Il saluto di don Gabriele Mascilongo per i 50 anni di sacerdozio

La celebrazione lun 10 agosto 2020
Attualità di La Redazione
6min
Il saluto di don Gabriele ©Termolionline
Il saluto di don Gabriele ©Termolionline

TERMOLI. Don Gabriele Mascilongo ha festeggiato ieri il 50entesimo anniversario dell’ordinazione presbiteriale. Ieri mattina nella Cattedrale di Santa Maria della Purificazione si è svolta la celebrazione eucaristica tenuta dal Vescovo di Termoli–Larino, monsignor Gianfranco De Luca.

Tutta la comunità diocesana ha festeggiato Don Gabriele, ringraziandolo del servizio prestato nel corso del suo ministero. Un pensiero di affetto e di condivisione, in una giornata speciale, è giunto anche dai suoi cugini di Campobasso.

A Don Gabriele gli auguri da Giovanni, Massimo e Roberta e delle rispettive famiglie.

La celebrazione eucaristica è stata proposta in diretta Facebook, condividendo lo streaming della Diocesi.

Ecco il saluto di don Gabriele al termine della messa.

Eccellenza Reverendissima,

cari Confratelli nel Sacerdozio, carissimi tutti,

vi ringrazio per la vostra presenza e perché avete voluto condividere con me questo momento di rendimento di grazie al Datore di ogni bene.

La mia gratitudine sale innanzitutto a Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo. In Lui viviamo, ci muoviamo ed esistiamo (At 17,28). È Lui la fonte della mia esistenza (cf Sal 104, 33), della vocazione sacerdotale e del ministero pastorale. Quello che ho potuto fare io è stato il poco, il minimo. Ho risposto “sì” a Colui che mi ha chiamato. Sua è stata l’iniziativa, sua la forza spirituale – una presenza mite, costante e sicura, come il sussurro di una brezza leggera (1Re, 19, 12) – che mi ha sostenuto, negli anni della formazione e in quelli del ministero sacro.

Certo, il Signore donerà il suo bene

e la nostra terra darà il suo frutto;

i suoi passi tracceranno il cammino (Sal 84, 13-14).

Questi versetti che abbiamo pregato nel Salmo responsoriale tracciano il cammino di questi cinquant’anni. I suoi passi hanno tracciato il mio cammino e, insieme al salmista, posso cantare: Sì, la sua salvezza è vicina a chi lo teme (Sal 84, 10).

A Cristo Buon Pastore, rendo grazie per tutti i benefici ricevuti, a Lui confesso le fragilità e debolezze, le colpe, che, di sicuro, hanno rallentato l’agire della sua grazia in me e nel mio ministero, ed invoco la sua misericordia.

Un cammino lungo quello che ho percorso, pieno di gioie e di realizzazioni, ma anche di stanchezza e sofferenza, perché la vita è così. Quante fatiche e quante soddisfazioni. Per tutto ringrazio la Santissima Trinità. E rendo grazie alla Vergine, Madre dei Sacerdoti – Santa Maria della Purificazione, Regina e Decoro del Carmelo – che ha accompagnato costantemente i miei passi con la sua premurosa e materna protezione.

In questo cammino il Signore mi ha posto accanto tante persone, dono del suo amore, che hanno accompagnato e reso possibile che la mia vocazione e il mio ministero fiorissero e portassero frutto.

Innanzitutto i miei genitori, Giovanni e Carmela, attraverso di loro ho ricevuto la vita e la prima formazione umana e cristiana; insieme a loro i miei nonni. Dal cielo dove si trovano - ne sono certo - condividono la gioia di questo momento. Il mio grazie va, poi, a Lina e a Claudio, che per me sono stati non solo sorella e cognato, ma anche madre e padre; mi hanno accolto nella loro casa e mi fanno sentire ogni giorno la gioia e il calore della famiglia. Grazie, per tutto. La gratitudine abbraccia i miei nipoti e pronipoti, che con la loro presenza e il loro affetto allietano la mia vita, i parenti e tutti gli amici.

