L'Appello conferma le assoluzioni di Muscatelli e Iorio
CAMPOBASSO. Confermata anche in appello la sentenza di assoluzione per Fabio Muscatelli e Pietro Iorio, rispettivamente ex comandante della compagnia di Termoli e sottufficiale della caserma termolese. Non ci fu falso in atto pubblico da parte dell’allora capitano della compagnia Carabinieri di Termoli Fabio Muscatelli nella vicenda dell’arresto dell’ufficiale giudiziario Gianni De Rosa.
Quanto avvenne tra il 19 e il 20 dicembre 2007, dopo l’assoluzione di 5 anni fa dello stesso De Rosa, ne ha assommata un’altra in secondo gradi, dopo l’appello della Procura e la richiesta di condanna a un anno e sei mesi da parte della Procura generale. I giudici di Corte d’appello hanno confermato la decisione decretata dal collegio del tribunale di Larino presieduto dal giudice Russo assieme a Colucci e Di Nino. Il resto dei 14 capi d’imputazione a carico dell’ufficiale dell’Arma si scremò strada facendo tra udienza preliminare e intervenuta prescrizione. Erano rimasti in piedi solo due accuse di falso pubblico, relative a un verbale di sequestro e alla presunta mancata verbalizzazione delle dichiarazioni rese dallo stesso De Rosa.
Per i giudici nessun falso venne commesso nella diatriba sui 316 avvisi di accertamento fiscali per conto del Comune all'ufficio Unep per le relative notifiche. Richiesta respinta al mittente. Su quei faldoni, che se non sarebbero stati recapitati entro la fine dell'anno forse avrebbero comportato una prescrizione per ingiunzioni da tre milioni di euro, necessari anche a far quadrare i conti dell'amministrazione, almeno come presunzione di entrata, si consumò una reazione piuttosto fuori dagli schemi da parte delle forze dell'ordine.
Carabinieri e vigili urbani si precipitarono in tribunale per accertare ancora una volta quale fosse il legittimo impedimento che vietasse il ricevimento delle cartelle. Un intervento alla cui base c’era anche il contenuto della lettera con cui l’ufficiale giudiziario ha giustificato il rifiuto al presidente facente funzione Laura D’Arcangelo, una missiva che non ha tolto dall’imbarazzo la magistratura, tanto da indurre la Procura a disporne l’arresto per interruzione di pubblico servizio, questo il capo d’imputazione. Il primo giorno si concluse con una scaramuccia e una denuncia, il secondo, quello appresso, con il fermo vero e proprio dello stesso. Dopo l’assoluzione, De Rosa presentò denuncia a sua volta, di ieri l’esito del processo a carico di Muscatelli e anche del maresciallo Iorio, anche lui assolto, difeso dall’avvocato Nicolino Cristofaro. Su richiesta dello stesso Cristofaro e di Iorio, su altri tre capi d’imputazione che erano stati dichiarati prescritti, c’è stata sempre l’assoluzione.