Classi a distanza e contatti remoti col Covid, urge un protocollo locale tra Asrem e scuole

Allarmismo gio 24 settembre 2020
Attualità di Emanuele Bracone
1min
​Mascherine a scuola ©Universomamma
​Mascherine a scuola ©Universomamma

TERMOLI. Sta diventando complicata la questione relativa al protocollo Covid in città. Una classe della scuola media dell'istituto comprensivo Oddo Bernacchia, una terza, era stata data in uscita già prima delle 10 a causa della presenza in aula di uno studente che non stava bene.

Nel giro di pochi minuti l'allarme è rientrato, di fatto un alunno si è sentito effettivamente male, ma la classe non è stata fatta uscire.

Resta sempre il vulnus di chi non osservando le indicazioni del Governo e del Ministero dell'Istruzione, disattende la misurazione della temperatura a casa, per poi eventualmente non mandare il figlio (o la figlia a scuola).

Ovviamente non entriamo nel merito del caso di specie, ma lo prendiamo a esempio, poiché negli ultimi giorni, a seguito del cluster di Portocannone legato alla casa di riposo "Villa Adriatica" ben 13 erano state le classi distribuite in 4 scuole superiori della città a dover chiudere e attivare la didattica a distanza integrativa.

A dieci giorni dalla prima campanella e dopo i primi problemi derivanti da contatti con positivi e contatti di contatti, l'opzione più utile sarebbe quella di concordare un protocollo integrativo di secondo livello, dopo quello dell'Iss, con Asrem, Ufficio scolastico regionale e istituti sparsi sul territorio.

La pensano così anche alcuni addetti ai lavori, dopo il lavoro fatto in via preliminare e propedeutica all'avvio dell'anno scolastico post Covid, ma anche coi primi riscontri pratici.

L'obiettivo potrebbe essere quello di sterilizzare a monte il rischio di ingenerare l'allarme sociale, asoslutamente deleterio e non necessario, specie in questa fase e con le stagioni più fredde in ingresso.

Al di là dei gruppi social e WhatsApp che la fanno da padrone, spesso anche divulgando notizie non verificate, puntuale sarebbe anche la comunicazione istituzionale delle scuole, sempre nel rispetto della privacy, magari di concerto con gli enti locali di riferimento.

Sono partite centinaia di telefonate allarmate dai genitori ai vari plessi cittadini e la domanda era se ci fossero casi di Covid a scuola.

Il Molise è una realtà monitorabile, per fortuna, diversamente da regioni demograficamente più grandi, da qui l'esigenza di calibrare anche gli interventi cautelativi e prudenziali, poiché se si va anche oltre le prescrizioni dell'Istituto superiore di sanità si entrerebbe in un loop infinito. Tunnel dal quale difficilmente si potrà venir fuori. Ci sarà sempre e dovunque un contatto del contatto del caso.

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