Sette riflessioni anti-Covid: lettera aperta al Presidente Mattarella e al premier Conte

Storia & Amarcord dom 29 novembre 2020
Attualità di Luigi De Gregorio
2min
Mascherine ©TermoliOnLine
Mascherine ©TermoliOnLine

TERMOLI. Lettera aperta ai vertici dello Stato italiano.

Signor Presidente della Repubblica Sergio Mattarella Signor Primo Ministro Giuseppe Conte, qui di seguito espongo in sette punti, partendo dall’attuale situazione pandemica, una linea operativa intesa, in poco tempo, a salvare sia la salute sia l’economia:

1. L’attuale strategia di stop and go dei lockdown riduce il numero delle vittime del Covid, ma comporta ugualmente morti e danni economici, almeno fino a quando il vaccino non sarà distribuito all’80% della popolazione. E quindi non a breve.

2. L’attuale attività per curare e sottrarre alla morte le persone colpite dal virus non può essere confusa con quella necessaria per combattere il nemico. Perché curare i malati è un dovere. Ed è quello che viene fatto con le risorse disponibili rivelatesi scarse, non sempre bene organizzate, ma piene di orgoglio e di spirito di sacrificio. Ma salvare le vite umane è cosa diversa dal combattere il nemico generatore delle vittime.

3. E’ opportuno ricordare che ci sono delle parti minoritarie della popolazione che non si adeguano all’uso della nota terna : mascherina, distanza, igiene delle mani. Questo comportamento ha, come conseguenza, che esse diventino complici del virus, in quanto (senza distanza, mascherina e igiene) assumono la funzione di traghettatori del virus, mantenendolo così in vita ed incrementando la pandemia. Suddetto ruolo di traghettatori è così importante e vitale che esse in sostanza, più che complici, sono da considerarsi il vero nemico. Ed il Paese non può permettere che così pochi portino lutti e miseria a molti.

4. Il parere degli esperti. Il Dottor Hans Kluge, direttore regionale dell’Oms per l’Europa e gli scienziati dell’Accademia reale svedese delle Scienze (che assegnano i premi Nobel della matematica e della chimica) affermano che se il 95% della cittadinanza usasse la mascherina, i lockdown non servirebbero.

5. In relazione ai punti precedenti 3 e 4, occorre abbandonare la linea non risolutiva degli stop end go dei lockdown e realizzare un piano avente dei punti operativi intesi all’obiettivo del 95% sopraddetto. Esso è denominabile, appunto per semplicità, “Obiettivo 95%” ed è fattibile in 1 settimana con una task force costituita da un mix di esperti con saperi tecnici ed umanistici.

6. Il piano “Obiettivo 95%”, oltre ad una ventina di punti operativi che costituiscono la sua essenza (informazione, controllo e sanzioni severe congrue con l’entità della tragedia crescente e, quindi, bloccanti il comportamento letale dei colpevoli allergici alla terna strumentale alla lotta al virus) dovrà contenere un piano di comunicazione ad hoc per il coinvolgimento dei cittadini. Il raggiungimento reale dell’obiettivo (95%) sarà fattibile in 1 mese.

7. Il su esposto percorso strategico salva la salute e l’economia dimostrando che, in questo specifico caso pandemico, non siamo affatto di fronte all’impossibile geometrica quadratura del cerchio.

8. Quanto sopra, almeno in parte, è stato esposto in maniera più ampia nella pubblicazione di domenica scorsa.

Con stima

Luigi De Gregorio

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