Operazione Raddoppio, tutti ai domiciliari
LARINO. Tutti e sei agli arresti domiciliari gli indagati a cui i Carabinieri hanno notificato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere giusto all’alba di una settimana fa. Tra lunedì e martedì sono comparsi al tribunale di Larino, dinanzi al gip Rosaria Vecchi, i 4 termolesi ristretti al carcere frentano di contrada Monte Arcano, arrestati nell’ambito dell’Operazione Raddoppio, eseguita venerdì corso dai Carabinieri della compagnia di Termoli col supporto del comando provinciale di Campobasso e della compagnia di Lucera.
A difenderne due è stato l’avvocato Ruggiero Romanazzi, che aveva anticipato come i suoi assistiti avrebbero risposto alle domande del giudice per le indagini preliminari, soprattutto per contestare l’accusa di usura. Sei le misure cautelari emesse su richiesta del Pm Ilaria Toncini in stretto coordinamento col Procuratore della Repubblica Isabella Ginefra, a carico di altrettanti soggetti di nazionalità italiana, due pugliesi e 4 molisani, resisi responsabili, a vario titolo ed in concorso tra loro, dei reati di usura (art. 644 co. 1 e 5 n. 3 e 4 c.p.) ed estorsione (art. 629 co. 2 in relazione all’art. 628 co. 3 n. 1 e 61 n. 2 c.p.).
L’attività d’indagine, coordinata dal pm Ilaria Toncini, e condotta dalla Compagnia Carabinieri di Termoli, trae origine dalla denuncia sporta lo scorso ottobre da un imprenditore termolese, il quale non riuscendo più a far fronte alle minacce ricevute e temendo per l’incolumità personale propria e dei propri congiunti coinvolti dagli atti minatori, si rivolgeva alla Stazione Carabinieri di Termoli per chiedere aiuto, denunciando i fatti. Accogliendo le istanze dei legali, il gip ha così disposto la concessione dei domiciliari a tutti e sei i destinatari della misura cautelare.