Res.e.t. a San Giacomo degli Schiavoni: la prima giornata
SAN GIACOMO DEGLI SCHIAVONI. Il 18 settembre alle 18.30 ci ritroviamo al parco comunale di San Giacomo degli Schiavoni per dialogare con Savino Monterisi del suo libro Cronache della Restanza.
Savino è un "ritornante", uno che come alcuni di noi dopo anni passati fuori, in città o all'estero, ha deciso di tornare a casa sua, tra le sue montagne, nelle "aree interne" a noi molto familiari.
Il libro è un racconto degli ultimi quattro anni, delle sue esperienze e riflessioni, di una scelta di vita che può sembrare romantica ma che richiede un grande sforzo di costruzione del futuro, privato e collettivo.
Ecco "Cronache della restanza", spiegato con le parole dell'autore:
"Le pagine raccolte nel libro “Cronache della restanza”, sono un condensato degli ultimi quattro anni della mia vita. Non hanno la pretesa di essere un saggio o un romanzo né vogliono essere esaustive su uno dei temi più interessanti e meno esplorati del nostro Paese: lo stato dell’arte delle aree interne, delle montagne e dei cosiddetti “ritornanti”. È piuttosto un insieme vagamente connesso di riflessioni, dubbi, sfoghi, ritratti, racconti e frammenti della vita di un ragazzo che a ventisei anni si è accorto che le luci scintillanti delle città non erano altro che l’oro inutile nella storia di Re Mida. C’era invece un campo lungo inesplorato a est, dove le persone si salutano ancora per strada e la vita scorre più sofferente e genuina che altrove. Da questo spazio ho sentito la necessità di ripartire per costruire un futuro. Privato e politico si sono mescolati come nella migliore tradizione autonoma e ben presto questa scelta di vita è diventata una radicale contrapposizione allo stato di cose che vive questa parte di Paese mai citata dai telegiornali che arrivano qui soltanto per la cronaca nera e le tragedie.
È iniziato tutto pressappoco così, come il diario di bordo di un viaggio disorganizzato fra paesi stupendi in via di abbandono, ricchissimi di storia e di storie, case abitate da piante di fico e che si sgretolano col primo soffio di vento, montagne aspre e fragili da cui è impossibile allontanarsi, boschi sconfinati che in autunno diventano fitte trame di colori e in primavera sono case accoglienti e poi ancora tanta gente dotata di una dignità d’altri tempi che ha impresso in volto i segni della sofferenza e della fatica. Con passione e sacrificio si sopravvive in questi luoghi nonostante lo Stato si sia ormai ritirato da tempo."