In via Udine il Comitato di zona esce allo scoperto: è una manovra politica

Botta e risposta dom 09 agosto 2020
Attualità di La Redazione
4min
Marciapiedi in via Udine, il pomo della discordia ©Termolionline.it
Marciapiedi in via Udine, il pomo della discordia ©Termolionline.it

TERMOLI. «Non che pretendessimo una statua commemorativa o l’intitolazione di una piazza o di una strada. Però certo non ci saremmo mai aspettati di essere attaccati da residenti di Via Udine, dopo tutto l’impegno profuso negli anni dalla nostra costituzione ad oggi (testimoniato peraltro da una sequela di post informativi che ancora oggi sono disponibili sulla pagina Facebook del Comitato di Via Udine e Dintorni), che alla fine ha contribuito ad ottenere la riqualificazione del quartiere».

Risponde così ai promotori del cosiddetto contro-Comitato di zona l'associazione regolarmente costituita, presieduta da Rosa Zaccaro.

«Almeno questo è quello che pensiamo noi, ma a quanto pare qualcuno non sembra essere d’accordo.

L’articolo che molti termolesi avranno avuto modo di visionare ci sembra un attacco gratuito al Comitato e al suo Presidente, con la chiara intenzione di delegittimare lo stesso a non essere visto come “rappresentanza territoriale” e portavoce delle esigenze dei residenti. Benissimo. In democrazia è normale che le persone possano avere punti di vista non coincidenti ed esigenze diverse, ma l’essenza della democrazia è dettata non dal “puoi fare tutto ciò che ti piace”, bensì dal fatto che la “tua libertà finisce laddove comincia quella dell’altro”.

Ci avete mai pensato? Veniamo criticati per qualcosa in cui non c’entriamo nulla. La definizione del progetto non è stata certo discussa col Comitato, prima della sua approvazione. La suddivisione della strada con la creazione del marciapiedi a raso non è certo stata suggerita da noi, bensì dal codice della strada, oltre che dal buonsenso. Il progettista si è attenuto alle norme, poiché è a quelle che ha fatto riferimento per mettere a norma la viabilità del nostro quartiere che, ricordiamo a quanti avessero memoria corta, era in condizioni da “terzo mondo”.

Interpretiamo quindi il comunicato come un attacco politico diretto e avallato da qualcuno che politicamente ha interesse a delegittimare la rappresentanza territoriale del Comitato per evitare la problematica che più ci interessa: l’acquisizione al patrimonio pubblico del Comune di Termoli.

Dato che nel comunicato pubblicato vengono esplicitate critiche gratuite ai componenti del Comitato e nello specifico al suo Presidente con frasi diffamatorie contenenti, peraltro, oggettive falsità che saranno poste all’attenzione della competente autorità giudiziaria, senza palesare cosa sia nelle intenzioni del costituente “contro-comitato” di fare o di perseguire quale obiettivo, vorremmo chiedere a costoro se, nel loro controprogramma, prevedono di impegnarsi in prima persona a portare avanti la richiesta di acquisizione di che trattasi. Perché significa avallarne richiesta all’amministrazione attuale, che non è la stessa che ha realizzato l’intervento di messa in sicurezza. Se il costituendo controcomitato vorrà impegnarsi a farlo, saremmo ben lieti di cedere il passo ed utilizzare buona parte del nostro tempo libero alle nostre attività ludiche preferite, invece che dedicarlo al bene comune.

Se ci daranno rassicurazioni in questo senso, ben venga l’impegno di una parte di cittadini che finora non si erano accorti dell’esistenza di un progetto (certamente non approntato dal Comitato) la cui prima versione è datata 2016, che non hanno alzato dito né proferito parola sull’esecuzione dei lavori, che probabilmente avranno apprezzato il fatto di vedere trasformato il volto del proprio quartiere da “terzomondista” a “quartiere residenziale”, fatto salvo poi di criticare il fatto che il Comitato avesse sottratto loro il parcheggio sotto casa, a trenta centimetri dal cancello di ingresso alle proprie abitazioni. Sacrilegio. E chi è il Comitato per decidere questa cosa? Avremmo dovuto metterla a referendum, per decidere se rispettare la Legge oppure no.

Non sempre ciò che più ci fa comodo coincide con ciò che è giusto, realizzabile e, soprattutto, legale. Se fosse così ciascuno di noi sarebbe felice come una Pasqua. Ma sappiamo tutti che funziona diversamente: per ottenere la riqualificazione del quartiere abbiamo dovuto sostenere una vera “battaglia burocratica”, non solo dietro gli scritti da “leoni da tastiera”, come siamo stati apostrofati. Non siamo nuovi a questa tipologia di commenti, qualcuno lo ricorderà, come ricorderà il fatto di essere stato invitato a guardare le nostre facce negli articoli apparsi sulle testate locali quando negli incontri nelle varie Commissioni Comunali siamo intervenuti personalmente a portare le ragioni della collettività. Commissioni aperte al pubblico, lo ricordiamo, ma non ci pare che vi si sia potuta rilevare la presenza di nessuno dei soggetti che oggi ci criticano.

L’impegno del Comitato non si è mai fermato alla sola tastiera, anche se quest’ultima ha fortemente contribuito a dare forza alle ragioni dei residenti. Ma se dovessero essere tutti d’accordo nel ritenere l’azione del Comitato conclusa, saremo ben lieti di scioglierci e lasciare il posto ai giovani leoni che, finora, hanno saputo solo dare prova di saper criticare il Comitato, senza peraltro palesarne i veri motivi. Basta che portino rassicurazioni sull’impegno a far acquisire le strade. Pensate che qualcuno di costoro sia in grado di raccogliere il guanto di sfida o si nasconderanno dietro (nascondendolo) il personaggio che ha architettato la farsa? Ai posteri l’ardua sentenza.

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