Tornano le visite, in coda al San Timoteo

La ripartenza gio 04 giugno 2020
Attualità di Valentina Cocco
3min
Covid-19 cancella le visite, code al San Timoteo ©TermoliOnLine
Covid-19 cancella le visite, code al San Timoteo ©TermoliOnLine

TERMOLI. Sono le 10.40 di giovedì 4 giugno ed il sole non lascia scampo, seppure un leggero vento dia qualche piccolo sollievo alla calura semi-estiva. La fila fuori dall’ospedale San Timoteo di Termoli è lunga, tanto quanto l’attesa di chi, in coda dalle prime luci dell’alba, aspetta di poter entrare a fare una visita: «Sto aspettando mia moglie – commenta un signore accanto alla sua auto – È entrata previo appuntamento per sottoporsi ad un esame e non è ancora uscita». Come lui, sono decine le persone che aspettano i propri familiari accanto alle proprie vetture e c’è chi preferisce attendere all’interno perché «fa troppo caldo per restare fuori».

Le ore, fuori dal nosocomio, scorrono lente: si arriva, si prende il numero e ci si siede, aspettando pazientemente il proprio turno, mentre le operazioni di controllo della temperatura e consegna dei documenti da parte dei volontari scorrono inesorabili nella postazione del Pre-Triage. Alle undici meno dieci entra il numero 28, mentre la fila continua a crescere senza sosta: «Non è possibile aspettare così a lungo - lamenta una signora seduta sulle panche a disposizione, posizionate all’esterno dei cancelli di ingresso dell’ospedale termolese – Fa troppo caldo e non c’è un po’ di ombra».

È così da settimane, mesi: visite, controlli ed esami diagnostici sono tutti rimandati a data da destinarsi a causa del Covid-19 che non ha fermato solo il Mondo intero, ma ha leso anche il diritto ad essere curati per quelle patologie che non hanno nulla a che fare con il virus. Appuntamenti fissati mesi prima della pandemia che, ad oggi, sono bloccati: «Avrei dovuto fare la visita oculistica il 25 marzo, prenotata mesi fa – commenta un signore con TermoliOnLine – Sono venuto per avere delucidazioni e mi hanno risposto che è tutto bloccato. Mi chiameranno loro. Se provi a chiamare tu non rispondono».

Una sospensione che pesa e preoccupa gli utenti, ma anche i medici di base che, malgrado le mille impegnative emesse con urgenza, si trovano a fare i conti con una sanità italiana messa al muro dall’emergenza in corso: «Sono stato operato e mi hanno dimesso. Il 24 marzo alle 8.30 mi sarei dovuto sottoporre all’holter, ma è saltato tutto – confessa un utente in fila stamane – Mi hanno anche cambiato la cura ed inizio a non sentirmi bene. Non so a chi rivolgermi, cosa dovrei fare? Ho provato a chiamare in cardiologia, ma il telefono squilla senza che nessuno risponda ed il medico non può procedere alla visita. Perché? Dicono che non possono farle, ma non danno informazioni in merito».

A subire le conseguenze di una pandemia che ha trafitto in egual misura tutte le nazioni ed i settori produttivi, è anche chi aveva prenotato le visite ortopediche che si ritrova a fare i conti con gli appuntamenti saltati e le impegnative scadute e non più valide: «Ho il ginocchio gonfio da qualche mese. Ho prenotato la visita prima della pandemia ed avrei dovuto farla durante la fase 1 – ammette una donna – Mi hanno chiamata per posticiparla di qualche giorno, visto che non sapevano come si sarebbero dovuti organizzare. Nel frattempo l’impegnativa è scaduta e non ho ancora potuto fare la visita».

Non va meglio nel resto d’Italia, ammesso che questo possa in qualche modo consolare i molisani: circa il 54% degli italiani, con una media di uno su due, è stato costretto a rinviare o sospendere le cure. Il dato emerge da un’indagine condotta dall’Unione Europea delle Cooperative Uecoop/Ixé sugli effetti che l’emergenza ha provocato anche a livello assistenziale: «Il 42% ha dovuto rinviare o cancellare visite mediche per altre patologie – si legge nell’indagine – Mentre la restante parte ha visto slittare esami medici, terapie e cure». Il motivo? Presto detto: «L’emergenza della guerra al coronavirus ha assorbito la maggior parte delle risorse e del personale medico e infermieristico pubblico e privato, mobilitato per reggere il grande fronte del nord Italia ed i focolai locali, più o meno estesi creatisi».

E mentre la curva dei contagi molisani si è arrestata (siamo al sesto giorno a numero zero), quella delle visite specialistiche e degli esami, sospesi a causa del virus, continua inesorabilmente a salire. Malgrado i tentativi dell’Azienda Sanitaria di riprogrammare tutte le visite precedentemente in scaletta, gli utenti sono preoccupati per la propria salute e per quella dei propri cari: «Se non ci ucciderà il virus lo farà l’attesa», commenta amaramente qualcuno.

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