Morte di Antonio Splendido, a giudizio Lembo e Procino

Stop & go mar 20 novembre 2018
Cronaca di La Redazione
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Tribunale di Larino ©TermoliOnLine
Tribunale di Larino ©TermoliOnLine

TERMOLI. Svolta clamorosa nella vicenda dell’infortunio sul lavoro mortale che sei anni e mezzo fa costò la vita all’allora 51enne Antonio Splendido, nel cantiere Iacp di Colle Macchiuzzo. Annullata in Cassazione l’ordinanza di proscioglimento a carico di Nicola Lembo e Antonio Procino, lunedì 12 novembre i due sono stati rinviati a giudizio. A renderlo noto i legali della famiglia Splendido, Matteo Antonio Starace, Giovanni Maria Giaquinto, Fabio Debellis e Michele Minischetti, che hanno ripercorso il lungo iter processuale.

«Era il 26 giugno 2012 quando Antonio Splendido, muratore originario di San Severo, durante le operazioni di disarmo del sottotetto di un fabbricato per alloggi popolari sito in Termoli alla Contrada Macchiuzzo, cadeva rovinosamente al suolo da un'altezza di circa sette metri restando privo di vita. Una morte bianca evitabile, un incidente sul lavoro dovuto al mancato rispetto delle più elementari norme di prevenzione. Omicidio colposo per violazione delle condizioni minime di sicurezza ai fini dell'effettuazione dei lavori in quota è il reato contestato dalla Procura della Repubblica di Larino a Nicola Lembo, nella qualità di responsabile del procedimento nominato dall'Ente committente Iacp della Provincia di Campobasso, e Antonio Procino, coordinatore per la sicurezza sul cantiere in fase di esecuzione.

I due, prosciolti in un primo momento, lo scorso 12 novembre sono stati rinviati a giudizio dal Giudice dell’Udienza Preliminare di Larino, dottor Federico Scioli, a seguito dell'annullamento con rinvio della Suprema Corte di Cassazione. Gli imputati saranno giudicati dal Tribunale Monocratico di Larino all’udienza del 28 marzo 2019. Ricordiamo che è in atto la fase dibattimentale per Robertino Peca, titolare della impresa affidataria dei lavori e responsabile della sicurezza, e per Antonio Splendido, titolare della impresa subappaltatrice e titolare di lavoro della omonima vittima. Gli eredi del defunto, costituitisi parti civili, hanno espresso il loro più sentito e vivo ringraziamento agli avvocati Matteo Antonio Starace, Giovanni Maria Giaquinto, Fabio Debellis e Michele Minischetti per l'attività difensiva sinora svolta, in quanto non arresisi dinanzi al primo scoglio, rappresentato dal proscioglimento in udienza preliminare di Lembo e Procino e, continuando a sostenere strenuamente le ragioni delle persone offese, hanno evidenziato il consolidato orientamento in tema di "posizioni di garanzia dell'altrui incolumità"; in conseguenza, sono riusciti ad ottenere dapprima l'annullamento della sentenza larinese e, successivamente, il rinvio a giudizio di Lembo e Procino.

Ora si attende che la Giustizia prosegua il suo corso ed accerti le responsabilità di ciascuno nella causazione di quel maledetto incidente.

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