«Ministro Speranza anche il popolo molisano ha diritto alla tutela della salute»

L'emergenza coronavirus ven 27 novembre 2020
Attualità di La Redazione
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Ospedale San Timoteo ©Termolionline.it
Ospedale San Timoteo ©Termolionline.it

CAMPOBASSO. Sindacati della sanità contro la gestione dell'emergenza sanitaria, sei le sigle, quelle che hanno già proclamato lo stato di agitazione e che hanno animato gli ultimi presidi.

Foltissimo l'indirizzario a cui è stata inviata una vera e propria denuncia, dalle tre Procure del Molise ai prefetti, dai vertici regionali al Ministro Roberto Speranza, dal capo della Protezione civile Borrelli, per passare all'Ispettorato del Lavoro, ai consiglieri regionali, all'Anci Molise e finire con la struttura commissariale.

«Le scriventi organizzazioni sindacali, a tutela dei cittadini molisani e dei lavoratori della sanità, denunciano la totale approssimazione e disorganizzazione nella gestione della sanità molisana che mette a rischio la sicurezza degli stessi operatori e dei cittadini. Le sovrapposizioni e le ingerenze nelle decisioni tra il Commissario ad acta, il sub Commissario, la Direzione Generale dell’ A S Re M e il Presidente della Regione Molise, anziché definire un piano adeguato per l’emergenza che individuasse un centro “indipendente” per la cura del paziente covid – 19, hanno prodotto un’inutile perdita di tempo, tanto da arrivare impreparati al secondo picco della pandemia con evidenti scelte fallimentari. Attualmente, i tre ospedali della regione (Campobasso, Isernia, Termoli) sono stati inopportunamente, impegnati nella gestione della pandemia con rischi enormi di contagio tra gli operatori. L’ospedale “ A.Cardarelli ” di Campobasso, unico ospedale Hub della Regione Molise, che doveva essere il nosocomio di riferimento regionale per garantire l’assistenza e la cura di tutte le patologie tempo dipendenti, è ormai quasi totalmente assorbito dall’ assistenza a pazienti covid - 19, tant’è che la rianimazione è adibita esclusivamente alle cure intensive dei pazienti covid -19 a danno dei pazienti non covid che vengono operati d’urgenza e trasferiti in ambulanza in altri ospedali, con tutti i rischi connessi, soprattutto per le patologie tempo dipendenti che necessitano di cure intensive in rianimazione. Negli ospedali di Isernia e Termoli attualmente si assistono indistintamente pazienti covid e pazienti non covid in attesa di ricevere la disponibilità al trasferimento presso l’ospedale di Campobasso dei pazienti positivi al virus.

Quest’attesa provoca, nonostante l’uso dei dispositivi di protezione, il contagio degli operatori. Il servizio di emergenza 118 in difformità a quanto previsto dal dm 70/2015, è stato trasformato in servizio ordinario dedicato al trasporto secondario dagli ospedali periferici all’ospedale di Campobasso sguarnendo di fatto sistematicamente, i servizi salvavita per le patologie tempo-dipendenti. A questo si aggiunge anche la totale assenza della medicina territoriale e della medicina preventiva. Risultano indispensabili assunzioni straordinarie considerato che il personale attualmente in servizio presso l’ASReM, già in perenne sofferenza perché sotto organico già prima della pandemia , si è ulteriormente ridotto rispetto alla fase “uno” a causa del diffondersi del virus e non può essere sostituito in quanto nessun altro operatore è stato assunto di recente; infatti, sono oltre cinquanta gli operatori attualmente positivi al covid e alcuni di loro con i segni clinici della malattia. E’ stato solo prorogato lo stesso numero di lavoratori assunti a P.IVA nella fase iniziale della pandemia che risultano comunque pochi e senza tutele. L’approssimazione, l’inefficacia e la distanza tra ciò che è indicato negli atti e nel piano, rispetto a quanto accade realmente nelle corsie degli ospedali, è abissale e l’ultima dichiarazione del Direttore Generale, in merito all’ impossibilità del rischio di contagiarsi degli operatori sanitari perché dotati di DPI (ma mai formati adeguatamente dal datore di lavoro) è inaccettabile e irriguardoso nei loro confronti, perché da sempre sono in prima linea mettendo a rischio la propria vita ma, tali affermazioni evidenziano una non reale conoscenza del problema e l’assoluta approssimazione nella gestione di questa emergenza. E’ utile evidenziare che oggi se arrivano ancora risposte sanitarie ai cittadini è solo grazie all’abnegazione di questi professionisti che in prima linea continuano a mettere a rischio la propria vita. Essi hanno il diritto di lavorare in sicurezza nel pieno rispetto delle norme contrattuali che difatti non sono garantite. Le indennità economiche previste dal CCNL vengono riconosciute solo in parte ed il bonus covid – 19, promesso dalla regione Molise, ancora non viene trasferito nelle casse dell’ ASReM. In generale gli istituti contrattuali sono stati completamente snaturati e l’orario di lavoro è stato imposto dall’ASReM a dodici ore giornaliere, non rispettando le norme contrattuali. Si ricorre sistematicamente all’istituto della pronta disponibilità, riducendo ulteriormente i già pochi periodi di riposo dei lavoratori, per assicurare i turni di servizio vista la cronica e gravissima carenza di organico. I percorsi individuati, in maniera frettolosa e senza i requisiti minimi di legge, non sono percorribili in sicurezza per le numerose promiscuità presenti. In maniera sistematica nei percorsi “puliti” ci si imbatte con pazienti positivi con e senza barella di biocontenimento, si incontrano operatori che trasportano pazienti deceduti diretti all’obitorio ospedaliero.

