"Biancaneve" portato in scena dai detenuti del carcere di Larino

Il riscatto morale mer 29 giugno 2022
Cultura e Società di La Redazione
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La rappresentazione al carcere di Larino ©TermoliOnLine
La rappresentazione al carcere di Larino ©TermoliOnLine

LARINO. Successo per la rappresentazione teatrale “Biancaneve” alla Casa Circondariale di Larino. Due spettacoli aperti al pubblico nelle serate del 25 e 26 giugno, che hanno visto una ampia presenza, riconfermando l’attenzione alle attività della Casa di reclusione frentana e segnandone la ripresa fattiva dopo gli anni stravolti dalla pandemia.

Grazie al supporto al progetto dell'Otto per Mille Valdese quest’anno il laboratorio teatrale, oltre al regista Giandomenico Sale, si è fregiato anche della collaborazione di uno dei maggiori coreografi statunitensi Richard Move, docente di coreografia alla New York University.

Una sinergia vincente, che ha ulteriormente arricchito lo spessore della stessa rappresentazione teatrale in cui i protagonisti i detenuti A. e S. della Casa Circondariale hanno espresso la loro bravura eccelsa.  “Biancaneve”, scritto dai fratelli Grimm nel 18° secolo rivisitato e contestualizzato nella contemporaneità di un’era che evidenzia sempre più un fabbisogno sociale di immagine e di riconoscimento dell’ego. Un modo di essere che si spande a macchia d’olio, promosso da tutto ciò che ci circonda insidiandosi nella psiche umana turbandola e creando falsi miti.

 “Biancaneve”, portata in scena dagli ospiti della Casa Circondariale di Larino, nella sua rivisitazione pop, ha ben rappresentato lo spaccato intrinseco della società odierna ove il desiderio di perfezione intriso di invidia e l’ambiguità tra la realtà e la finzione che regna nella quotidianità dei social si è ben percepito. Lo spettacolo guidato da una voce narrante nell’introdurre le scene cruciali si è snodato armoniosamente dando spazio al talento dei protagonisti, accompagnato da pezzi musicali.  Una matrigna partenopea imponente, attuale più che mai nella sua bramosità di bellezza, che nel suo rapporto con lo specchio, ha evidenziato la finzione ed il suo potere occulto, la necessità di riflettere ciò che non è, fino ad arrivare alla distruzione dell’altro. Una Biancaneve resa fragile dalla sua bontà che cade nelle grinfie della cattiveria della matrigna sinonimo del pensiero della società prevaricante. Una narrazione ironica portatrice di riflessione letta nel risveglio di Biancaneve, quale vittoria del bene. Un gran lavoro ben strutturato, che ha ridato vita ai laboratori nella Casa Circondariale di Larino. Un’esperienza che, come asserito dal coreografo Richard Move, rappresenta un mondo straordinario da emulare in altre realtà, come quello statunitense, questa si presenta come una grande opportunità per la struttura di Larino, quale incubatore di buone prassi. Lo spettacolo del 26 giugno, si è concluso con un saluto del Direttore la dottoressa Rosa La Ginestra che nel ringraziare tutti i protagonisti, lo staff tecnico, il Funzionario Giuridico - Pedagogico dottoressa Brigida Finelli, la falegnameria e pasticceria interna, gli agenti tutti ed i detenuti che hanno collaborato, ha sottolineato l’importanza della squadra fortissima che contraddistingue la Casa Circondariale di Larino, questa la vera forza che permette di dar vita a tante attività di pregio dando ai detenuti la possibilità di esprimere il loro talento. Gli spettacoli del 25 e 26 giugno hanno rappresentato il loro ricominciare a “vivere” in qualche modo dopo ben tre anni di immobilismo delle attività, la dottoressa La Ginestra ha sottolineato, inoltre, come la pandemia ha fatto sperimentare a tutti noi il peso enorme della mancanza di libertà ricordando che i detenuti la vivono come quotidianità.  La serata si è conclusa con un ricco buffet della pasticceria interna alla Casa di reclusione.

Il successo, dello spettacolo portato in scena, risiede proprio nella felicità e nel talento dei detenuti protagonisti e non, nella collaborazione tra staff e agenti, nel fare nonostante la complessità della burocrazia, nell’attenzione partecipata della collettività, ma soprattutto nel credo umano che compie fenomeni meravigliosi.

Graziella Vizzarri

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