I lockdown non servirebbero se il 95% dei cittadini usasse la mascherina

Storia & Amarcord dom 22 novembre 2020
Attualità di Luigi De Gregorio
4min
Mascherine ©Termolionline
Mascherine ©Termolionline

TERMOLI. Il parere degli scienziati dell’Accademia reale svedese, quelli che assegnano i premi Nobel per la matematica e la chimica, conferma indirettamente che ad oggi la strategia stop and go è perdente. Mentre quella vincente deve basarsi sull’annullamento del comportamento antimascherina. Vediamone il perché.

Storicamente e secondo logica una nazione che scende in guerra (di qualsiasi tipo)si pone l’obiettivo di vincere e per raggiungerlo elabora una strategia. Invece l’Italia ( e non solo) nella lotta al Covid prende tante iniziative che, però, nell’insieme non costituiscono una strategia vincente nei riguardi del virus .

Per dimostrare la presente tesi occorre, prima di tutto, fare delle precisazioni che possono sembrare ovvie. Eppure, senza di esse, si rischia di rimanere nel groviglio degli avvenimenti, nel pantano delle deresponsabilizzazioni, nell’ambiguità della nebbia. Gli elementi da chiarire sono tre: il nemico, i complici, l’ospedale da campo.

Il nemico è il Covid.

Che il nemico sia il Covid lo sanno tutti. Ma per abbatterlo bisogna conoscerlo bene. E dopo alcune incertezze iniziali da parte degli esperti si è giunti alla seguenti conclusioni:

- il Virus ha un tallone di Achille rappresentato dalla sua necessità di sopravvivenza mediante il passaggio da una persona ad un’altra attraverso il muco e la saliva, per attaccarne delle cellule e svilupparsi ( generando così la pandemia per l’uomo).

- gli strumenti idonei per evitare il trasferimento pandemico sopra detto sono: distanza, mascherina, igiene delle mani.

- inoltre secondo gli scienziatidell’Accademia reale Svedese delle Scienze, (quelli che assegnano i premi Nobel per la fisica e la chimica)se tutti, o quasi, ossia se il 95% della popolazione utilizzasse la mascherina i lockdownnon servirebbero.

e la morte e la sconfitta totale del virus sarebbe certa. Come pure abusandodi Lapalisse, è vero il contrario: fino a quando ci sarà una minoranza che non utilizzerà le armi ( la nota terna) di combattimento, il virus sopravvivrà.

I complici del virus

Purtroppo ci sono delle persone non solo in Italia, ma in Europa ed in tutto l’ Occidente che per vari motivi (ignoranza, contrapposizione ai governi, fideisti della loro inattaccabilità, i bastian contrari per carattere etc… non fanno uso di qualcuno dei tre strumenti di difesa disponibili.

Questo comportamento ha come conseguenza che essi diventano complici del virus in quanto (senza distanza, mascherina e igiene) assumono la funzione di traghettatori del virus mantenendolo così in vita ed incrementando la pandemia.

Suddetto ruolo di traghettatori è così importante e vitale che essi in sostanza più che complici sono da considerarsi il vero nemico.

In altre parole: alcuni umani (in maniera consapevole o meno) sono nemici dell’umanità. Nemici fortunatamente da non abbattere, ma dei quali è necessario cambiare il comportamento.

Ma di fronte al nuovo obiettivo di portare delle minoranze ad essere solidali con il resto dell’umanità e non complici del virus, le democrazie occidentali appaiono timide: non elaborano un piano di informazionedi controllo e di sanzioni severe congrue con l’entità della tragedia crescente. E quindi bloccanti il comportamento letale dei colpevoli allergici alla terna strumentale alla lotta al virus. Invece appaiono esortative, come se nonfossero consapevoli che solo l’obbedienza a quei tre piccoli sacrifici può salvare economia e salute.

E purtroppo a fronte dell’assenza di una strategia che abbia come target l’annullamento del fuoco amico ( i traghettatori umani) si procede in una serie di go and stop di lockdown che riduce i danni ( in termini economici e di vite umane) ma allontana l’attenzione e le risorse intellettive dall’obiettivo finale e letale per il virus ottenibile solo con l’azzeramento dei comportamenti complici del virus.

Ospedale da campo

In tutte le battaglie dei secoli passatiesisteva una linea del fronte rispetto alla quale si fronteggiavano i due eserciti in lotta. Ed ognuno aveva alle proprie spalle, o comunque vicino alla zona di combattimento, un ospedale da campo chiamato anche posto medico avanzato o posto di primo soccorso. In esso venivano portati tutti i soldati che erano stati feriti in combattimento con l’ovvio scopo di curarli o se possibile strapparli alla morte.

In questa guerra al Covid, lui l’Invisibile ha prodotto già molti morti e moltissimi feriti che curati dopo un certo tempo tornano a star bene.

Potremmo dire che tutto l’apparato costituito dagli ospedali, pronti soccorso, autoambulanze, le apparecchiature respiratorie i tamponi etc rappresenta l’Ospedale da campo in questa guerra epocale con il virus.Ospedale che va alimentato e rinforzatosecondo le esigenze sia conrisorse umane (medici infermieri …) sia con risorse tangibili e funzionali. (respiratori, tamponi,reagenti etc …)

Mancanza di una strategia vincente

Come volevasi dimostrare. Non c’è stata e non c’è una strategia vincente. Perché curare i feriti è un dovere. Ed è quello che è stato fatto con le risorse disponibili rivelatosi scarse, male organizzate, ma piene di orgoglio e di spirito di sacrificio. Ma l’attività per curare e salvare le vite umane non va confusa con quella necessaria a combattere coloro che sono i generatori delle vittime .

In sostanza è mancato e manca un piano di lotta operativo contro i complici del virus da parte della dirigenza politica: per scarsa fiducia in se stessa, per timore di focolai di disubbidienza civile o di rivolta, per mancanza di cultura strategica, per assuefazione alla rassegnazione, per sottomissione al destino,per genuino e ingenuo attendismo del vaccino? Boh, non è dato sapere.

Certo è che solo con una strategia indirizzata ai complici del virus diventati il vero nemico si riesce a salvare la salute e l’economia.

Luigi De Gregorio

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