A 11 mesi dalla tragedia nel Tevere, parla il medico che ebbe in cura madre e gemelline
ROMA. Una vicende che commosse non soltanto Roma, dove avvenne tragicamente, e il Molise, terra da cui proveniva la famiglia, ma tutto il Paese.
Esattamente undici mesa fa, il 20 dicembre, una donna di origine agnonese si gettò nel Tevere con le due gemelline di pochi mesi, nate premature. Un dramma che gettò nello sconforto tutti, tanto da annullare persino la Ndocciata del 24 dicembre, quella più intima e tradizionale.
A distanza di tempo, il Corriere della Sera, nella sua edizione e redazione capitolina, ha pubblicato una intervista al medico che ebbe in cura la signora e i neonati, un terzo non sopravvisse al parto.
Il dottor Giovanni Vento, del Gemelli, descrive lo stato d'animo della donna in quel periodo e anche un senso di colpa che comunque non lo ha visto omettere alcunché rispetto alle condizioni di madre e figli, ma un dolore umano, comprensibilissimo.
Da lì, nel medesimo reparto, vennero istituite anche delle funzioni aggiuntive per il sostegno psicologico alle neo mamme, aperte 24 ore su 24.
Il ricordo indelebile, quando il papà andò in clinica per chiedere se quella maledetta mattina del 20 dicembre 2018 la madre fosse andata lì per far visitare le gemelline. Purtroppo non fu così.