«Mi chiamo Giulia», le studentesse della Brigida: ribellarsi alle ferite d'amore

Il messaggio gio 26 novembre 2020
Attualità di La Redazione
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Mi chiamo Giulia ©TermoliOnLine
Mi chiamo Giulia ©TermoliOnLine
«Mi chiamo Giulia», le studentesse della Brigida: ribellarsi alle ferite d'amore

TERMOLI. In occasione del 25 novembre, Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, gli alunni della classe 3^ O dell’ Istituto Comprensivo Brigida di Termoli, guidati dalle docenti referenti proff. Del Vecchio Angela, De Silvio Daniela e Zarlenga Marianna, hanno realizzato un breve video messaggio sulle donne ancora oggi discriminate e vittime di violenza di genere. Si sono fatti così portavoce di un’iniziativa che ha voluto promuovere il rispetto e la dignità della donna in quanto persona.

MI CHIAMO GIULIA è stato il titolo scelto dell’attività: un invito a reagire e a ribellarsi a quelle “ferite d’amore” il più delle volte mortali, causate da uomini violenti che spesso sostenevano di amarle.

Le riflessioni, condivise a scuola con il supporto dei docenti di classe, sono diventate un vero grido d’allarme contro il fenomeno del femminicidio sempre più diffuso nel nostro tempo. La violenza sulle donne è un problema di prima importanza e le sue radici andrebbero ricercate anche nella cultura patriarcale, su cui è ancora basata la nostra società e sradicate grazie all’educazione di genere. E’ importante sensibilizzare, educare al rispetto e acquisire sin da piccole, fiducia e sicurezza in se stesse, nel proprio essere donna, perché l’amore non è mai violenza, e il rispetto non è un’opzione e non si deve lottare per conquistarselo. (tra le riflessioni espresse dai ragazzi su questa tematica così importante e delicata).

E’ ora di cambiare. Nel 2020 non è più accettabile che le donne vengano ancora ritenute inferiori e siano vittime di abusi e violenze, per cui il messaggio lanciato da ragazzi così giovani, è quello di dare un messaggio di speranza a tutte quelle donne (e non solo) che ancora oggi sono vittime di violenze non denunciate, violenze di tipo fisico ma anche psicologico, vessazioni economiche, minacce, violenze sessuali, persecuzioni, violenze che purtroppo hanno visto un drammatico aumento di casi tra le mura domestiche durante il lockdown dovuto alla pandemia, ed è assurdo pensare che quasi sempre chi ricorre alla violenza “abbia le chiavi di casa”.

In memoria di Aycha El Abioui e Loredana Scalone, ultime vittime di femminicidio, in Italia, 25 novembre 2020

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