A 40 anni dalla Legge Basaglia, le risposte di Stefano Redaelli

Scrittori al Parco mer 07 settembre 2022
Cultura e Società di Michele Trombetta
1min
Stefano Redaelli a Termoli chiude la rassegna "Scrittori al Parco" ©Termolionline.it
Stefano Redaelli a Termoli chiude la rassegna "Scrittori al Parco" ©Termolionline.it
Stefano Redaelli a Termoli chiude la rassegna "Scrittori al Parco"

TERMOLI. Ultimo appuntamento con la seguitissima rassegna letteraria “Scrittori al parco” organizzata dall’Associazione culturale “la Casa del libro” di Termoli con la presidente Daniela Battista unitamente ai suoi tanti iscritti. L’incontro, più volte rinviato, per motivi logistici si è svolto presso la libreria Fahrenheit, due pomeriggi fa. 

Ospite dell’ultimo appuntamento, lo scrittore Stefano Redaelli, professore di Letteratura Italiana presso la Facoltà “Artesf Liberales” dell’Università di Varsavia. Addottorato in Fisica e in Letteratura, s’interessa dei rapporti tra letteratura, medicina, scienza e spiritualità. 

Redaelli parla di argomenti molto forti come la demenza. Leggendo i suoi romanzi, notiamo l’attenzione alla “Legge Basaglia” che ha comportato l’abolizione dei manicomi. Dopo 40 anni, l’autore si chiede “siamo sicuri che tutte quelle persone ricoverate fossero realmente ‘matti?”.

Le risposte sono all’interno della sua opera.

Tra le sue pubblicazioni scientifiche ci sono “A 40 anni dalla legge Basaglia: la follia, tra immaginario letterario e realtà psichiatrica", "Letteratura e scienza in Italia", "Le due culture. Due approcci oltre la dicotomia" (con Klaus Colanero).

Per la narrativa con Neo Edizioni ha pubblicato il romanzo "Beati gli inquieti", Selezione Ufficiale Premio Campiello, Premio Napoli e Premio Flaiano 2021, e il romanzo "Ombra mai più".

Nelle recensioni delle sue opere librarie, traspare lampante la prima considerazione, "Qual è il limite della follia e in che modo un folle viene ritenuto tale? Quanta follia c’è nel mondo, quanta nella realtà e quanta nei pazienti definiti clinicamente folli? Redaelli compie un’indagine approfondita, attraverso l’esperienza del suo protagonista, sui confini della follia. Se "Beati gli inquieti" era incentrato sulla pazzia clinica, in "Ombra mai più" la follia torna nel mondo reale”. Stefano Redaelli volendo restituire dignità ai cosiddetti folli, ripropone, sempre con l’eleganza e il garbo che abbiamo già conosciuto, il suo racconto sulla fragilità psichica. “Questa trasparente recensione di Luca Menichetti su Lankenauta, fa conoscere sia l’autore ma anche il suo pensiero e mette luce sul problema della patologia di demenza che ancora oggi non è stato totalmente risorto sotto svariati aspetti. Il quesito poi vedendo quello che accade al di fuori dove dovrebbe esserci un mondo di persone normali, il dubbio ci assale che le persone normali alla fine non siano coloro che sono colpiti dalla demenza reale ei matti stanno tutti fuori e che si considerano invece normali?”.

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