​Libertà di movimento, occorreva una buona manualità: oggi basta digitare

Storia & Amarcord dom 28 giugno 2020
Attualità di Luigi De Gregorio
2min
​Libertà di movimento, occorreva una buona manualità: oggi basta digitare ©TermoliOnLine
​Libertà di movimento, occorreva una buona manualità: oggi basta digitare ©TermoliOnLine

TERMOLI. La parola “Libertà” ha il suo fascino sin dalla rivoluzione francese (1789). E’ declinabile in tante maniere. Libertà di pensare quello che vogliamo. Libertà di amare il cioccolato e fregarsene delle diete.

Libertà di accettare dei rischi. Libertà di fare le vacanze in montagna o al mare. E tante altre. Ma ce n’è una, la libertà di muoversi che ha un’ importanza secondaria, ma solo in apparenza.

Infatti questa (la libertà di muoversi), prima del Coronavirus, la si dava come scontata e non gli si dava alcun valore, come alle cose accantonate in cantina. Ma accidenti però, come nel periodo di blockdown, ci siamo accorti della sua importanza! Ora siamo nella fase 3 e la libertà di movimento è tornata nella normalità, se pur offuscata dalla mascherina e dal distanziamento.

Detto ciò, prima che la Fiat producesse la 500, la macchina per tutti (anni 1957-1960) nel senso che il prezzo era abbordabile (465.000 Lire) naturalmente a rate, con un bel pacco di cambiali lo sappiamo tutti ci si muoveva con la bicicletta. Ma non proprio tutti. E soprattutto noi ragazzi, non disponendo della due ruote, anche scassata purché camminasse, ci si accontentava del monopattino.

E qui sta la notizia clou: il monopattino bisognava costruirselo, non era mica in vendita.

Occorrevano due assi di legno, due cuscinetti a sfera (che onestamente non ricordo dove li trovassi) ed un pizzico di manualità. Esteticamente un obbrobrio. Ma l’unica cosa che contava era che camminasse e cioè che i due cuscinetti che ovviamente avevano la funzione delle ruote fossero ben sostenute e girassero liberamente.

Brevissima riflessione. Come mai quella manualità è scomparsa del tutto ritrovandomi poi in età matura del tutto incapace di aprire perfino un scatoletta di tonno priva dell’apertura a strappo ? (ogni riferimento politico è del tutto casuale). Ma il Dna non comporta delle caratteristiche personali che permangono nel tempo? Boh mistero!

E del monopattino dei nostri giorni cosa ne pensiamo? Tutto il bene possibile, a parte alcune regole da stabilire in relazione al traffico cittadino. E per prima cosa va detto che ce ne sono di più misure: per bambini piccolissimi, per quelli un po’ più grandicelli, per ragazzi, per giovani ed adulti. In secondo luogo che viene molto utilizzato quello elettrico ( con riferimento soprattutto a Milano) e molto poco quello che necessita della spinta umana.

Infine non c’è bisogno dell’investimento dell’acquisto. Ma lo si noleggia e lo si paga in relazione al tempo di utilizzo. Ed ancora ( come avviene per le bike) il monopattino lo prendi ovunque e lo abbandoni dove vuoi, dove ti è comodo.

Viaggi alla velocità che vuoi. Se fa caldo vai un po’ più forte. Se non c’è vento lo crei in maniera proporzionale alla velocità.

Come sarebbe bello a Termoli. Dalla Madonnina al porto in 4 minuti. Altrettanto dalla stazione ferroviaria al Castello Svevo. Una passeggiata (o meglio una pattinata) sul lungomare Nord fino al Modenese ed oltre. Dalla Madonna delle Grazie all’hotel Mistral (attraverso viale Trieste). Dal Parco Comunale del Molinello alla Torretta ( Piazzale Belvedere). Se ce ne fossero disponibili alcune decine!

Che libertà. Lo possono utilizzare tutti? Si, tranne coloro che sono poco tecnologici ossia hanno poca familiarità (eufemismo) con la digitazione. Perché occorre una nuova manualità: siamo di fronte ad un prodotto antico con tecnologia moderna.

Luigi De Gregorio

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