«Non è solo il percorso a rendere sicuro un ospedale Non Covid»

L'emergenza coronavirus mar 01 dicembre 2020
Attualità di La Redazione
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Il Pronto soccorso del San Timoteo ©TermoliOnLine
Il Pronto soccorso del San Timoteo ©TermoliOnLine

TERMOLI. La riflessione sul Covid-Non Covid all’ospedale San Timoteo è stata fatta dal patologo clinico Giancarlo Totaro:

«La presenza di malati Covid nella Medicina di urgenza all'ospedale San Timoteo di Termoli non è un problema giudiziario che si può affrontare con dei ripetuti intervento del Nas che possono cogliere e rilevare solo inadempienze estemporanee ma non possono dare soluzioni che solo la politica sanitaria può dare.

Se bastasse sistemare un percorso per rendere sicuro un ospedale allora che ben vengano il Nas ma il problema è molto più complesso .

Quindi che ben vengano i Carabinieri del Nas ma nessuna illusione che si possa risolvere il problema che richiede azioni di riorganizzazione dell'intero sistema sanitario regionale ridotto allo stato larvale dai tagli violenti subiti negli ultimi 20 anni.

Una medicina d'urgenza in quanto tale non può avere i requisiti di sicurezza di un reparto strutturato di malattie infettive, e Dio sa quanto infettivo è il Coronavirus, e se le cose sono andate bene fino ad oggi non vuol dire lo stesso si possa sicuramente garantire per il futuro.

Altrimenti se così fosse non ci sarebbe alcun problema e questi malati si potrebbero ricoverare ovunque con le dovute attenzioni come si fa per altre malattie contagiose, ma purtroppo così non è.

Basta un semplice percorso valido per dare la patente di idoneità ai ricoveri dei pazienti Covido serve una struttura organizzata ed idonea completa di tutti i requisiti tecnologici, professionali, strutturali e di conoscenze specialistiche?

Qui stiamo parlando di una pandemia che sta facendo milioni di morti eppure ancora crediamo a Babbo Natale.

Continuo ad essere convintissimo, senza remore o il minimo dubbio ,che sia meglio per l'ospedale di Termoli e per tutti che i malati Covid non vengano tenuti nella Medicina di Urgenza di un ospedale No Covid ma debbano solo transitarvi per essere individuati ,soccorsi e ricoverati "immediatamente" presso un centro Covid.

Il problema quindi non è giudiziario ma è una questione di politica e di organizzazione sanitaria che si affronta in sedi e modalità di merito che non sono quelle delle caserme o dei tribunali.

Pare acclarato, come da innegabili notizie di pubblica conoscenza, che in questi giorni il reparto di Medicina di Urgenza di Termoli ha ospitato e ospita molti pazienti Covid in diritto di ricevere le dovute cure.

Se tutto è regolare allora bisogna prendere atto che la medicina di Urgenza di Termoli non trasferendo immeditatamente (entro poche ore) e occupando continuativamente i posti letto in dotazione, è diventata suo malgrado, un mild Covid Department di un ospedale no Covid e non può più svolgere il suo ruolo istituzionale di ricovero perché ovviamente non si possono ricoverare i pazienti no-Covid con altre patologie.

Domanda non secondaria: dove stanno andando adesso i pazienti della Medicina di Urgenza (ricoveri non programmabili ma urgenti) con una altissima "produttività" che è/era un fiore all'occhiello del San Timoteo di Termoli?

Non sarebbe meglio preparare ed aprire un centro Covid a bassa intensità di cura/Covid hotel/mild Covid department a Larino?»

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