Non posso dimenticare quanti hanno curato la mia formazione presbiterale e hanno accompagnato il mio ministero. Sono veramente tanti, Vescovi e Sacerdoti. Posso ricordare solo il nome di alcuni, ma la mia gratitudine li accomuna tutti: Mons. Rocco Sciarretta, il mio parroco, che mi ha indirizzato in Seminario e di cui sono stato Vicario parrocchiale nei primi quindici anni del mio sacerdozio, dal 1970 al 1985. Mons. Pietro Santoro che è stato non solo mio Rettore nel Seminario Regionale di Benevento ma anche il Vescovo che mi ha ordinato presbitero e ha guidato i primi dieci anni del mio sacerdozio (è sepolto nella cripta di questa Cattedrale). Mons. Cosmo Francesco Ruppi che mi ha voluto accanto a sé come primo collaboratore; Mons. Domenico D’Ambrosio, che sempre mi ha circondato di apprezzamento e affetto, di cui sono stato Vicario Generale durante tutto il suo episcopato termolese. Tutti gli altri Vescovi e i confratelli Sacerdoti che in questi cinquant’anni mi hanno sostenuto con il loro esempio, la fraternità condivisa e la collaborazione.

Grazie a Lei Eccellenza Mons. Gianfranco perché in questi ultimi quindici anni non ha mancato di farmi sentire la sua fraternità e stima.

Il mio pensiero va alle due Comunità parrocchiali in cui ho svolto e svolgo il mio ministero di Parroco: la Comunità di Maria SS.ma del Monte Carmelo e la Comunità, piccola e significativa, della Cattedrale, cuore della nostra Chiesa diocesana. È in questa Chiesa Cattedrale che sono stato battezzato; qui ho ricevuto i Sacramenti dell’iniziazione cristiana e l’ordinazione presbiterale; qui ho svolto il ministero pastorale per trenta dei cinquant’anni. E la parrocchia del Carmelo mi ha accolto per la prima volta come Parroco: abbiamo camminato e lavorato insieme per tanti anni.

Il mio grazie va ai tanti collaboratrici e collaboratori laiche e laici che hanno condiviso con me la fatica e la gioia della pastorale nelle due Comunità parrocchiali e nella grande famiglia dell’Azione Cattolica diocesana. Senza di voi avrei fatto ben poco. Tanti volti affollano la mia memoria in questo momento. A tutti e a ciascuno singolarmente, voglio ripetere oggi la mia affettuosa gratitudine e la mia riconoscenza, per l’accoglienza, l’impegno, la condivisione, l’entusiasmo, la dedizione, e anche per la tanta pazienza e l’incoraggiamento.

Prima di concludere, voglio ricordare un’altra esperienza del mio ministero sacerdotale che ha segnato gli ultimi venti anni di questo lungo percorso: il Tribunale ecclesiastico abruzzese molisano, al servizio della giustizia della Chiesa, prima come Difensore del Vincolo, poi come Giudice e da alcuni mesi come Vicario Giudiziale aggiunto.

Carissimi tutti, ancora grazie di essere qui, grazie della vostra amicizia e del vostro affetto, grazie perché con me e per me fate salire oggi al Signore il rendimento di grazie per tutti i suoi benefici.

Insieme al mio grazie, a tutti chiedo perdono per le volte in cui non sono stato testimone credibile del Padre, non ho lasciato trasparire la presenza di Gesù risorto e vivo, non ho permesso che protagonista fosse lo Spirito Santo Amore; vi chiedo perdono per le mie stanchezze e le mie mancanze.

Vi chiedo di continuare a pregare per me, affinché Cristo Pastore eterno mi conceda di poter ancora amare e servire la sua Chiesa con gioia ed entusiasmo per la realizzazione del suo Regno.

Dopo la celebrazione ci sarebbe dovuto essere un momento di festa, com’è consuetudine; ma non mi è sembrato questo il momento opportuno, per l’emergenza sanitaria ancora in atto e per i difficili mesi trascorsi. Ripensando alle sofferenze, ai tanti morti e alle numerose famiglie in difficoltà economica, questo momento verrà rinviato a tempi più propizi. Scusatemi per questo. (Grazie per il regalo; avevo chiesto di non fare regali ma voi avete affettuosamente disobbedito). Al termine della Celebrazione, se vorrete, passerò da ciascuno per consegnare il ricordino di questo cinquantesimo; sarà il modo per salutarci in sostituzione di baci e abbracci.

Il Signore Gesù, anche in questo momento di prova per tutto il mondo, ci ripete Coraggio, non abbiate paura! (Mt 14, 27). L’augurio, che si fa preghiera, per ciascuno di voi e per i prossimi anni del mio cammino sacerdotale, è che in ogni circostanza lieta e triste possiamo proclamare con fede viva: Davvero tu sei Figlio di Dio! (Mt 14, 33).

Il Signore che ha iniziato in me la sua opera la porti a compimento (Cf. Rito dell’ordinazione presbiterale, 127).

Grazie ancora a tutti. Il Signore vi benedica e vi colmi di ogni bene.

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