Gestioni delle Province in Molise, Corte dei Conti interviene sui bilanci 2017

L'osservatorio mar 22 settembre 2020
Attualità di Claudio de Luca
2min
Provincia di Campobasso ©Dal web
Provincia di Campobasso ©Dal web

CAMPOBASSO. I due presidenti delle Province molisane (Francesco Roberti per Campobasso ed Alfredo Ricci per Isernia) sono subentrati in ruoli che hanno fatto riversare sulle loro persone costi ereditari eccessivi, ritenuti oramai fuori di ogni controllo.

E la situazione è diventata cronica al punto che la Procura della Corte dei conti è dovuta intervenire.

Nel 2017 la Provincia pentra era stata resa destinataria di una comunicazione “per una serie di carenze e di criticità riscontrate”. Poiché, successivamente, non erano stati adottati provvedimenti a correzione, i Giudici hanno ritenuto di dovere ammonire ancora una volta l’Ente. Pure la Sede di via Roma, a Campobasso, ha dovuto patire rimproveri per i meccanismi di spesa, definiti “fuori controllo”. Insomma i due Sindaci, per avere acquisito lo ‘status’ di Presidenti delle due Province in virtù delle modifiche apportate sui citati Enti, hanno ereditato grane (una sull’altra) procurate dai gestori (di segno ‘dem’) che li avevano preceduti.

Ciò posto, nella Sede di via Berta (ironia della sorte i nuovi amministratori hanno dovuto rispondere con riferimento a quanto ‘Berta’… aveva ‘filato’), hanno tentato di porre riparo; e, così, taluni miglioramenti di gestione hanno riguardato i tempi dei pagamenti; oggi – per i saldi - occorrono 62 giorni contro i 92 del 2017. Ma ciò non basta, ritengono i Giudici contabili, perché il dato dev’essere ancora migliorato, soprattutto perché rimangono da coprire transazioni per 880mila euro su di un totale di 2.770.553 corrisposte oltre i termini. Per di più, in ordine ai controlli interni di gestione la Provincia pentra indossa da tempo una maglia dai colori cupi, ineludibili per opportunità ma trattati con sistemi che non permettono di migliorare gli interventi.

A, tale proposito, alla Corte dei conti si parla di inefficienza dell’azione amministrativa posta in essere. Dal suo canto la Provincia di Campobasso non procederebbe meglio. I buchi dei meccanismi di spesa risalgono al 2018 (questo è vero), ma anche gli amministratori post-riforma – nonostante qualche impegno approntato – mostrano di permanere ‘in herrore’. Al fine di verificare la tenuta dell’ente, gli addetti alla Ragioneria hanno dovuto compilare un meccanismo, peraltro introdotto sin dal 2000, che fotografa il sistema dei controlli interni; ma, pur apportando “correzioni e sostituzioni in sede di risposta istruttoria è stato reso un quadro poco lineare degli aspetti oggetto di verifica”. Di qui la ricompilazione di una seconda versione del questionario e l’intimazione a precisare “le criticità registrate soprattutto con riferimento agli organismi partecipati” da cui occorre prelevare le quote sociali. A tale proposito, viene in evidenza la situazione della società cooperativa “Contado di Molise” (che doveva offrire servizi alle biblioteche) di cui la Provincia detiene il 9% delle quote.

Ora l’organismo è finito in liquidazione e, agli atti dell’Ente, mancano alcuni bilanci. La Procura della Corte dei conti persevera nelle sue rampogne e sottolinea che, anche nello stadio finale della liquidazione, a via Roma non possono esimersi da esercitare il controllo sulla partecipata. Sotto esame alte spese quali, ad esempio, quelle relative ai compensi per i componenti del Collegio dei revisori, lievitato del 42,9%. Ma non solo. Un’altra indennità, che si sperava di vedere non corrisposta, visto che i due Presidenti già percepivano le rispettive indennità per la sindacatura comunale. Al contrario, puntualmente, è stata introdotta quella per i Presidenti di Provincia (e cioè per loro stessi) che, prima, svolgevano gratuitamente il loro compito. E’ stata utilizzata la legge n. 157/2019 che riconosce un compenso pari a quello percepito da un sindaco del Comune capoluogo, pari a 4.500 euro/mense.

Claudio de Luca

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