Quando si attiva il Coc, Protezione civile intermittente

L'osservatorio lun 28 settembre 2020
Attualità di Claudio de Luca
3min
Palazzo Ducale ©Termolionline.it
Palazzo Ducale ©Termolionline.it

LARINO. A seguito dei contagi da coronavirus, Palazzo ducale si è dato il ‘Coc’ (Centro operativo comunale). Ma sono veramente in pochi a
sapere che tale struttura era già contenuta nel Piano comunale per la protezione civile, attivato nel sindacato del prof. Pardo Spina. Fu
elaborato dal funzionario che si occupava all’epoca della materia che poi, assieme al preposto ai Servizi tecnici, ne approntò per un’eventuale esondazione dell’invaso del Liscione, dedicato alla protezione (e, quindi, all’evacuazione) delle famiglie che, con gli animali e gli automezzi, abitavano a valle della diga. Per far comprendere quanto – a Palazzo – avessero poco in cale questi due lavori, basti dire che il primo fu parzialmente riveduto solo dopo alcuni lustri; cosicché figuravano, tra gli operatori attivi, dipendenti già posti in quiescenza.

Il P.p.c. descrive le procedure necessarie a fronteggiare una calamità ed è il principale strumento di supporto di un Sindaco. Il risultato parte dall’analisi: 1) del territorio e dei fenomeni a cui è soggetto; 2) delle potenziali fonti di pericolo per la popolazione e per i beni presenti sul territorio; 3) dei rischi a cui sono esposti e giunge alla individuazione dei ‘poericula’ collegati. Si tratta di uno strumento flessibile che deve coinvolgere e coordinare le strutture presenti sul territorio comunale: Enti, Uffici e Corpi (anche estranei al Comune, istituzionalmente preposti alla protezione civile, oltre che le forze del volontariato.

Per esempio, in tempo di ‘lockdown, avrebbe dovuto informare sulla mobilità, sugli esercizi commerciali aperti, sulle forniture di mascherine, sulla disponibilità per la richiesta di farmaci; disporre per l’eventuale rimpatrio di cittadini, per il sostegno economico ai meno abbienti e per la fornitura di pasti pronti.

Il Coc è organizzato, (sottolineo) permanentemente, in ambiti di attività che richiedono l’azione, congiunta e coordinata, di soggetti diversi. E’ compito delle funzioni predisporre le iniziative per garantire l’efficienza del Centro in situazioni di emergenza, attraverso la definizione di specifici “piani di settore”, con l’obiettivo: di individuare i referenti delle funzioni; di garantire l’aggiornamento del Piano per tenere sotto controllo l’emergenza che vede - per ogni funzione - un unico responsabile. Nei casi di specie, al Coc compete: la valutazione delle esigenze in relazione all’evolversi della situazione; il coordinamento degli interventi di soccorso e di assistenza, sulla scorta delle procedure previste per ogni singola ipotesi di rischio;
l’inoltro di richieste di aiuti ad altri Enti ed Organi. Il Coc deve inoltre coordinare le comunicazioni con la Prefettura, con la Sala operativa regionale e con gli altri organi sovra comunali ed occuparsi dell’organizzazione dell’attività informativa generale e specifica.

Tutto ciò posto, appare palese che si tratti di una struttura permanente, voluta dal Piano di protezione civile da cui il Sindaco deve trarre i suggerimenti per agire e per ordinare (il termine ‘decretare’, dunque, è del tutto fuori luogo), senza i caratteri dell’urgenza e della contingibilità che c’entrano come i cavoli a merenda. Limitare, per ciò stesso, la formazione del Coc agli esercenti le funzioni dirigenziali nel Comune è fortemente limitativo, atteso che occorre coinvolgere e coordinare ‘tutte’ le strutture presenti sul territorio comunale (vale a dire Enti, Uffici e Corpi istituzionalmente preposti alla protezione civile, oltre che le forze del volontariato).

Al contrario, l’ultima ordinanza sindacale attiva risorse che non hanno alcuna necessità di ottemperare ai ‘comandamenti’, avendo già certi obblighi in virtù dell’incardinamento nella struttura organica del Palazzo. In buona sostanza, un Coc deve avere un ruolo fisso nell’organigramma dell’ente, senza pensare di istituirlo soltanto perché ci sono stati casi di contagio a Larino. Insomma la sua operatività dev’essere programmata costantemente nel tempo perché la Protezione civile non è materia che attiene soltanto all’emergenza quanto piuttosto qualcosa che ha bisogno di essere sempre manipolato per essere pronto all’uso. ‘Dulcis in fundo’, indovinate ‘chi’ non è stato cooptato nel Coc, così come composto? L’apicale preposto alla Protezione civile. D’altronde, ricorderete che, nella Commissione per i buoni-pasto, non fu inserito l’assistente sociale dell’Ente.

Claudio de Luca

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