinco Pallino contratta il prezzo di affitto di un ettaro di terreno per 3-5.000 euro. Se lo ha affittato ad un soggetto che svolge attività non agricola, percepirà un reddito "diverso" che gli sarà cumulato insieme ad altri.
Perciò supponiamo che P. abbia redditi da lavoro dipendente pari a 17.000 euro e che corrisponda un'imposta lorda di circa 4.000 €, se avrà affittato per 4.000, andrà a pagare le imposte su 21.000 e quindi un'imposta lorda di 5.000 euro circa. Ma, detrazioni a parte (che non mutano in funzione del reddito), possiamo dire che l'affitto di un ettaro di terra, al prezzo di 4.000, comporta in realtà un'entrata di 3.000, perchè 1.000 sono dovuti allo Stato a titolo di imposta. Cosa succede se P. ha un reddito più alto (diciamo 25.000 l'anno)? In questo caso, se non affittasse il suo terreno, pagherebbe le imposte su 25.000 e quindi un'imposta lorda di Euro 6.100 circa. Affittando il terreno, le imposte saranno calcolate su 29.000 e saranno pari a Euro 7.300 circa. Come si può vedere, se aumenta il reddito di base del contribuente, l'incidenza del carico fiscale dell'affitto aumenterà. Nel nostro caso la locazione di 4.000 € per un ha comporta una maggiore imposta di 1.200 €; quindi, il netto incassato sarà 2.800 a fronte di un affitto di 4.000. Questo succede nel caso in cui il proprietario del terreno conceda in affitto per usi "non agricoli". Se però l'affittuario
esercita una impresa agricola e l'impianto fotovoltaico è considerato "non plusvalente" nell'ambito di tale attività, allora il terreno è concesso in affitto per uso agricolo ed il proprietario dichiara il solo reddito dominicale. In questo caso, non ci sarà alcuna variazione nel carico fiscale. Le tasse saranno sempre le stesse sia che l'affitti, sia che non l'affitti. La legge citata, infatti, precisa che se l'affittuario è un imprenditore agricolo che produce direttamente l'energia alternativa, l'attività di produzione è assimilata a quella agricola. In sostanza è come se fosse agricola. Ma, nella maggior parte dei casi, l'attività di produzione di energia da fonti alternative è svolta da aziende industriali e commerciali. Conseguentemente, chi
affitta i terreni dovrà pagare, sul canone percepito, le tasse come se questo fosse un reddito aggiuntivo di natura diversa.

Claudio de Luca

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