L'allerta tsunami, il presidio e l'allarme cessato: fari accesi sulla sicurezza a Rio Vivo
TERMOLI. Rientrato l’allarme tsunami, o meglio sulle possibili onde anomale che avrebbero potuto formarsi dopo le violente scosse di terremoto registrate nel bacino del Mediterraneo, tra Turchia e Siria.
Emergenza durata circa 5 ore, dopo il lancio diffuso alle 3.15, fino alla revoca diramata alle 7.15.
Allerta che ha messo in moto tutta la catena della Protezione civile, dal dipartimento nazionale a quello regionale (in Molise e nelle altre regioni interessate), coinvolgendo le prefetture di riferimento e i Comuni costieri, come quello di Termoli.
Mobilitate le forze dell’ordine, Carabinieri, Polizia, Vigili del fuoco, con la cabina di regia nella sala operativa della Protezione civile molisana, col direttore Manuele Brasiello che si è messo in contatto direttamente con gli amministratori della costa, a Termoli col sindaco Francesco Roberti e il responsabile della struttura locale di Protezione civile, Gianfranco Bove, che hanno attivato attraverso il comandante Pietro Cappella la Polizia locale di Termoli, che dalle 5 ha presidiato il litorale di Rio Vivo.
Un’allerta che ha determinato anche l’interruzione temporanea della linea ferroviaria nei territori considerati a rischio, anch’essa poi revocata, col ripristino delle corse.
Il dipartimento della Protezione civile ha revocato l'allerta maremoto per possibili onde sulle coste italiane in seguito al sisma di magnitudo 7.9 con epicentro tra Turchia e Siria registrato alle ore 02.17. La revoca è stata disposta sulla base dei dati elaborati dal Centro Allerta Tsunami (Cat) dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia.
Certo, dopo un mese di gennaio con gli allagamenti, sembra non avere tregua il quartiere di Rio Vivo.
Potrebbe essere l’occasione per mettere a punto un piano nazionale dettagliato da far calare sul territorio, per fronteggiare fenomeni come quello annunciato e poi, fortunatamente, rientrato, con un censimento delle abitazioni a un solo piano e indicazioni certe per ricoveri d’urgenza in strutture pubbliche. D’altro canto è sempre meglio prevenire.