«Nessun rappresentante dei lavoratori nel futuro Cda Stellantis (Fca-Psa), è un errore»

La critica mar 29 settembre 2020
Attualità di La Redazione
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Fca Termoli ©Termolionline
Fca Termoli ©Termolionline

TERMOLI. Dobbiamo farci l’abitudine, sentiremo sempre più il nome Stellantis, e meno quelli di Fca e Psa nel prossimo futuro. Intanto, prime grane sindacali sulla fusione tra i due colossi dell’auto europei.

Nel venturo Cda del nuovo gruppo automotive che nascerà dall’integrazione tra Fiat e Peugeot (per citare i marchi più noti) non ci saranno rappresentanze espresse dai lavoratori e il tandem di vertice della Fim-Cisl, Roberto Benaglia e Ferdinando Uliano si dichiara deluso e insoddisfatto: «E’ un errore, è mancato il coraggio di una scelta strategica importante».

«Siamo stati informati da parte di Fca della nomina degli undici componenti del Cda di Stellantis. Esprimiamo la nostra insoddisfazione e delusione, sul mancato coinvolgimento delle organizzazioni sindacali, nella individuazione del componente che dovrebbe rappresentare i lavoratori di Fca nel futuro Cda di Stellantis.

E’ un errore quello compiuto da Fca, non ci sono attenuanti. L’azienda Fca ha deciso di fare da se nell’individuare il componente che dovrebbe, simmetricamente a quello già presente in Psa, rappresentare i lavoratori di Fiat Chrysler Automobile. In Psa grazie ad una legislazione a sostegno il rappresentante è stato eletto dal Comitato Aziendale, riconosciuto da un accordo aziendale, che rappresenta le organizzazioni sindacali presenti in tutti i siti mondiali.

Come Fim e come Cisl da anni riteniamo che il processo di partecipazione dei lavoratori nelle imprese è un aspetto che qualifica e da valore al contributo che uomini e donne danno ogni giorno nei contesti lavorativi. La partecipazione dei lavoratori è per noi strategica e la si esercita su più livelli. Dal coinvolgimento dal basso degli stessi nei processi lavorativi che li riguardano direttamente, all’esercizio dell’attività sindacale attraverso l’elezione democratica della sua rappresentanza nei luoghi di lavoro e come rivendichiamo da molti anni anche da una sua rappresentanza dentro i Consigli di Amministrazione o nei Comitati di Sorveglianza.

Quest’ultimo è il meno diffuso e meno praticato dalle imprese del nostro paese, anche per l’assenza di una legislazione a sostegno, differentemente da quella francese. E’ per questo motivo che avevamo giudicato molto positiva l’opportunità che poteva determinarsi con la nascita di Stellantis. E’ per questo motivo che consideriamo la decisione di Fca non all’altezza dei tempi e delle sfide che abbiamo difronte, forse vittima ancora di vecchi schemi culturali presenti nella imprenditoria italiana e anglosassone. Il nostro ruolo e la nostra azione sindacale non l’avremmo mai delegato a nessun componente all’interno di nessun Cda, ma la presenza di un componente di espressione dei lavoratori lo consideriamo un valore aggiunto per qualsiasi impresa.

Come Fim-Cisl riteniamo sia indispensabile comunque che tutto il movimento sindacale di Fca, apra un confronto con il componente nominato, di origine italiana, per porgli le questioni che riguardano direttamente i lavoratori di Fca e gli obiettivi che come organizzazioni sindacali di rappresentanza democratica dei lavoratori riteniamo indispensabile avanzare, e per verificare nel concreto quali sono le modalità con le quali intende esercitare il ruolo assegnato. Per la Fim-Cisl sono fondamentali i piani industriali, degli investimenti e delle scelte sui modelli e le piattaforme produttive che meglio possano valorizzare e salvaguardare l’occupazione espressa in Fca.

Nel contempo crediamo sia indispensabile che, anche in rapporto con Industrial Global Union e le altre organizzazioni sindacali del Gruppo, si debbano individuare le soluzioni che portino anche le rappresentanze sindacali di Fca ad esprimere un proprio rappresentante dentro il Cda di Stellantis».

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