«Sanità: chiacchiere al vento!», l'affondo del comitato San Timoteo

Tempo scaduto ven 07 agosto 2020
Attualità di La Redazione
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Ospedale San Timoteo ©Termolionline.it
Ospedale San Timoteo ©Termolionline.it

TERMOLI. Torna a farsi sentire il presidente del comitato San Timoteo, Nicola Felice.

«Giunge notizia delle annunciate dimissioni del dottor Pancrazio La Foresta, primario del reparto di ortopedia dell’ospedale Cardarelli, stimato professionista che, pare, continuerà in futuro a prestare servizio in una clinica privata presente in Molise. Per molti ciò può apparire un fulmine a ciel sereno! Non è così. e potrebbe essere non l’ultimo caso.

Credo che sia giunto il momento di conoscere e analizzare le motivazioni che da qualche tempo ha indotto molti operatori sanitari, medici specialisti, di provata esperienza professionale, nonché giovani professionisti, ad abbandonare le strutture ospedaliere pubbliche presenti in Molise.

Ci sono stati anche casi in cui vincitori di concorso, a seguito dei tempi biblici per chiudere le procedure concorsuali, hanno preferito prendere servizio altrove.

Per quanto è dato sapere e riscontrato con notizie attinte dai diretti interessati, nell’ospedale San Timoteo negli ultimi tempi, oltre al personale andato in quiescenza, ci sono stati diverse dimissioni volontarie di operatori,medici e specialisti: Gastroenterologo, Urologi, Pediatri, e altri ancora.

Professionisti che seppur ben integrati nella comunità di Termoli e del basso Molise, alcuni di questi anche con origini, affetti familiari e benipresenti in questo territorio,considerata l’inconsistenza delle solite promesse di acquisti di apparecchiaturee incremento di personale, hanno preferito trasferirsi in altre regioni.

Da parte della classe dirigente e degli organi di governo del servizio sanitario regionale è il momento di capire e rimediare affinché cessinole motivazioni che causano questo fenomeno, che presumibilmente incide anche nella scarsa partecipazione ai bandi di concorso per le nuove assunzioni che l’Asrem propone.

E’ pensabile che tra le motivazioni in primis c’è l’incertezza di un futuro professionale negli attuali presidi ospedalieri in mancanza di un piano definito e rispettoso delle peculiarità delle aree territoriali, della rete ospedaliera pubblica con l’indicazione dei servizi, delle discipline mediche e delle Unità Operative Complesse per ogni presidio,integrato alla medicina territoriale.

A questo si dovrà aggiungere un crono-programma con il piano di investimenti per aggiornare e potenziare le apparecchiature tecnologiche, nonché un piano di assunzioni di nuovo personale sanitario previa definizione del fabbisogno effettivo, non più dettato dai parametri economici in rispetto al piano di rientro del debito sanitario,ora possibile.

Infatti con l’emergenza Coronavirus, vi sono i finanziamenti disponibili e la possibilità di redigere, in deroga anche ai parametri del famigerato decreto 70/2015 (Balduzzi), una Programmazione sanitaria regionale rispondente alle necessità dei molisani.

Non è più tempo di rilasciare solo dichiarazioni di convenienza, o fare “chiacchiere”, mostrare gentilezza, signorilità, senza fatti concreti!

L’emergenza Covid in molti casi sta giustificando anche l’incapacità e l’inefficienza dialcuni soggetti, ai vari livelli, preposti a programmare e amministrare i servizi e il bene comune.

E’ presumibile che ciò non potrà durare ancora per molto. Si arriverà al momento della chiarezza e delle responsabilità. Sarà il tempo in cui, come dice un detto: i “nodi” arriveranno al “pettine”e chi non è calvo si troverà a “supplicare” la calvizie».

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