Lutti e sangue sulle strade, «Occorre immediato segnale di cambiamento nell'estate»

L'istanza gio 11 agosto 2022
Cronaca di La Redazione
5min
L'ultimo tragico incidente sulla statale 16 ©Termolionline.it
L'ultimo tragico incidente sulla statale 16 ©Termolionline.it

TERMOLI. Lutti e sangue sulle strade, l'Aifvs Aps (Associazione italiana familiari e vittime della strada) chiede un immediato segnale di cambiamento per l'estate, che deve essere dato ai cittadini.

«A fronte dei continui gravissimi incidenti, il 35%, l’espressione che sorge dal cuore di noi familiari di vittime è solamente una: basta con il modo superficiale di gestire il problema della strage stradale! Non abbiamo cosa farcene delle parole di convenienza usate dalle autorità in occasione di gravissimi incidenti stradali; vogliamo piuttosto che le istituzioni politiche ed amministrative, compresa la giustizia, riflettano sulle condizioni che mantengono la strage, scrutino le loro responsabilità e riconoscano che le trasgressioni degli utenti della strada sono da collegare alle carenze rilevabili in tutti i settori che hanno a che fare con la prevenzione: informazione, formazione, coordinamento, controlli ed infrastrutture, di cui sono responsabili le istituzioni. Prova di tali carenze è anche il mancato raggiungimento dell’obiettivo europeo: l’Italia, infatti, nel 2019 non ha ridotto la strage del 50% ma solo del 22,9%. La Strage Stradale, pertanto, continua, con 9 morti al giorno e 661 feriti al giorno – (dati Istat 2019, il 2020 non fa testo per il lockdown, i dati 2021 non ancora verificati dall’Istat, ma la strage continua e si incrementa, allarme dell’Asaps) – è pandemia, è un problema di sanità pubblica non trattato con lo stesso rigore del covid 19, come se fosse un fatto privato. Tali condizioni permettono di affermare che la prevenzione non è ancora priorità dello Stato, ma tuttavia resta sempre la priorità della nostra AIFVS, la cui mission è: “fermare la strage stradale, dare giustizia ai superstiti”, è la risposta al dolore della perdita trasformato in un impegno di miglioramento umano e sociale. 

La commissione europea ci ricorda che “la prevenzione è una responsabilità condivisa”, pertanto ciascuno deve fare la propria parte per la difesa dei valori inviolabili, come la vita e la salute, ed agire in collaborazione per raggiungere obiettivi finalizzati a promuovere un cambiamento, fondato sulla rigorosa considerazione dei fatti.

 Di fronte a tali “libertà” dei nostri decisori politici si può restare scoraggiati o possiamo anche chiarire a noi stessi e agli altri che il cambiamento non è impossibile ma è difficile, perché esige l’interazione tra cultura ed etica con tutto ciò che ne consegue sul piano della testimonianza: la libertà non è permettersi di fare qualunque cosa, ma è saper dire “no, io non ci sto” quando le proposte confliggono con la scala dei valori e con il ruolo esercitato, e nel contempo indicare anche alternative, finalizzate ad orientare l’impegno per una società più civile e più giusta, obiettivo affidato ai politici che ci rappresentano ed anche a ciascuno di noi.

L’interesse comune è fermare la strage stradale, operando in sinergia, essendo “la prevenzione una responsabilità condivisa” e puntando sulla formazione: “conoscere per prevenire” è lo slogan adeguato, per capire che l’alcol è tossico e per compiere scelte autonome, al fine di salvaguardare il bene prezioso della salute propria e degli altri e una relazionalità positiva, aperta ad incontri improntati al rispetto umano.

Si rilevano delle incoerenze: ad esempio, si parla tanto di denatalità in Italia e i nostri decisori per aiutare la natalità stabiliscono misure di aiuto alle famiglie con il contributo per i figli minori di 21 anni. Tale decisione, che sembra buona in sé, confligge con l’assoluto silenzio delle istituzioni sulla strage stradale, nella quale perdono la vita in maggioranza i giovani: una misura coerente con il rispetto della vita esigerebbe che le istituzioni si impegnassero per porre fine alla strage stradale, tutelando la vita di coloro che sono già nati!

Al fine di sostenere iniziative che non sono immediate, richiedendo tempo e sinergie per essere attuate e finalizzate a fermare la strage stradale, chiediamo alle SS.LL. di impegnarsi per:

1) Istituire una rubrica fissa televisiva per passare dalla cronaca all’informazione formativa, trattando con continuità e nei tempi di maggiore ascolto televisivo i temi dell’incidentalità stradale, fare chiarezza sulle cause e sulle misure da prendere, ed inoltre comunicare il Piano nazionale della sicurezza stradale, perché i cittadini sappiano cosa sta facendo lo Stato per prevenire la violenza stradale e così collaborare. Vogliamo che la prevenzione sia priorità dello Stato per salvaguardare la vita e la salute.

2) Sostenere l’impegno a “conoscere per prevenire”, al fine di tutelare la vita e la salute. Prendendo spunto dalla campagna lanciata dalla Dana Alliance for Brain Initiatives, che ricorre ogni anno nella seconda settimana di marzo, sollecitare i Ministeri interessati – alla Salute, all’Istruzione, all’Interno, alle Infrastrutture – ad istituire con decreto interministeriale una campagna di informazione sistematica, da realizzare in tutte le scuole secondarie di primo e secondo grado, riguardante gli studi sul cervello e sui danni che ad esso conseguono, anche in modo irreversibile, a causa dell’uso delle sostanze alcoliche o stupefacenti. Si tratta di passare dagli interventi a macchia di leopardo e spesso solo ad opera del privato sociale, ad interventi di sistema e a tappeto, ripetuti negli anni e controllando i risultati, organizzati dai Ministeri interessati ai quali il privato sociale offre la propria collaborazione. 

3) Condividere e sostenere la sfida dell’AIFVS orientata a promuovere un cambiamento dal basso, dalle città nelle quali operano le sedi dell’AIFVS. Riteniamo che l’obiettivo “Vittime Zero” riferito dall’Europa al 2050, e preceduto dalla riduzione del 50% della strage nel decennio 2021-2030, debba essere invece raggiunto con tappe territoriali: prima possibile nel decennio 2021-2030 “Zero Vittime nelle città”. Un obiettivo, condiviso con la FEVR (Federazione Europea delle Vittime della Strada), che si fonda sulla consapevolezza che i problemi del territorio ci appartengono e dobbiamo mobilitarci per risolverli attraverso la sinergia tra società civile e istituzioni che operano nel territorio.

L’associazione, si legge, “quale Ente no profit che persegue, tra l’altro, lo scopo di tutelare i diritti civili e le vittime della strada svolgendo, a tal fine, ogni attività utile a prevenire pericoli per la circolazione e l’incolumità degli utenti delle strade”, vuole portare all’attenzione “i numerosi e drammatici episodi legati all’incidentalità stradale che negli ultimi mesi hanno riguardato la regione Molise, prosegue l’associazione che chiede “che vengano intensificati i controlli da parte delle pattuglie con finalità di contrasto alla guida in stato di ebrezza e sotto effetto di stupefacenti. Comprendiamo le difficoltà legate alla carenza di organico ma non possiamo subordinare a questo l’importanza della vita umana”, conclude l’Aifvs Aps, con i referenti Antonio Gravino e Michele Cianci.

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