Rissa in campo, la replica del presidente del Portocannone Adamo Musacchio

ven 10 giugno 2022
Cronaca di La Redazione
1min
L'asd Portocannone 1993 ©TermoliOnLine
L'asd Portocannone 1993 ©TermoliOnLine

PORTOCANNONE. Subito l'affondo con la nota stampa della società San Giorgio Chieuti, dopo la pubblicazione delle decisioni arbitrali, nel referto di gara, l'Asd Portocannone 1993 replica a sua volta, attraverso il presidente Adamo Musacchio.

«Vorrei ribattere a onore del vero su quanto detto sui media locali e sui media pugliesi riguardo l'incontro di calcio disputato sabato 4 giugno col Chieuti. Quanto riportato, dipinge i calciatori e la comunità del Portocannone come un covo di delinquenza. Il comunicato ufficiale della federazione dice che la mini rissa in campo è stata scatenata dal calciatore del Chieuti, dinanzi alla moglie ed al figlioletto, dando una testata al calciatore del Portocannone, dopo averlo ingiuriato per tutta la partita. I nostri ragazzi hanno sempre rispettato tutti gli avversari con i quali si sono incontrati sui campi di calcio, lo dimostra il fatto che a fine partita con tutti compreso i ragazzi del Chieuti, si sono fermati a bere birra nei pressi del barretto all'interno dello stadio.

Per quel che riguarda l'episodio increscioso, hanno reagito dopo essere stati ignobilmente colpiti da colui che a dire dai suoi stessi compagni è solito avere simili comportamenti non proprio sportivi. Con la presente non è mia intenzione creare conflitti e polemiche con società che come la nostra, stanno in piedi grazie al sacrificio ed al volontariato, pertanto dovremmo cercare di tenere, soprattutto fuori dal campo di calcio atteggiamenti che stemperino gli animi dei ragazzi e non gettare benzina sul fuoco così come è stato fatto. Aggiungo che prima di pubblicare o mandare in onda un servizio così lesivo per tutta una comunità, bisognerebbe appurare i fatti e quanto di vero sia realmente accaduto, tutto quello che i media pubblicano diventa virale, diffamando non solo una società di calcio ma l'intera comunità che essa stessa rappresenta. Mi riservo di adire le vie legali più opportune a tutela dei miei ragazzi e di tutta la comunità».

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