Al contrario nei percorsi “sporchi” ci si imbatte spesso con l’utenza diretta nei vari ambulatori o servizi disseminati all’interno delle strutture ospedaliere regionali. Si denuncia inoltre l’assenza di percorsi dedicati per il vitto dei pazienti e la fornitura e lo smaltimento della biancheria pulita/ sporca. Gli spogliatoi del personale ospedaliero e del personale in servizio sul territorio producono assembramenti nelle ore di cambio turno, sono completamente abbandonati in totale degrado e relegati in spazi angusti, senza alcun rispetto delle normative emanate in prossimità della pandemia da Covid-19.

Sulla scorta di tutto quanto premesso le scriventi organizzazioni sindacali chiedono: - Ai Procuratori della Repubblica di Campobasso, Isernia e Larino di verificare se l’assistenza erogata in promiscuità (pazienti Covid e pazienti no-Covid) determina nocumento alla salute dei nostri cittadini e dei lavoratori della sanità. - All’ Ispettorato Territoriale del Lavoro di Campobasso-Isernia di intervenire affinché l’azienda sanitaria ripristini gli orari di lavoro previsti dai CCNL e dalle normative vigenti perché 12 ore giornaliere sono incompatibili e insopportabili da parte dei lavoratori che registrano un’età media ben oltre la media nazionale. - Al Presidente della Regione Molise, al Commissario ad acta, alla sub Commissario e ai vertici aziendali dell’Asrem di evitare contrapposizioni e di appoggiare l’intervento sostitutivo dello stato centrale per la gestione dell’emergenza evitando di ostacolarne l’intervento, dato atto che questa regione ha una percentuale di pazienti deceduti tra le più alte d’Italia. Pertanto, le scriventi organizzazioni sindacali sollecitano l’autorevole intervento dell’Onorevole Ministro della Salute per verificare l’operato e le eventuali responsabilità di tutti gli attori che hanno portato al collasso la sanità molisana e, se necessario, sostituirsi con un intervento diretto dello stato nella gestione dell’emergenza covid adottando eventualmente provvedimenti di rimozione e/o sostituzione degli stessi con il mandato prioritario, a chi subentra, di organizzare un sistema sanitario appropriato per la cura dei cittadini molisani, di assumere personale a sufficienza per affrontare l’emergenza, garantire i Lea e abbattere le lunghe liste di attesa. Distinti saluti. Così come sancito dall’art.32 della Costituzione Italiana: Anche il popolo Molisano ha diritto alla tutela della SALUTE!«

CGIL FP CISL FP UIL FPL FIALS-confsal FSI – USAE NURSING UP A.

Amantini A. Valvona T. Boccardo C. Vasile F. De Gugliemo M. Luciano

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