Condanna di don Marino confermata in Cassazione, approvano Ascari e Testamento

Il commento mer 23 settembre 2020
Attualità di La Redazione
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Le deputate del Movimento 5 Stelle ©TermoliOnline.it
Le deputate del Movimento 5 Stelle ©TermoliOnline.it

ROMA. Le deputate pentastellate Rosa Alba Testamento e Stefania Ascari si dichiarano soddisfatte per la conferma della condanna di Don Marino da parte della Cassazione. Sulle indagini eseguite a Larino indirizzata interrogazione a Bonafede.

“Manifestiamo approvazione per la notizia della conferma da parte della Corte di Cassazione della condanna in appello a 4 anni e 10 mesi di Don Marino Genova, parroco di Portocannone, per le ripetute violenze sessuali compiute nei confronti di Giada Vitale, ancora minorenne all’epoca dei fatti.

Abbiamo incontrato Giada alcuni mesi fa e la sua storia ci ha subito enormemente colpito. Le auguriamo che questa sentenza possa contribuire a restituirle un minimo di serenità e senso di giustizia dopo le terribili sofferenze di questi anni”. Lo dichiarano Rosalba Testamento, Portavoce molisana del #M5S alla Camera dei Deputati e Stefania Ascari, componente #M5S della Commissione Giustizia di Montecitorio.

“La pronuncia della Cassazione – continuano le due parlamentari - chiude definitivamente uno dei due procedimenti che erano stati aperti a carico di Don Marino e cioè quello degli abusi sessuali compiuti sulla ragazza fino al compimento dei 14 anni. L’altro, quello riguardante le violenze avvenute dopo i 14 anni, è stato archiviato una prima volte dal gip della Procura della Repubblica di Larino nel 2016, in quanto i fatti non sarebbero stati contrassegnati da minaccia o persuasione e il compimento del quattordicesimo anno legittimava il consenso, e poi definitivamente nel 2019, nonostante medici e psicologi abbiano evidenziato come Giada Vitale nel suo rapporto con Don Marino si trovasse in una condizione di forte soggezione e inferiorità psichica e il consenso fosse stato costruito attraverso il «conferimento ingannevole di normalità ai comportamenti sessualizzati».

Proprio in merito a questo secondo procedimento abbiamo indirizzato un’interrogazione al Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede chiedendogli se intenda valutare l’esistenza dei presupposti per l’avvio di iniziative ispettive presso gli uffici giudiziari coinvolti“ - concludono.

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