Persone invalide e malate di tumore con linee telefoniche mute ancora una volta

Perseverare è diabolico sab 01 agosto 2020
Attualità di La Redazione
3min
Persone invalide e malate di tumore isolate dal mondo, linee telefoniche guaste ancora una volta ©Termolionline.it
Persone invalide e malate di tumore isolate dal mondo, linee telefoniche guaste ancora una volta ©Termolionline.it

SAN MARTINO IN PENSILIS. Sbagliare è umano, perseverare è diabolico. Chissà se è proprio questo quello che pensano i residenti nell’agro di San Martino in Pensilis che a distanza di un anno si sono ritrovati e sempre d’estate senza telefono. Possibile che non si riesce a garantire stabilità e continuità nella fornitura di un servizio così basilare e anche tecnologicamente ormai consolidato, mica così ardito e avanzato. Eravamo certi che dopo il nostro intervento, avvenuto a fine settembre 2019, con la Tim che in pochi giorni risolse un vulnus che stava minando alcuni nuclei familiari da mesi, tutto andasse per il verso giusto, quando invece nella seconda decade di luglio, il telefono è tornato muto e le condizioni delle persone che abitano in campagna, anziane, non possono essere certo tornate a decenni addietro, ma sono trascorsi 366 giorni per tutti. Insomma, anche nel 2020 in Basso Molise il tempo si è fermato. Lo scorso anno lo definimmo l’ossimoro di un affresco romantico di un territorio fascinoso, una vera e propria denuncia di un disservizio strisciante che lede il diritto alla vita di qualità in un contesto dove ci sono aree in cui le comunicazioni viaggiano a velocità imperscrutabili e altre dove non arrivano proprio. Rinfreschiamo la memoria, allora. Siamo nell’agro di San Martino in Pensilis, oltre il noto Bosco Pontone, la zona si chiama contrada Macchia Nera e il nome non fa altro che consolidare il presagio.

Quasi come la rappresentazione dantesca dell’accesso agli inferi, non c’è Caronte, ma una strada dissestata che annuncia: lasciate ogni speranza o voi che entrate. Ci sono delle famiglie che per un combinato disposto di natura tecnica sono letteralmente tagliate fuori dal mondo, non avevano da quasi 3 mesi la linea telefonica fissa, che si è interrotta, e lì di cellulari è meglio non parlare, non c’è campo. I tralicci della linea telefonica sono in bella vista, attraversano gratuitamente il loro territorio, e questa è una beffa, se permettete, ma non riescono a garantire con quella palificazione un servizio decente. Non bastassero disagi attuali, questa storia affonda le radici nel post sisma del 2002, quando ci volle una robusta dose di pazienza e carteggi infiniti per toglierli dall’isolamento, ma a distanza di 17 anni, la tecnologia abdava all’incontrario e di Azzurro non c’è il treno dei desideri, ma quello degli improperi, scrutando il cielo. Dove eravamo finiti? Sempre in Molise, non temete, a pochi chilometri dal confine con la Puglia e il comune di Serracapriola, dove filari di alberi segnano e tracciano il confine col Saccione a dividere i lembi di terra. Ingredienti di una storia che si intrecciava anche con vicissitudini personali, quelle dei nuclei familiari Di Giovannantonio e Corbo.

Nel primo caso c’era una donna invalida, la moglie del capofamiglia Marco, nel secondo, la signora Filomena Frangiosa era e lo è tuttora malata di tumore e assieme al consorte Pellegrino, tutti e 4 si erano rivolti al legale Marco Ugo Ciarfeo per cercare di destare la Tim e tornare a essere rintracciabili dal mondo esterno, ma nulla da fare. Eppure, le fatture che arrivavano in casa, con domicilio bancario, venivano pagate regolarmente, sull’unghia, come si soleva dire una volta. Ma il servizio era lungi dall’essere altrettanto puntuale. Non parliamo di un territorio raggiungibile in un battibaleno, se non si conoscono dossi e avvallamenti nel selciato stradale, le macchine che lo percorrono rischiano la coppa dell’olio. Tutto questo accadeva a 3 mesi dal capodanno 2020. Siamo tornati a trovarli mesi dopo, col telefono attivo, sincerandoci del buon fine della nostra denuncia. Pochi giorni fa, invece, ci arriva la notizia che dal 22 luglio il servizio si è interrotto nuovamente. Ci ha riferito la signora Corbo che lei non è capace di seguire i vari passaggi della segnalazione anomalie, ma un dato è certo: «L’impianto in parte è a terra, nei canali, e forse se si degnano di venire sul territorio, capiranno il motivo del guasto...».

Gli utenti hanno bisogno di frequenti comunicazioni con uffici e laboratori Asl in funzione della grave patologia, anche l'altro utente, Marco Di Giovannantonio, è senza linea e anche lui ha la moglieinvalida.... èproprio una disavventura, al momento lì non ci sono stati incendi ma i figli al canale ancora sono a terra, come il morale.

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